Notizie Notizie Mondo Draghi su Eurozona: “Rischio di recessione c’è ma non sarà destabilizzante”

Draghi su Eurozona: “Rischio di recessione c’è ma non sarà destabilizzante”

9 Novembre 2023 12:20

Rischio di recessione nell’Eurozona c’è ma non sarà né profonda né destabilizzante, ha dichiarato l’ex premier Mario Draghi in un evento del Financial Times. Nella zona euro “c’è un rischio di recessione ma non direi né profondo né destabilizzante”, perché “il punto di partenza è molto alto, con la disoccupazione più bassa di sempre e un mercato del lavoro robusto”: ha dichiarato l’ex presidente della Bce Draghi, parlando ad un evento del Financial Times.

Draghi sui rischi recessione nell’Eurozona

Draghi ha inoltre evidenziato che la politica monetaria potrebbe essere stata un po’ troppo lenta, ma c’è un motivo: lo shock sul lato dell’offerta è stato dovuto interamente al prezzo del gas, un aumento che è il risultato di una deliberata politica della Russia”. In ogni caso ora “l’inflazione sta scendendo”, ha ribadito l’ex numero uno della Bce e i primi due trimestri del prossimo anno diranno se avremo una recessione che comunque “non sarà destabilizzante“.

Nel mese di ottobre l’inflazione della zona euro è scesa e anche di tanto. Su base annuale i prezzi hanno registrato una crescita del 2,9% rispetto al 4,3% nel mese precedente. Mentre su base mensile l’inflazione in Eurolandia è cresciuta dello 0,1% rispetto allo 0,3% del mese di settembre.

Le due componenti che preoccupano sono i dati sulle Pmi, in particolar modo il Pmi manifatturiero nel mese di ottobre sceso a 43,1 punti rispetto ai 43,3 nel mese precedente. Scenario simile ma più ottimistico per i Pmi dei Servizi sempre ad ottobre a quota 47,8 punti (una lettura sotto i 50 punti indica una riduzione dell’attività economica).

Nell’ultimo meeting della Bce del 27 ottobre, l’istituto di Francoforte ha optato per una pausa della stretta sui tassi dopo 10 rialzi consecutivi, lasciando il tasso principale di riferimento (sui rifinanziamenti) al 4,5%. La presidente della Bce Christine Lagarde ha deciso di fermare la stretta (per ora), in un contesto in cui i rischi che minacciano l’economia dell’Eurozona rimangono orientati verso il basso e l’inflazione fa dietrofront.

Vale la pena evidenziare che l’inflazione core della zona euro ovvero quella depurata dai beni volatili come alimentari ed energetici rimane ben al di sopra del target della Bce al 4,2% su base annuale mentre nel mese di ottobre ha registrato una crescita dello 0,2%.

Bce, le previsioni degli analisti

La Bce e la Fed hanno segnalato, anche se non hanno confermato esplicitamente, che i tassi di interesse abbiano raggiunto il picco per questo ciclo di rialzi, che è stato un sollievo per i mercati azionari che obbligazionari.

E dunque la maggior parte dell’ulteriore inasprimento è ora attuato o scontato dai mercati, le valutazioni delle obbligazioni sono diventate sempre più interessanti.

“In Europa, i tassi front-end sono rimasti più stabili. I prezzi di mercato per il tasso principale della BCE a luglio del prossimo anno rimangono al 3,7%, simili ai livelli di inizio luglio di quest’anno. Dopo il rialzo “dovish” della riunione di settembre, non sono scontati altri rialzi, né tagli fino alla seconda metà del 2024.” Scrive in una nota Michiel de Bruin, Head of Global Macro e Portfolio Manager, Robeco.

“Ora che i cicli di rialzo delle banche centrali sembrano volgere al termine, prosegue de Bruin, la nostra posizione di sovrappeso sulla duration dei tassi nei Paesi sviluppati ci rassicura. Storicamente, vediamo i rendimenti raggiungere i livelli massimi intorno al penultimo rialzo dei tassi del ciclo. Il nostro scenario di base prevede che per molte banche centrali questo indicatore sia già passato. Pertanto, puntiamo a sfruttare le opportunità di valore nella parte inferiore della curva per aggiungere duration.”

“I dati sull’inflazione nel mese di ottobre mostrano un miglioramento dello scenario d’inflazione in un contesto però non privo di insidie. L’inflazione Eurozona è scesa al 2,9% da 4,3% di settembre, un minimo da oltre due anni, mentre in Italia l’inflazione sul NIC è tornata sotto la soglia BCE, all’1,8% dal 5,3% di settembre, per via principalmente di effetti base favorevoli sulla componente energia.” Si legge nel report di Aniello Dell’Anno Economista Area euro, Intesa Sanpaolo. “Anche il dato francese ha mostrato un calo della crescita tendenziale dei prezzi, cui fa eco la flessione dell’inflazione tedesca registrata ieri. Riteniamo che il trend di discesa dell’inflazione proseguirà nei prossimi mesi ma sarà in ogni caso lento e irregolare.”