Notizie Notizie Mondo Terremoto dazi, Trump sconvolge il mondo e innesca crollo Wall Street & co. “E’ il peggio del peggio”

Terremoto dazi, Trump sconvolge il mondo e innesca crollo Wall Street & co. “E’ il peggio del peggio”

3 Aprile 2025 08:05

Una tabella gigante in mano, parole di fuoco e firma in mondovisione dell’ordine esecutivo sui dazi reciproci. Donald Trump va all’attacco e porta a un livello superiore la guerra commerciale portata avanti dall’inizio del suo nuovo mandato colpendo tutti i principali partner commerciali. La reazione dei mercati è stata subito violenta con forti ribassi nelle principali Borse mondiali.

Trump apre l’era dei dazi reciproci

Dalla cornice del Rose Garden alla Casa Bianca, Donald Trump ha presentato un approccio tariffario in due fasi, in quello che aveva annunciato essere il “Giorno della Liberazione” per gli Stati Uniti.

Il presidente statunitense ha annunciato dazi di base del 10% sui beni importati negli Stati Uniti. La stretta entrerà in vigore dal 5 aprile. Alcuni paesi che l’amministrazione considera i peggiori trasgressori avranno delle tariffe aggiuntive che partiranno invece il 9 aprile.

Tra i più colpiti la Cina con il 34%, il 20% sull’Unione Europea, il 46% sul Vietnam, il 32% su Taiwan e 36% per la Thailandia. La Casa Bianca ha chiarito che l’aliquota tariffaria su Pechino si aggiunge alle tariffe già in vigore del 20% sulle importazioni cinesi, il che significa che l’aliquota effettiva su Pechino è del 54%.

Pechino: “è bullismo unilaterale”

Non si sono fatte attendere le risposte, per il momento solo verbali, dei principali paesi colpiti, a partire dalla Cina. Il Ministero del Commercio cinese ha esortato gli Stati Uniti ad “annullare immediatamente” le misure tariffarie unilaterali e ha promesso di adottare contromisure risolute per salvaguardare i propri diritti e interessi. Pechino bolla i dazi reciproci come una “tipica pratica di bullismo unilaterale”, aggiungendo che molti paesi hanno espresso “forte insoddisfazione e chiara opposizione”.

Bruxelles prepara ritorsioni

Alza la voce pure l’Europa, che prima di varare le contromosse proverà la via negoziale. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha descritto i dazi universali imposti dal presidente statunitense Donald Trump come un “duro colpo per l’economia mondiale” e ha affermato che l’Unione europea è pronta a rispondere con contromisure se i colloqui con Washington fallissero.

L’UE già prevedeva di imporre controdazi su un massimo di 26 miliardi di euro (28,4 miliardi di $) di beni statunitensi questo mese in risposta ai dazi statunitensi su acciaio e alluminio entrati in vigore il 12 marzo.

C’è chi come la Thailandia per il momento non minaccia contromisure e usa parole concilianti. Il primo ministro thailandese ha affermato che il suo Paese è pronto a negoziare con gli Stati Uniti per trovare un equo equilibrio commerciale per entrambe le parti, dopo che Trump ha annunciato dazi del 36% sulla Thailandia. Ha aggiunto che gli esportatori thailandesi dovrebbero anche cercare mercati aggiuntivi per i loro prodotti, per ridurre il rischio di dipendere da un unico mercato principale.

Mercati sotto shock, futures Nasdaq -3,5%

Violenta la reazione dei mercati in quello che si preannuncia un giovedì nero. I dazi globali minacciano di far salire l’inflazione e di bloccare la crescita economica degli Stati Uniti e del mondo intero.

In Asia il Nikkei segna un calo di oltre il 3%. Le Borse europee sono attese partire in forte calo, mentre i futures di Wall Street sono crollati subito dopo l’annuncio di Trump. Al momento quello sul Dow Jones Industrial Average perde quasi 900 punti, ovvero il 2,12%. L’S&P 500 segna -2,9% mentre i futures del Nasdaq 100 indicano un possibile avvio a -3,4%.

Tra i singoli titoli nell’after hour crollo del 7% per Apple, primo titolo al mondo per capitalizzazione, -8% per Tesla, -5% Nvidia.

E’ quindi subito risk off sui mercati con rendimenti dei Treasury più bassi che fanno capire che la Fed potrebbe essere costretta a tagliare i tassi per contrastare in probabile caduta economica. L’oro, bene rifugio per eccellenza si è spinto a ridosso di 3.200 dollari l’oncia per poi ritracciare. Sul forex pronunciati cali del dollaro con il cross eur/usd in rialzo in area 1,095.

Analisti: “E’ tsunami tariffario”

I dazi reciproci del 20% sull’Unione Europea peggiorano le prospettive a breve termine dell’eurozona. Ing prova a stimare l’impatto sull’economia continentale. “Molto è ancora poco chiaro e quantificare appieno l’impatto di un simile tsunami tariffario, che in realtà riporta ai livelli tariffari degli anni ’30, è quasi impossibile. Le tariffe generali del 20% potrebbero ridurre di 0,3 punti percentuali la crescita del Pil dell’eurozona nei prossimi due anni, se ci si concentra solo sull’impatto commerciale diretto e indiretto”.

C’è poi la Cina. “Le tariffe statunitensi più alte del previsto peseranno sulla crescita e l’inflazione cinese quest’anno. La Cina è stata piuttosto misurata nella sua reazione ai primi due round di tariffe. Ma una brusca escalation tariffaria del 34% rischia di necessitare di una risposta più forte sia in termini di stimolo interno che di potenziale ritorsione”, affermano gli esperti di Ing.

Dan Ives di Wedbush bolla questa serie di dazi annunciati da Trump come  “peggiori dello scenario peggiore” che Wall Street temeva. “Gli investitori si concentreranno sui dettagli specifici nelle prossime 24 ore, la cosa che ha lasciato a bocca aperta è stata la tariffa reciproca cinese del 34%. Taiwan al 32% è l’altra principale, insieme all’UE al 20%”. “Le azioni tecnologiche saranno chiaramente sotto una forte pressione su questo annuncio, poiché le preoccupazioni sulla distruzione della domanda, le catene di fornitura e, in particolare, la parte Cina/Taiwan delle tariffe”. Un esempio lampante è Apple che produce fondamentalmente tutti i suoi iPhone in Cina e la questione sarà sulle eccezioni/esenzioni su questa politica tariffaria se quelle aziende stanno costruendo più operazioni/fabbriche/impianti negli Stati Uniti come annunciato da Apple a febbraio. “Per Nvidia e altri player di chip con un’esposizione significativa alle catene di fornitura di Cina e Taiwan, la preoccupazione sarà sugli impatti sui prezzi e sui margini insieme a cosa ciò significherà per la catena di fornitura globale in futuro”, aggiunge Ives.