Notizie Notizie Italia Mes spacca il governo. Dibattito Fondo salva-stati rischio per BTP, strategia Conte-Gualtieri per disinnescare la mina

Mes spacca il governo. Dibattito Fondo salva-stati rischio per BTP, strategia Conte-Gualtieri per disinnescare la mina

2 Dicembre 2019 08:00

Il governo M5S-Pd rischia di spaccarsi sul Mes o anche Esm, noto anche come Fondo salva-stati e a Meccanismo europeo di stabilità: ormai in Italia non si parla d’altro, e a cavalcare l’onda sono i sovranisti di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che non si lasciano sfuggire l’ennesima occasione per infierire contro l’Europa, Bruxelles, l’Ue, l’euro. Ieri sera, il vertice per discutere sul da farsi (rinviare la riforma?), a seguito del quale fonti di Palazzo Chigi hanno reso noto che, in vista della prossima riunione dell’Eurogruppo del 4 dicembre “il Governo affronterà il negoziato riguardante l’Unione Economica e Monetaria (completamento della riforma del Mes, strumento di bilancio per la competitività e la convergenza e definizione della roadmap sull’unione bancaria) seguendo una logica di pacchetto”.

Le stesse fonti, secondo quanto emerge dall’agenzia di stampa Askanews, hanno precisato che “ogni decisione diventerà in ogni caso definitiva solo dopo che il Parlamento si sarà pronunciato a partire dalle risoluzioni che saranno approvate l’11 dicembre, in occasione delle comunicazioni che il Presidente del Consiglio renderà in vista del prossimo Consiglio Europeo. Tutto questo in linea con i punti 12) e 13) della risoluzione del Parlamento approvata il 12 giugno 2019″.

Lo stesso leader del M5S Luigi Di Maio ha detto, al termine del vertice, che “nulla si deciderà finché non si arriverà in Parlamento il 10 dicembre, quando il presidente del Consiglio verrà a riferire e il Parlamento dovrà approvare una risoluzione”.

Caos Fondo salva-stati: l’attenti di Paolo Gentiloni

A fronte dell’ira vera o presunta del leader della Lega, che ha ricordato che “lunedì (oggi per chi legge) il Presidente del Consiglio, tra una querela e l’altra, andrà in Parlamento a spiegare agli italiani se ha svenduto i risparmi e la sovranità del Paese“, c’è intanto chi, dall’altro lato, ha invitato tutti alla calma. E’ il caso del neo Commissario Ue agli Affari economici e monetari, l’ex presidente del Consiglio ed ex ministro Paolo Gentiloni che, dalle pagine del Corriere, si è espresso così:

Considerare l’accordo sul Fondo salva-stati, ha detto Gentiloni, “come un rischio o addirittura un complotto contro l’Italia può alimentare rischi sui mercati che oggi non esistono“.

“La posizione italiana la chiarirà il presidente del Consiglio lunedì alle Camere. Da Commissario europeo posso dire che la riforma di cui si parla è stata fatta per introdurre un ombrello protettivo in caso di crisi bancarie non gestibili con gli strumenti attuali. Si tratta di un obiettivo positivo. Le modalità sono state negoziate tra l’autunno del 2018 e il giugno 2019. L’ultima parola spetterà ai parlamenti. Sull’Italia mi limito a dire che non ha bisogno di ombrelli, né per le sue banche, né per il suo debito, che va ridotto ma è perfettamente sostenibile. Invece, descrivere l’intesa sul Mes come un rischio o addirittura un complotto contro l’Italia può alimentare rischi sui mercati che oggi non esistono”.

Oggi premier Conte riferirà su riforma Fondo salva-stati

Grande attesa per il discorso che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, terrà oggi sul Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes-Esm). Discorso che sarà proferito prima alle 13 della giornata di oggi, alla Camera, poi, alle 15.30, al Senato.

Nel frattempo niente da fare, la carrellata di accuse è continuata. Così la leader di FdI, Meloni, nell’intervista che Il Messaggero ha pubblicato nell’edizione di ieri:

Conte è un bugiardo seriale e ha detto menzogne su menzogne, arrivando a dire che sul Mes non aveva preso accordi. E voglio vedere se a Di Maio resta un briciolo di dignità: voglio sentirlo dire, dimostrando di non pensare solo alla poltrona, che il governo cade su questo imbroglio. Siccome Di Maio ha un terzo dei parlamentari, nonostante nei sondaggi sia ormai ai minimi termini, esca dalla propaganda e faccia valere il suo peso per difendere una volta tanto gli interessi degli italiani fermando questo scempio”.

