Nvidia vola a Wall Street e torna nel club dei 3mila mld. Trump porta i chip Usa in Arabia Saudita

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Il colosso Nvidia torna a volare alto Wall Street, dopo l’annuncio di una serie di accordi commerciali degli Stati Uniti in Medio Oriente che prospettano enormi investimenti nell’intelligenza artificiale.
Secondo piani che verranno rivelati in dettaglio nei prossimi giorni, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi avranno accesso ai chip più avanzati prodotti da Nvidia e AMD, leader del settore per quanto riguarda le capacità di utilizzo nel campo dell’AI.
Nvidia, leader mondiale dei semiconduttori, annuncerà inoltre i risultati trimestrali il 28 maggio, il che potrebbe dare un’ulteriore spinta in avanti al titolo.
La nuova strategia di Trump: apertura a sauditi ed emirati per creare nuovo polo globale dell’AI
Nella giornata di ieri il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è arrivato a Riyadh ed è stato accolto in pompa magna dal principe Mohammed bin Salman. Al seguito di Trump si sono visti il segretario al Tesoro Scott Bessent, il segretario al Commercio Howard Lutnick, il segretario alla Difesa Pete Hegseth, e anche Elon Musk, così come il ceo di OpenAI Sam Altman e una schiera di leader di altissimo profile del settore high-tech americano.
Le nuove iniziative commerciali sono state annunciate da Trump durante un discorso in cui il presidente americano ha preso le distanze dall’interventismo che ha dominato a Washington fin dagli anni 90, e in particolare dai “neocons”, dalle idee di “nation building” e di esportazione della democrazia. Notevole, comunque la si pensi, è stato l’annuncio di rimuovere tutte le sanzioni contro la Siria.
Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg Nvidia fornirà i suoi microchip più avanzati a Humain, una società creata dal regno saudita per sviluppare le capacità nell’AI del paese.
Humain otterrà “diverse centinaia di migliaia” dei chip più avanzati prodotti da Nvidia negli ultimi anni. Tra questi: 18.000 GB300 Grace Blackwell e la tecnologia di networking InfiniBand.
Sempre secondo indiscrezioni, l’amminsitrazione Trump starebbe valutando per gli Emirati Arabi un piano che consentirebbe al paese del Golfo di importare oltre un milione di microchip prodotti dalla società guidata da Jensen Wang.
Riscritte le regole di Biden, ma alcuni a Washington temono infiltrazioni cinesi
Movimentazioni di questo tipo vanno molto oltre i limiti imposti dalla precedente amministrazione di Joe Biden per salvaguardare le tecnologie AI statunitensi. Il governo Trump si è già impegnato a riscrivere le misure del suo predecessore – la cosiddetta “regola di diffusione dell’AI”- che prevedevano di suddividere i paesi in tre livelli di accesso ai microchip per l’intelligenza artificiale e avevano trovato forte opposizione da parte dei produttori come la stessa Nvidia. L’amministrazione Trump, come in quasi tutto il resto, si focalizzerà su accordi bilaterali.
Tuttavia piani di questo tipo hanno attirato anche critiche in particolare tra le fazioni di Washington più scettiche nei confronti di Pechino. Il rischio, secondo loro, è che i cinesi possano ottenere quei chip avanzati sottobanco direttamente dagli Emirati oppure che possano ottenerne il know-how attraverso la cloud.
Entusiasmo analisti: in arrivo nuova rivoluzione AI
Per Daniel Ives di Wedbush gli accordi di Trump in Medio Oriente possono creare un nuovo polo di sviluppo globale e rappresentare una rivoluzione nel mercato dell’AI.
“Le opportunità di mercato in Arabia Saudita potrebbero nel tempo aggiungere altri 1000 miliardi di dollari al mercato globale dell’AI nei prossimi anni e questa dinamica non si riflette ancora nei prezzi di mercato”, ha detto. Ha fatto riferimento al piano strategico Saudi Vision 2030, che include anche nei prossimi cinque anni la costruzione di nuovi data centere per addestrare a diffondere i suoi modelli di AI.
La strategia di Trump in Medio Oriente va vista anche nel contesto della partita a poker con la Cina, ha detto Ives. Da una parte “la Cina si vede restringe l’accesso ai vecchi chip H20 di Nvidia e questo rallenta l’infrastruttura AI di Pechino, dall’altro vediamo i sauditi prendersi il meglio della nuova generazione di chip di Nvidia, con una presentazione sul tappeto rosso per il mondo di Big Tech. I cinesi di sicuro stanno prendendo nota e questo va aggiungersi al pathos delle negoziazioni su dazi” tra USA e Cina dei prossimi mesi.
Tra i grandi nomi di Big Tech presenti a Riyadh erano anche Jensen Wang, il ceo di Palantir Alex Karp, quello di IBM Arvind Krishna, la ceo di AMD Lisa Su e il ceo di Amazon Andy Jassy.
Ives conclude dicendo che gli sviluppi in Arabia Saudita “sono un trend fondamentale sui focalizzarsi nei prossimi mesi” che mostra la leadership tecnologica americana in questa quarta rivoluzione industriale e c’è “un chip che alimenta questa spesa generazionale, ed è il Padrino dell’AI Jensen ed Nvidia”