Crisi debito USA e “credit crunch” complicano i piani di Powell
Il numero uno della Fed, Jerome Powell ritiene che l’economia statunitense possa evitare la recessione. Ed è quanto ha dimostrato il mercato del lavoro Usa più che solido secondo i numeri del report occupazionale di aprile reso noto venerdì scorso, in seguito al rialzo dei tassi della Fed, mettendo a tacere chi spera nella svolta dovish della banca centrale americana.
Ma ci sono anche alcuni fattori che aumentano le probabilità contro Powell: la crisi bancaria USA e lo stallo tra democratici e repubblicani relativo al tetto del debito pubblico statunitense.
USA, il mercato del lavoro rimane forte
Secondo Powell, la forza che sfida la gravità del mercato del lavoro americano, mostrata di nuovo questo venerdì, grazie ad un aumento eccezionale dei nuovi posti di lavoro nel mese di aprile (250.000 unità), sta spianando la strada ad un “soft landing” ovvero niente recessione, nonostante i tassi della Fed abbiano superato la soglia del 5%.
“È possibile che questa volta sia davvero diverso”, ha detto ai giornalisti la scorsa settimana il capo della Fed dopo aver alzato i tassi per la decima volta consecutiva.
Tuttavia, un mercato del lavoro che mostra segnali di forza, significa che la Fed dovrà mantenere i tassi più alti più a lungo per reprimere l’inflazione. E questo è il vero motivo per cui i rischi di recessione sono così alti.
Nel frattempo l’economia americana dovrà superare tre ostacoli principali, tutti indicativi di una flessione nella seconda metà del 2023.
Il credit crunch
I recenti fallimenti bancari negli Stati Uniti, con l’aggiunta della generale riduzione dei depositi a favore dei money market funds, hanno già portato a una prima conseguenza negativa per l’economia Usa. Nelle ultime due settimane di marzo i prestiti delle banche commerciali si sono ridotti, secondo i dati ufficiali della Fed, di 105 miliardi di dollari. Si tratta del peggior calo dal 1973 e indica che le banche, a fronte dello shock iniziato con il default di SVB e poi della Signature Bank, hanno iniziato a chiudere i rubinetti del credito. Inoltre, è anche una conseguenza dell’impatto dell’inasprimento delle politiche sui tassi della Fed.
Lo stallo sull’innalzamento del tetto sul debito USA
Il segretario al Tesoro, Janet Yellen ha affermato in più occasioni che il mancato aumento del tetto del debito causerà una “forte recessione economica” negli Stati Uniti, e ha avvertito che il Dipartimento del Tesoro potrebbe esaurire i fondi per pagare i propri obblighi di debito entro giugno.
“La nostra proiezione attuale è che all’inizio di giugno arriverà un giorno in cui non saremo in grado di pagare i nostri conti a meno che il Congresso non alzi il tetto del debito, ed è qualcosa che esorto fortemente il Congresso a fare”, ha dichiarato Yellen a “This Week” della ABC.
Inoltre, Yellen ha affermato che gli Stati Uniti hanno già utilizzato “misure straordinarie” per evitare il default, e non è qualcosa che il Dipartimento del Tesoro può continuare a fare. Ed ha allertato il Congresso USA deve agire per evitare la “calamità economica.”
Il Tesoro sta cercando di evitare il default da quando ha raggiunto l’attuale limite legale di 31,4 trilioni di dollari a gennaio 2023. Il presidente Joe Biden e il presidente della Camera, Kevin McCarthy dovrebbero tenere colloqui sul tetto del debito il 9 maggio, ma le aspettative per una svolta sono attenuate.
McCarthy ha già promosso un disegno di legge repubblicano che imporrebbe tagli radicali alla spesa in cambio dell’aumento del tetto, ipotesi che i democratici hanno respinto o almeno per il momento.