Notizie Notizie Italia CreVal, cda dà ragione al fronte anti-Opa: prezzo Credit Agricole ‘non congruo’. Advisor indicano quello giusto

CreVal, cda dà ragione al fronte anti-Opa: prezzo Credit Agricole ‘non congruo’. Advisor indicano quello giusto

29 Marzo 2021 14:47

Alla vigilia dell’Opa di Credit Agricole Italia, la questione più spinosa per CreVal è sempre quella: il prezzo.

Luigi Lovaglio, AD di CReVal, spiega il motivo per cui il prezzo offerto da Credit Agricole Italia non sia congruo
Foto Carlo Cozzoli – LaPresse
18-06-19 Milano ( Italia )
Cronaca
Presentazione Piano Industriale di Creval alla Fondazione Stelline
Nella foto Luigi Lovaglio amministratore delegato gruppo Creval

A ricordarlo, è stato oggi lo stesso amministratore delegato della banca, Luigi Lovaglio, nella conferenza stampa successiva alla pubblicazione del comunicato, in cui si legge, tra le altre cose, che “il Consiglio di amministrazione di CreVal, dopo attenta valutazione del documento di offerta e della documentazione disponibile, ritiene che il corrispettivo pari ad euro 10,500 per azione CreVal (cum dividendo) non sia congruo per gli azionisti di CreVal“.

Il titolo Creval oggi si mantiene in area 12,10 euro, ossia il 15 per cento sopra il prezzo offerto da Credit Agricole.

“Riteniamo che ci sia una valida valenza strategica nel progetto della potenziale fusione con Credit Agricole, ma riteniamo giusto che siano valorizzati gli elementi distintivi di Creval” che, “a nostro avviso, non sono stati tenuti in considerazione nell’offerta”, ha detto Lovaglio.

“Rispettiamo Credit Agricole, è una grandissima banca, hanno un modello di business fantastico” e “noi abbiamo un’ottima partnership assicurativa che funziona molto bene”.

Insomma, ha precisato il ceo “non stiamo discutendo la valenza potenziale del progetto industriale” ma “per quello che ha fatto il Creval, per i benefici che ne deriverebbero, per la qualità enorme del personale, è giusto che questo sia riconosciuto e il prezzo oggi offerto ci sembra non lo riconosca”.

Siamo una banca pulita” – ha detto ancora l’AD di CreVal, ricordando i benefici fiscali DTA “anche in ottica stand alone”, così come “la forte posizione di capitale”.

AD Lovaglio: ‘Creval è un gioiellino’. Il prezzo giusto per gli advisor

Creval è un gioiellino – ha detto ancora Lovaglio, riferendosi alla possibilità o meno di un rilancio del prezzo da parte di Credit Agricole – e credo che chi sa di banca capisca quale sia il valore intrinseco di questa banca. E quindi, siccome realtà come la nostra sono uniche, se fossi io farei di tutto per cercare di combinare l’operazione”.

Insomma, il problema è il prezzo: “Il tema non è M&A ma il prezzo” di 10,5 euro per azione.. Quale dovrebbe essere allora il prezzo giusto”?

Nel Comunicato dell’Emittente approvato dal cda del Creval si legge che “la fairness opinion degli advisor finanziari del Credito Valtellinese identifica un prezzo minimo di valorizzazione di 12,95 euro rispetto ai 10,5 euro per azione offerti dal Credit Agricole nell’ambito dell’Opa. Nel dettaglio la forchetta di valore di valorizzazione delle azioni espressa da Bofa Securities e Mediobanca va da un minimo di 12,95 euro a un massimo di 22,7 euro, a seconda delle tipologie delle diverse metodologie prese in considerazione”.

Credito Valtellinese, nel comunicato diramato questa mattina, ha sottolineato che la banca “presenta diversi elementi di valore in ottica di M&A che si ritiene debbano essere adeguatamente valorizzati e considerati nell’OPA”.

