Credit Suisse, dalla crisi alla resilienza: che anno è stato per gli AT1
Quasi un anno fa, il mondo finanziario veniva scosso dalle turbolenze nel settore bancario, culminate nella fusione forzata tra le banche svizzere UBS e Credit Suisse. Questo evento ha gettato un’ombra di incertezza sull’asset class Additional Tier 1 (AT1), con gli investitori che hanno dovuto assorbire perdite significative mentre le autorità svizzere rovesciavano la dinamica dei fallimenti. In seguito, altri istituti bancari europei hanno affrontato sfide simili, portando a un clima di incertezza nel mercato. Ad analizzare il tema nel dettaglio è stato Jakub Lichwa, Portfolio Manager di Vontobel.
At1, tra solidità e incertezze
Nonostante le sfide, le banche europee rimangono ben posizionate per affrontare il contesto operativo attuale. Secondo l’esperto i fondamentali del settore mostrano una gestione prudente delle esposizioni creditizie e una diversificazione dei flussi di reddito. Sebbene si preveda un aumento dei costi del rischio e margini leggermente più bassi nel futuro prossimo, i coefficienti patrimoniali rimangono storicamente elevati, garantendo una certa stabilità. Le valutazioni dell’indice AT1 EUR continuano a offrire spread più ampi rispetto all’high yield, anche se il divario non si è ancora completamente colmato dopo gli eventi dello scorso anno. In un contesto di rialzo dei tassi di interesse, i rendimenti dell’AT1 rimangono interessanti rispetto agli high yield, rendendo questa classe di attività attraente per gli investitori. Nonostante le sfide, circa il 62% dell’universo AT1 beneficia di almeno un rating investment grade, sottolineando la resilienza e il potenziale di crescita di questo settore.
Cosa sono i bond AT1
L’Additional Tier 1 (AT1) è una classe di attività finanziarie utilizzata principalmente nel settore bancario. Si tratta di strumenti ibridi di debito e capitale emessi da istituti finanziari per aumentare il loro capitale di rischio e soddisfare i requisiti di Basilea III. Gli strumenti AT1 sono noti anche come “Coco bonds” (Contingent Convertible Bonds) poiché hanno una struttura unica che prevede la conversione in azioni o la cancellazione del debito in determinate circostanze, come il raggiungimento di un livello di capitale prefissato o la dichiarazione di insolvibilità. Questo li rende strumenti finanziari ad alto rendimento e ad alto rischio, spesso utilizzati dagli investitori alla ricerca di un rendimento più elevato ma consapevoli dei rischi associati alla loro natura complessa e condizionale.