Facebook e Twitter limitano diffusione articolo New York Post anti-Biden. Trump e i suoi gridano alla censura
Esplode l’ira dei conservatori, negli Stati Uniti, dopo la decisione di Facebook e di Twitter di limitare la distribuzione e la condivisione tra gli utenti di un articolo del New York Post, il tabloid che fa capo all’impero di Rupert Murdoch. L’articolo-scoop è dedicato a Joe Biden, candidato democratico alle elezioni presidenziali Usa del prossimo 3 novembre.
“Facebook e Twitter non sono piattaforme media. Sono macchine di propaganda”, ha scritto lo stesso New York Post in un editoriale, commentando la notizia.
L’articolo del New York Post (QUI IL LINK) ha riportato indiscrezioni scottanti su Biden, in particolare sugli affari in Ucraina del figlio Hunter Biden. Nel primo dibattito presidenziale dello scorso 29 settembre – tra i più vergognosi della storia – Donald Trump stesso aveva tirato fuori gli affari del secondogenito di Biden, attivo anche in Cina, accusandolo, tra le altre cose, di aver ricevuto 3,5 milioni di dollari dalla moglie del sindaco di Mosca.
Nell’articolo di ieri, il New York Post ha parlato di una “smoking gun”, una “pistola fumante”, riportando come prova email che proverebbero come Hunter Biden avesse presentato anni fa suo padre, allora vicepresidente dell’amministrazione di Barack Obama, al dirigente top di una società energetica ucraina. Anni dopo, secondo le stesse prove, papà Biden avrebbe fatto pressioni sul governo ucraino affinché licenziasse un procuratore che stava indagando sul gruppo. QUI L’ARTICOLO DEL NEW YORK POST.
La distribuzione dell’articolo è stata limitata, nella giornata di ieri, da Twitter e Facebook. Andy Stone, portavoce di Facebook, ha spiegato la decisione di “ridurre la distribuzione sulla nostra piattaforma” in attesa di verifiche da parte dei cosiddetti fact checkers (figure adibite a verificare l’attendibilità delle notizie, evitando che in rete finiscano le cosiddette fake news).
Il New York Post ha reagito con un editoriale in cui ha accusato i Big Tech di intervenire per proteggere il candidato democratico alla presidenza degli States Joe Biden. Dito puntato anche contro Twitter, che – ha scritto sul tabloid Miranda Devine – è intervenuta anch’essa per proteggere Biden dallo scandalo. “Twitter ha bloccato l’account del tabloid su Twitter @nypost, in quanto la storia avrebbe a suo avviso violato le regole contro la “distribuzione di materiale hackerato”, ha scritto Devine.
Non solo. I link che rimandano all’articolo sono stati taggati da Twitter con un messaggio di avvertimento, ha detto l’editorialista del NYP:
“Questo link è stato identificato da Twitter o dai nostri partner come potenzialmente dannoso”. Un altro messaggio è stato diramato più tardi: “Il link a cui state cercando di accedere è stato identificato da Twitter o dai nostri partner come potenziale spam o non sicuro“.
Devine si è scagliata contro i due colossi social: “Per caso, Facebook e Twitter hanno censurato l’articolo del New York Times sulle tasse pagate da Trump, pubblicato due settimane fa?”.
Uno scivolone, quello di Facebook e Twitter, che rischia ora di ritorcersi contro lo stesso Joe Biden, facendo apparire Trump alla stregua di una vittima – il presidente è stato già in qualche modo santificato dalla malattia del COVID-19 (anche se le critiche per alcuni suoi atteggiamenti bizzarri che hanno messo in pericolo la salute dei suoi hanno aumentato, secondo i sondaggi, il margine di vantaggio di Biden nei suoi confronti).
Lo stesso numero uno di Twitter, Jack Dorsey, è stato costretto a definire “inaccettabile” la decisione dei social media di bloccare gli utenti dal condividere l’articolo del Post, senza fornire un messaggio più chiaro sulle motivazioni. Leggi il post di Jack Dorsey.
Twitter ha tra l’altro impedito che la portavoce della Casa Bianca Kaileigh McEnany, condividesse l’articolo.
Il direttore della campagna presidenziale di Trump, Jake Schneider, ha definiito il blocco dell’account di McEnany “assolutamente inaccettabile” e la stessa McEnany ha twittato: “La censura dovrebbe essere condannata”.
Trump ha commentato il fatto come “terribile”, rilanciando l’appello affinchè la sezione 230 venga abrogata e congratulandosi con il New York Post per aver rivelato “la grande corruzione che circonda Sleepy Joe Biden e il nostro paese”. “E’ sempre stato un politico corrotto – ha aggiunto – Scandaloso!”
Riguardo all’attesissimo secondo dibattito presidenziale atteso nella serata di oggi, giovedì 15 ottobre, è stato deciso, alla fine, che i due sfidanti all’Election Day si confronteranno in diretta TV ma in due località differenti. Inizialmente #TrumpHasCovid si era opposto strenuamente alla possibilità che il dibattito avvenisse in modo virtuale, minacciando di disertarlo e ripetendo di non essere più contagioso.
Tornando al caso Facebook-Twitter, tuttora, cliccando sull’articolo del New York Post, si viene indirizzati a una pagina che, nel caso di Twitter, avverte:
Attenzione: questo link potrebbe non essere sicuro: https://nypost.com/2020/10/14/email-reveals-how-hunter-biden-introduced-ukrainian-biz-man-to-dad/?utm_source=twitter_sitebuttons ”
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