Tra questi, i “benefici fiscali derivanti dalla conversione in crediti di imposta di Deferred Tax Assets (DTA) nel contesto della possibile aggregazione tra CAI e Creval in base a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2021, approvata dopo l’annuncio dell’Offerta. Di fatto, “la Legge di Bilancio 2021, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre 2020 (quindisuccessivamente all’annuncio dell’Offerta del 23 novembre 2020), consentirebbe di convertire in crediti di imposta sia le DTA relative a perdite fiscali ed eccedenze ACE pregresse di Creval, pari a circa euro 249 milioni al 31 dicembre 2020, che di CAI (Credit Agricole Italia), pari a circa euro 136 milioni al 31 dicembre 2020. Tale beneficio, significativamente superiore rispetto a quello conseguibile in ottica stand-alone dalle due banche, stimato sulla base dei predetti dati, ammonterebbe, al netto della relativa commissione di conversione e del relativo effetto fiscale, a circa 321 milioni di euro e sarebbe conseguibile pressoché nell’immediato o comunque nel breve termine. Tali benefici fiscali consentirebbero un incremento della posizione patrimoniale per l’entità combinata e, quindi, per l’Offerente sia dal punto di vista contabile, per quanto riguarda le DTA fuori bilancio, che regolamentare, per quanto riguarda le DTA in bilancio e fuori bilancio”.

Inoltre, “in aggiunta all’eccesso di capitale su base stand-alone precedentemente evidenziato, è bene sottolineare che laddove fosse preso in considerazione come termine di confronto il CET 1 ratio fully loaded target dichiarato da Crédit Agricole nel proprio piano industriale 2019-2022 (pari all’11% al 2022), Crédit Agricole e gli altri azionisti dell’Offerente potrebbero potenzialmente beneficiare di un ulteriore buffer di capitale pari a circa euro 280 milioni, incrementali rispetto al sopracitato eccesso di capitale di oltre euro 400 milioni rispetto alla media delle principali banche italiane quotate, per un totale complessivo di buffer di capitale di circa Euro 700 milioni (anche prima dei benefici da conversione di DTA) potenzialmente impiegabile nell’implementazione di iniziative strategiche del gruppo”.

Il cda ha messo in evidenza d’altronde come i mercati rivendichino un prezzo dell’offerta più alto, come emerso di fatto nelle ultime settimane.

Lo stesso “titolo Creval, a seguito dell’annuncio dell’Offerta, ha trattato costantemente a significativo premio rispetto al Corrispettivo, aspetto che evidenzia che il mercato appare ritenere il Corrispettivo dell’offerta non espressivo di una valorizzazione adeguata di Creval”.

Tra l’altro, specifica ancora il comunicato del cda, “il premio del 21,4% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni al 20 novembre 2020 (giorno di borsa aperta precedente la data di annuncio), così come gli altri premi dichiarati rispetto alle varie medie dei prezzi di mercato di Creval illustrate nel Documento di Offerta, ha una limitata valenza informativa per i seguenti motivil’annuncio dell’offerta è avvenuto in un periodo in cui il titolo Creval stava attraversando un percorso di progressivo apprezzamento; i vari periodi temporali utilizzati dall’Agricole nel Documento di Offerta per esprimere il premio implicito hanno limitata significatività in quanto risultavano fortemente influenzati dall’impatto della diffusione della pandemia da Covid-19, incluse le relative fasi maggiormente acute, oppure, nel periodo precedente, non riflettevano ancora il progressivo apprezzamento da parte del mercato dell’implementazione delle iniziative strategiche previste dal piano industriale; il titolo Creval su base stand-alone avrebbe potuto beneficiare del trend positivo registrato dal settore bancario in generale nel periodo successivo alla promozione dell’Opa, in particolare a seguito dell’annuncio del Governo Draghi“.

Inoltre, in ottica stand-alone, “l’elevata posizione di capitale crea le condizioni per un potenziale rafforzamento della politica dei dividendi successivamente alla scadenza degli attuali limiti posti dalla Bce sino al 30 settembre con riferimento alla crisi pandemica” da Covid-19.

La questione del prezzo offerto da Credit Agricole Italia su CreVal ha scatenato un vero e proprio muro anti-Opa francese da diversi soci di Credito Valtellinese.

Negli ultimi giorni il fronte anti-Opa si è fatto più ampio, coinvolgendo diversi hedge fund: oltre al no di Alta Global, Petrus Advisers e Hosking Partners si è aggiunta anche l’opposizione della londinese Melqart Asset Management, che detiene una quota del capitale di CreVal pari al 4,8% (gli altri tre fondi speculativi detengono il 15% circa dell’istituto). “Rifiutare con forza l’offerta e trovare alternative strategiche che possano valorizzare meglio la banca”, ha tuonato l’hedge fund, stando a quanto dichiarato dal fondatore e direttore degli investimenti Michel Massoud.

L’Opa partirà ufficialmente domani 30 marzo, dopo l’ok della Consob, per terminare il 21 aprile (estremi inclusi), con data di pagamento il prossimo 26 aprile, salvo proroghe.