Notizie Indici e quotazioni La view sui mercati: vendite nette di equity, ma a fine anno Buy The Dip

La view sui mercati: vendite nette di equity, ma a fine anno Buy The Dip

24 Giugno 2020 14:38

“Possibili vendite nette equity a cavallo del semestre, agosto più turbolento ma… buy the
dip per fine anno”. E’ questo il titolo della nota firmata da Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte SIM, che esprime la sua view su quanto potrà accadere sull’azionario, in vista della fine del trimestre (ancora di più fine semestre).

NEW YORK, USA – MAY 26: New York Stock Exchange (NYSE) building is seen during Covid-19 pandemic in Lower Manhattan, New York City, United States on May 26, 2020. Wall Street trading floor partially reopening after coronavirus pandemic shutdown. (Photo by Tayfun Coskun/Anadolu Agency via Getty Images)

Cesarano consiglia di prestare attenzione a quanto emerge dai fondi pensione e dai fondi sovrani:

“Quando si arriva a fine trimestre (ancor di più a fine semestre) il posizionamento e quindi l’eventuale ribilanciamento dei fondi pensione e dei fondi sovrani viene tenuto particolarmente sotto osservazione, trattandosi di soggetti molto corposi e con movimentazione meno frequenti rispetto alle altre tipologie di gestori. A fine marzo il forte calo dei listini proponeva uno scenario di necessità di forte ribilanciamento a favore dell’equity, pena un eccessivo disallineamento verso le percentuali di composizione di portafoglio stabilite nei vari mandati. Il caso più eclatante è quello del più grande fondo sovrano al mondo (circa equivalenti 1000 miliardi di dollari di asset gestiti, AUM) ossia quello norvegese, che ha come asset allocation obiettivo generale 70% equity e 30% bond

“Il complesso dei fondi pensione mondiali prevalentemente a prestazione definita impone inoltre
di tenere conto non soltanto considerazioni di composizione di asset allocation nei limiti di
mandato ma anche considerazioni di ALM (asset liability management), che comportano pertanto la necessità di tenere alta la quota di bond in portafoglio per bilanciare il fatto che i bassi tassi aumentano fortemente il valore attuale delle passività future, ossia delle future prestazioni da erogare. Sul fronte posizionamento su S&P500 siamo di fronte a un drastico divaricamento tra retail (molto lungo, forte della liquidità riversata in borsa riveniente dai sussidi arrivati soprattutto negli Usa durante la pandemia) e componente speculativa istituzionale (tipicamente hedge fund)”.

Antonio Cesarano di Intermonte sintetizza gli input:

  • Possibile ribilanciamento a fine semestre dei fondi pensione con vendite nette di equity fino a
    76 miliardi di dollari negli Usa e fino a 170 miliardi di dollari su base globale, a fronte di marcati acquisti di bond che Wells Fargo stima tra i più corposi negli ultimi sei anni, a causa appunto
    del ribilanciamento.
  • Da fine marzo ad oggi i listini azionari globali (Msci World) hanno messo a segno un +20% circa. I
    tassi Teasury decennali sono rimasti invece pressoché fermi intorno allo 0,70% sul comparto
    decennale con però forte calo dei tassi reali (da -0,20% a -0,83% sul comparto a 5 anni).
  • Queste dinamiche da un punto di vista di fondi pensione/wealth fund la necessità di riequilibrare
    l’asset allocation che ora potrebbe essere diventata troppo sbilanciata sull’equity rispetto ai
    vincoli di mandato.
  • Inoltre, per i fondi pensione a prestazione definita potrebbe emergere anche una problematica di ALM legata al forte aumento del valore attuale delle passività future, complici i bassi tassi.

“Queste considerazioni portano alla possibilità di vendite nette di azionario e acquisto di bond (soprattutto Treasury) da parte di queste due categorie di gestori, in vista anche della possibilità che la Fed implementi in prospettiva la yield curve control, che di fatto si può considerare già in essere visto l’encefalogramma praticamente piatto dei tassi treasury delle ultime settimane. Aggiungo il tema del forte posizionamento lungo della componente retail Us su equity, diametralmente opposta a quella degli operatori professionali”.

Cesarano ricorda che “il 31 luglio scade buona parte dei sussidi negli Stati Uniti”.

“Mnuchin ieri ha anticipato che la proroga dei termini dei pagamenti delle tasse portata al 15 luglio potrebbe essere ulteriormente spostata in avanti. Trump dal canto suo cercherà probabilmente una proroga, ma è possibile che occorra una negoziazione con i democratici che potrebbe interessare almeno il mese di agosto. Pertanto, la liquidità del retail potrebbe temporaneamente ridimensionarsi. Quali conseguenze? Il fine semestre si preannuncia all’insegna di possibili vendite nette di azioni nel mondo per le tematiche relative al ribilanciamento prima esposto. Il movimento potrebbe estendersi fino alle
prime settimane di luglio. Poi parola come sempre alle due riunioni delle banche centrali, il 16
luglio la BCE e il 29 luglio la Fed. Successivamente agosto presenta un possibile vuoto di liquidità soprattutto dal lato retail US e, inoltre, potrebbero essere meno presenti le manovre aggiuntive dei governi e in parte anche delle banche centrali”

“Ad agosto inoltre potrebbero emergere perplessità/dubbi su vari fronti, dall’esito incerto delle presidenziali Us (la vittoria di Biden potrebbe non essere letta in senso market friendly), ripresa delle tensioni commerciali con la Cina (ieri notte abbiamo fatto un test rapido di quanto il mercato sia ancora sensibile a questa tematica dopo le dichiarazioni di Navarro poi smentite da Trump) eventuale allungamento dei tempi di approvazione del recovery fund, maggior focus sui rischi d seconda ondata pandemica, ecc. Qualunque di queste tematiche può pertanto accentuare le prese di profitto di agosto.In autunno potrebbero però tornare prepotentemente in campo le banche centrali implementando manovre già varate e/o annunciandone di nuove, ad esempio, incremento del PEPP BCE/allungamento delle operazioni TLTRO III oltre marzo 2021) e di nuovo tornerebbe il sereno.

Operativamente, nel breve:

  • si segnala l’apertura di posizioni lunghe dollaro tra fine semestre e inizio del terzo trimestre (target 1,08/1,10)
  • riduzione delle posizioni in equity
  • acquisto di posizioni lunghe in TIPS (titoli legati all’inflazione US)

Per fine anno il tema è sempre buy the dip e quindi:

  • approfittare dei cali soprattutto eventualmente ad agosto per acquisti sulle debolezze (area 2600/2700 di S&P500)
  • approfittare di eventuali allargamento temporanei estivi dello spread in vista di incremento del PEPP a fine anno/inclusione dei junk bond negli acquistabili oltre ad altre eventuali modifiche migliorative di TLTRO/PELTRO coprire la parte del portafoglio in dollari contro il rischio deprezzamento del biglietto verde nella seconda parte dell’anno in area 1,08/1,10.
  • Acquistare oro (con strumenti protetti da rischio cambio) sulle eventuali prese di profitto
    (margin calls) estive per sfruttare il trend primario collegato principalmente al forte
    incremento della massa monetaria mondiale ad un ritmo ben superiore al 7% medio
    sperimentato nell’ultimo