“Se, davvero (il premier) avesse svenduto gli interessi nazionali per perseguire quelli personali sarebbe normale denunciarlo per alto tradimento”, ha rincarato la dose la leader di Fratelli di Italia, che chiede a Conte di ripresentarsi al Consiglio europeo, per “rinnegare quanto accettato”.

L’audizione del ministro dell’economia Roberto Gualtieri – che aveva già rassicurato sul fatto che la riforma dell’Esm non implicasse alcuna ristrutturazione preventiva del debito – non ha fatto altro che alimentare i malumori e i sospetti, in primis quelli dell’economista leghista e padre dei minibot Claudio Borghi, che lo ha smentito praticamente su tutto.

Le critiche non hanno certo trovato una maggioranza coesa, tutt’altro, con le spaccature tra il Pd e il M5S che si sono fatte più profonde. Nelle ultime ore il leader del M5S Luigi Di Maio lo ha detto chiaro e tondo : “Non possiamo pensare di firmare al buio trattati come il Mes, che è solo una parte del pacchetto. Ci sono anche l’Unione bancaria e l’assicurazione sui depositi”.

Ma dal Pd, un attenti al M5S è arrivato per bocca del ministro Dario Franceschini: “Sul Mes in queste ore ci giochiamo la credibilità del Paese, l’andamento dello spread e dei mercati. Non si puo giocare con il fuoco”.

In questo clima in cui i sovranisti sembrano guadagnare nuovi assist, arriva anche il risultato del sondaggio Eurobarometro, che la dice tutta sul sentiment degli italiani nei confronti dell’euro, a dispetto di quanto aveva detto l’ormai ex presidente della Bce, Mario Draghi: l’Italia è penultima per indice di gradimento nei confronti della moneta unica tra i Paesi dell’Eurozona: solo il 55% (due punti in meno rispetto a un anno fa) dei cittadini ritiene la moneta unica un fatto positivo per il Paese, la stessa quota registrata a Cipro. Un risultato peggiore è stato registrato solo in Lituania (49%). Coloro che credono che la moneta unica sia un fatto positivo per il proprio Paese è invece del 65%.

Fondo salva-stati: strategia per scongiurare peggio

Tornando alla gatta da pelare Fondo salva-stati un articolo del Messaggero ha parlato nelle ultime ore della strategia che il premier Conte e il titolare del Tesoro Roberto Gualtieri avrebbero intenzione, secondo fonti di palazzo Chigi, di adottare, in vista della riunione dell’Eurogruppo prevista mercoledì prossimo, 4 dicembre.

Secondo il quotidiano romano, al fine di evitare “quella crisi di governo evocata da un Pd sempre più in sofferenza per le «intemperanze, le sparate e le fake news alla Salvini, del capo 5Stelle” e per disinnescare il pericolo Luigi Di Maio, Conte e Gualtieri cercheranno di mostrare i muscoli, per far slittare, almeno, la riforma del Mes.

“Come? Minacciando il veto sull’unione bancaria o su qualche documento collegato al Mes. La mediazione cui lavorano Conte e Gualtieri, prevede che mercoledì, al vertice dell’Eurogruppo, il responsabile dell’Economia imponga «la logica del pacchetto». Traduzione: il Mes potrà andare avanti solo a condizione che assieme ad esso viaggino l’Unione bancaria (con l’assicurazione sui depositi) e il Bilancio comune dell’Eurozona.

L’articolo del Messaggero ha continuato:

«Sarà una trattativa durissima, Gualtieri non andrà di certo a dire dei sì», fanno sapere al Mef. E aggiungono: «Se il ministro delle Finanze tedesco Scholz dovesse riproporre, nell’ambito dell’Unione bancaria, la ponderazione del rischio dei titoli di Stato acquistati dalle banche legata al rating del Paese, Gualtieri metterà il veto. E nella logica del pacchetto il veto sull’Unione bancaria potrà avere effetti sulla riforma del Fondo salva Stati».

Insomma, «per non perdere credibilità» ed «evitare nuove impennate dello spread che già negli ultimi giorni è tornato a salire», Conte e Gualtieri non diranno no al Mes che di fatto è già approvato. Ma imporranno lo stop al modello di Unione bancaria voluto da Berlino e forse «a qualcuno dei documenti collegati al Mes». L’obiettivo: rinviare l’intero pacchetto alla primavera. Come, appunto, invoca Di Maio”.