FAANG traino di Wall Street? Si, ma i panieri che hanno sovraperformato contengono anche questi titoli streaming & gaming
“Negli ultimi 12 mesi, l’indice S&P 500 ha sovraperformato in maniera decisa gli altri mercati globali, e grande enfasi è stata data al forte contributo che, al rally, hanno dato i titoli FAANG, ovvero titoli di società come Apple, Amazon e Microsoft, Facebook, Google (con la holding Alphabet).
Sicuramente, guardando al trend di queste azioni negli ultimi 12 mesi, la correlazione è evidente. Tuttavia, c’è ben altro”. Così Michael Hewson, responsabile analista di mercato per CMC Markets UK, commenta il trend recente di Wall Street e, in generale, dell’azionario Usa.
Hewson si concentra su quanto emerge da un altro indice, il CMC Big Tech Index, che include titoli come Apple, Alphabet, Facebook e Microsoft, ma anche società di chip di capitalizzazione minore, come Intel e AMD”.
Questo indice, fa notare l’analista, ha sovraperformato lo S&P 500 di quasi il 20%, “fattore forse non sorprendente, se si considera che abbiamo visto titoli come Apple e Microsoft toccare valori record di sempre, a fronte di valutazioni di trilioni di dollari. E anche Facebook ha testato i massimi record nelle ultime settimane, anche se le ultime notizie relative al suo boicottaggio da parte di grandi nomi come Coca Cola, Starbucks e Levi’s hanno smorzato la fase rialzista, in questi ultimi giorni”.
In ogni caso, scrive Hewson, il rally BIG Tech impallidisce, fino a diventare insignificante, quanto viene paragonato ad altre aree del mercato. Hewson riporta l’indice stilato da CMC Markets, “un paniere che è stato costruito considerando che i pattern di investimenti cambiano e che, se è vero che l’innovazione è rischiosa, è anche vero che quel rischio può essere diversificato, spalmandolo su diverse società”.
“Ma ci sono anche altri panieri che, oltre a presentare questi titoli core, sono composti anche da società più nuove, verso cui i gestori dei fondi sembrano essere molto più bullish. Si parla per esempio di titoli che fanno parte del comparto ‘tecnologia collaborativa’, così come di società attive nello streaming e nel gaming che, almeno fino alla fine dello scorso anno, più o meno erano solite accodarsi allo S&P 500 settimana dopo settimana, e che ora confermano il cambiamento in atto, visto che invece di essere trainate dallo S&P 500, ora lo sovraperformano“.
“Questa divergenza – sottolinea ancora Mark Hewson – ha iniziato a emergere all’inizio di questo anno, prima di divergere in modo più ampio, facendo decisamente meglio del mercato dopo che lo stesso mercato ha toccato il fondo alla fine di marzo”.
E cosìocchio al “gaming basket” che, oltre a contenere Activision ed Electronic Arts, include anche Microsoft, Apple e Alphabet, tutti con una incidenza nell’indice del 10%.
A eccezione di Activision e Electronic Arts, questi titoli sono presenti inoltre anche nell’indice Collaborative Technology, con una incidenza del 15%, insieme a Zoom, DocuSign e Citrix, che incidono tutti in misura minore, per appena il 5% circa ognuna, ma che hanno contribuito in modo determinante ai guadagni, se si considera che Zoom è in rally del 250% dall’inizio dell’anno (beneficiando della scuola a distanza e dello smart working, a causa del lockdown imposto con l’esplosione della pandemia da coronavirus).
Ovviamente, spiega ancora Hewson, nel tenere in considerazione questi panieri, bisogna precisare anche che, oltre a quei titoli che hanno permesso loro di fare meglio del mercato, ci sono stati anche azioni underperformer, ovvero titoli che hanno fatto peggio.
Tra questi ci sono le banche, che sono un esempio perfetto di quanto il contesto dei bassi tassi di interesse abbia provocato danni ai margini, non solo ai profitti e, anche, come le percezioni di un aumento significativo dei crediti deteriorati probabilmente peseranno sui loro titoli per ancora un po’ di tempo a venire.