Euro mai così popolare? Eurobarometro smentisce Draghi proprio sull’Italia. Mentre il sostegno sale in Grecia
L’ultimo sondaggio Eurobarometro stilato dalla Commissione europea smentisce – almeno per quanto concerne il caso specifico dell’Italia – quanto detto più volte soprattutto negli ultimi mesi, dall’ormai ex presidente della Bce, Mario Draghi: ovvero, che l’euro non è mai stato così popolare.
Dal sondaggio è emerso, infatti, che l’Italia è il penultimo paese in quanto a popolarità dell’euro. Peggio fa soltanto la Lituania. Un punto a favore degli euroscettici à la Borghi, ma anche di chi non si mostra palesemente anti-euro, come il leader della Lega Matteo Salvini, e che poi non perde occasione di attaccare Bruxelles e le sue regole (come sta accadendo proprio in questi giorni con la polemica esplosa sul Fondo salva-stati (Mes).
Draghi ha invece avuto ragione parlando del sostegno alla moneta unica che arriva, in generale, dai cittadini dell’Eurozona: il 76% degli interpellati ritiene, infatti, che la moneta unica sia positiva per il blocco Ue. Si tratta della percentuale più alta da quando la Commissione europea ha iniziato a pubblicare il sondaggio Eurobarometro, nel 2002. Praticamente, più di tre cittadini su quattro dell’Eurozona appoggiano l’euro. Il 65% ritiene poi che l’euro rappresenti un vantaggio per l’economia del rispettivo paese di appartenenza.
I punteggi più bassi vedono protagonista l’Italia, dove la percentuale di chi crede che la moneta unica abbia apportato benefici all’economia del proprio paese è scesa del 2% rispetto al 2018, al 55%, come a Cipro, e al secondo tasso più basso dopo quello assoluto della Lituania, dove la percentuale è pari al 49%.
La tabella qui a fianco che fa parte del rapporto sull’Eurobarometro riassume quanto detto, mettendo in evidenza la differenza nelle risposte che gli italiani in particolare e i cittadini dell’Eurozona più in generale hanno dato alla domanda Q1 (Question 1): “In generale, credete che l’euro sia una cosa buona o cattiva per il vostro paese”?
La casella blu indica la risposta dei cittadini dell’area euro: il 65%, per l’appunto, crede che l’euro sia una cosa buona per l’Eurozona, contro il 26% che pensa che sia una cosa negativa; in Italia, a ritenere che l’euro sia qualcosa di positivo è il 55%, una percentuale inferiore di 10 punti rispetto alla media europea; c’è poi una bella fetta del 36% che crede che l’euro sia una cosa negativa.
I risultati del sondaggio Eurobarometro, almeno per quanto attiene l’Italia, smentiscono così l’ottimismo che Mario Draghi, proprio di recente, aveva manifestato riguardo alla popolarità dell’euro.
Così lo scorso 11 ottobre, nel discorso proferito in occasione della cerimonia con cui ha ricevuto la laurea honoris causa in economia dall’Università del Sacro Cuore, Mario Draghi si era espresso:
“L’euro è popolare come mai prima d’ora e il sostegno all’Unione europea è ai massimi dai tempi della crisi”. Draghi aveva anche aggiunto che “oggi sono coloro che dubitavano” dell’Unione europea e della Bce “a essere messi in discussione”.
Lo scorso 24 ottobre, in un altro intervento, il predecessore di Christine Lagarde alla guida della Bce aveva fatto riferimento anche alla popolarità dell’euro in Italia, laddove aveva affermato che , anche in Italia “ora tutti concordano sul fatto che l’euro sia irreversibile“.
L’Eurobarometro segnala invece che l’esercito degli euroscettici si è rimpolpato. Gli anti-euro, o euroscettici come li si vuole chiamare, sono saliti di ben il 6%: oggi il 36% degli italiani ritiene l’euro negativo per il proprio Paese. E gli italiani sono anche i meno convinti che l’euro sia positivo per l’ Ue, con il 69% che risponde positivamente e il 21% negativamente.
I più innamorati dell’euro si confermano gli irlandesi (88%), i lussemburghesi (81%) e i finlandesi (79%). Cresciuto il sostegno, nel 2019, anche in alcuni paesi: la popolarità dell’euro è aumentata, di fatto, dell’ 8% a Cipro (55%), del 6% in Grecia (66%), del 4% in Portogallo (68%) e del 2% in Spagna (64%) .
Non si può fare a meno, a tal proposito, di mettere in evidenza soprattutto la forte crescita del sostegno all’euro che arriva dalla Grecia, come dimostra in modo più che eloquente la scheda relativa:
In questo caso, il 66% degli interpellati (dunque più della media europea del 65%) è dell’idea che l’euro sia un fattore positivo per il proprio paese e il 75% (rispetto al 76% della media europea) crede che sia positivo anche per l’Unione europea, rispetto al 13% appena di chi pensa l’opposto (meno della media europea del 16%).
La differenza, rispetto ai numeri italiani, è netta. Ed è anche stupefacente, se si considerano gli anni di austerity che il popolo greco è stato costretto a soffrire, scontando i troppi anni in cui aveva vissuto al di sopra delle sue possibilità.