Notizie Notizie Italia Maxi-taglio dazi Usa-Cina per 90 giorni, svolta di Ginevra fa volare le Borse. Ftse Mib ai top dal 2007 e l’oro affonda

Maxi-taglio dazi Usa-Cina per 90 giorni, svolta di Ginevra fa volare le Borse. Ftse Mib ai top dal 2007 e l’oro affonda

12 Maggio 2025 09:15

Fumata bianca da Ginevra. Il primo round di colloqui tra Usa e Cina sui dazi ha evidenziato “progressi sostanziali”, secondo quanto dichiarato ieri pomeriggio dal Segretario al Tesoro Scott Bessent. Lo stesso Bessent stamattina ha diffuso i dettagli dell’intesa che prevede una tregua di 90 giorni con dazi drasticamente abbassati da entrambe le parti.

Esito vertice di Ginevra mette le ali alle Borse, Ftse Mib oltre muro 40mila

I futures sul Dow Jones Industrial Average segnano un progresso di oltre 870 punti, ovvero +2,2%. Meglio fanno quelli sull’S&P 500 e sul Nasdaq 100 in aumento rispettivamente del 2,7% e del 3,6%.

In deciso rialzo anche le Borse europee con Piazza Affari. Il Ftse Mib segna +1,9% sopra la soglia dei 40mila punti (massimi dal 2007) con in prima fila Unicredit (+3,9%) in scia al trimestre record e al rialzo della guidance 2025. Sul valutario si rafforza il dollaro Usa con cross eur/usd sceso in area 1,122.

Annaspa invece l’oro a 3.240 dollari l’oncia, in calo di oltre il 3% e pagando l’ondata di risk on sui mercati che allenta la domanda di asset rifugio.

La svolta di Ginevra

Stamattina Segretario al Tesoro Scott Bessent ha annunciato che gli Stati Uniti e la Cina hanno concordato di sospendere la maggior parte dei dazi per 90 giorni.  “Abbiamo avuto colloqui molto produttivi e credo che la sede, qui sul lago di Ginevra, abbia aggiunto grande equanimità a quello che è stato un processo molto positivo”, ha detto il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent in una conferenza stampa.

“Abbiamo raggiunto un accordo su una pausa di 90 giorni e abbiamo sostanzialmente abbassato i livelli tariffari. Entrambe le parti sulle tariffe reciproche ridurranno le loro tariffe del 115%”, ha detto Bessent. Pertanto Washington ha deciso di ridurre i dazi sulla Cina dal 145% al 30%, mentre i dazi di Pechino sulle importazioni dagli Stati Uniti saranno ridotti dal 125% al 10%.

Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha affermato che i due giorni di colloqui commerciali con i funzionari cinesi a Ginevra sono stati “produttivi”. Dello stesso parere il vice premier cinese He Lifeng che ha parlato di “un importante primo passo” verso la risoluzione delle divergenze.

He ha anche affermato che le due maggiori economie mondiali hanno concordato di creare un meccanismo per ulteriori colloqui, guidato da Bessent e da lui stesso. “Come diciamo in Cina, se i piatti sono deliziosi, il momento giusto non conta”, ha aggiunto viceministro del Commercio cinese Li Chenggang, nominato rappresentante commerciale.

Analisti plaudono al segnale positivo

Una boccata d’ossigeno importante per gli investitori “Questo è un enorme segnale positivo nella giusta direzione per i mercati e da questi colloqui svizzeri sono emersi più progressi di quanto persino i rialzisti si aspettassero”, sottolinea Dan Ives, responsabile globale della ricerca tecnologica di Wedbush Securities. “Questo è chiaramente solo l’inizio di negoziati più ampi e completi, e ci aspettiamo che entrambi i dazi diminuiscano sensibilmente nei prossimi mesi, con l’avanzare dei negoziati – ha aggiunto Ives dopo la notizia del maxi taglio dei dazi per 90 giorni – L’ipotesi di base per il fine settimana era una de-escalation dei dazi tra Stati Uniti e Cina e l’accordo per ulteriori colloqui… invece, in uno scenario da sogno, stamattina Bessent e la Cina sono usciti da questi colloqui con massicci tagli ai dazi reciproci, un’enorme vittoria per il mercato e i rialzisti”.

“Sebbene restiamo scettici sul fatto che si possa raggiungere un accordo sostanziale dopo soli due giorni di colloqui, è chiaro che entrambe le parti stanno cercando di disinnescare la situazione”, rimarca invece Win Thin, global head of markets strategy presso Brown Brothers Harriman & Co.

Ma quanto scenderanno i dazi tra Usa e Cina? “L’unica vera questione che interessa agli investitori è quanto gli Stati Uniti faranno un passo indietro sui dazi che attualmente bloccano di fatto il commercio bilaterale. Anche un dazio dell’80% (suggerito da Trump) bloccherebbe di fatto il commercio bilaterale. Un’imposta del 20% danneggerebbe l’economia statunitense, ma consentirebbe al commercio di continuare”, commenta stamattina Paul Donovan, chief economist di UBS Global Wealth Management.

I punti interrogativi sulle ripercussioni della guerra dei dazi innescata dall’Amministrazione Trump rimangono quindi ben presenti. In attesa di capire cosa significhi sostanziale, Bloomberg Economics pone l’accento sul fatto che anche un calo significativo dei dazi rispetto agli attuali livelli elevati lascerebbe comunque un vuoto significativo nel commercio bilaterale. Negli scenari tariffari più bassi, il calo delle esportazioni – e l’impatto sul PIL cinese – è minore. “Ciononostante – rimarca Jennifer Welch, chief Geoeconomics Analyst di Bloomberg Economics – con dazi su molti prodotti superiori al 30% anche nello scenario ‘successo’ – sostanzialmente più alti di quelli affrontati dai concorrenti – le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti potrebbero comunque diminuire di quasi il 60% nel medio termine”.

(aggiornata alle 9:40)