Da Pce core Usa segnale positivo per la Fed sul fronte inflazione
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Il core Pce statunitense di novembre è risultato inferiore alle attese, con un +2,8% su base annua, in linea con il mese precedente (+0,1% su base mensile). Un segnale che allevia parzialmente le preoccupazioni per l’inflazione espresse in settimana dalla Fed e dal presidente Powell, che ha manifestato una certa cautela sui futuri tagli dei tassi.
Pce core stabile al 2,8% a/a
A novembre l’indice Pce (personal consumer expenditures) ha registrato un aumento dello 0,1% rispetto a ottobre, inferiore allo 0,2% delle stime, e una crescita del 2,4% su base annua, in accelerazione rispetto al +2,3% del mese precedente ma meno di quanto previsto dal consensus (+2,5%).
L’indice Pce core, che esclude i prezzi alimentari ed energetici in quanto più volatili, mostra un incremento congiunturale dello 0,1% (consensus +0,2%, precedente +0,3%) e un +2,8% rispetto a novembre 2023, in linea con ottobre e al di sotto del 2,9% atteso dagli economisti.
Fra gli altri dati, la spesa reale (corretta per l’inflazione) è salita dello 0,3%, come previsto, rispetto al +0,1% del mese precedente.
Pausa inflazione, segnale positivo per la Fed
La misura dell’inflazione di fondo preferita dalla Federal Reserve si è dunque attenuata a novembre, registrando l’aumento mensile più lento da maggio e compiendo un passo nella direzione indicata dai responsabili di politica monetaria per giustificare nuovi tagli dei tassi.
In settimana, la Fed si è riunita per l’ultima volta nel 2024, abbassando il costo del denaro di 25 punti base al range 4,25-4,50%. Tuttavia, i funzionari hanno rivisto al ribasso le loro proiezioni sui tagli del 2025, da quattro a due sole riduzioni. Inoltre, il presidente Powell ha usato toni molto prudenti, innescando una reazione negativa per l’azionario, un rafforzamento del dollaro e una risalita dei rendimenti obbligazionari.
Parlando prima della pubblicazione dei dati odierni, la presidente della Fed di San Francisco Mary Daly ha affermato di essere “molto a suo agio” con la proiezione di due tagli nel 2025, sottolineando che la banca centrale può adottare un approccio più lento.
In seguito alla diffusione del rapporto, i mercati hanno incrementato le scommesse sulle riduzioni, stimando un allentamento monetario complessivo di 44 punti base da qui alla fine del prossimo anno, contro i 35 bp circa di ieri.