Notizie Notizie Mondo Covid effect, JP Morgan: utili -69% ma margine netto interesse sale. Eps banche Usa: l’outlook da 2020 a 2022

Covid effect, JP Morgan: utili -69% ma margine netto interesse sale. Eps banche Usa: l’outlook da 2020 a 2022

14 Aprile 2020 13:31

In tempi di COVID-19, il colosso bancario americano JP Morgan ha reso noto di aver assistito, nel primo trimestre del 2020, a un tonfo degli utili netti pari a -69%, a $2,87 miliardi, o un eps 78 centesimi per azione, dai $9,18 miliardi, o $2,65 per azione, dello stesso trimestre del 2019. Il consensus di FactSet era per un attivo per azione pari a $2,18. La forte diminuzione di redditività è dovuta ai $6,8 miliardi di accantonamenti per perdite sui prestiti effettuati dalla banca.

Il fatturato è calato da $29,85 miliardi a $29,07 miliardi, peggio dei $29,55 miliardi previsti dagli analisti. In tempi di pandemia coronavirus, gli utili e il fatturato del gigante americano hanno così fatto peggio delle attese.

Ci sono però alcune buone notizie: il margine netto di interesse si è confermato piatto a $14,5 miliardi, comunque meglio dei $14 miliardi attesi.

Inoltre, JPM ha assistito a una forte crescita del giro d’affari nelle divisioni equity e di reddito fisso.

In particolare, il fatturato della divisione equity markets – da considerare all’interno dell’unità C&I -, è balzato del 28% a $2,2 miliardi e quello della divisione fixed income ha messo a segno un rialzo del 34% a $5 miliardi.

Così l’AD Jamie Dimon:

“Il primo trimestre (dell’anno) è stato caratterizzato da sfide senza precedenti e, di conseguenza, ci ha chiesto di focalizzarci su cosa una banca può fare, al di là delle attività ordinarie del suo business, per rimanere forte, resiliente e ben posizionata, al fine di sostenere tutti gli azionisti”.

Da segnalare, stando a quanto riporta MarketWatch, che il titolo JP Morgan ha perso il 29,3% nell’arco degli ultimi tre mesi, sottoperformando il Dow Jones, che ha ceduto il 19,2%. Le quotazioni della banca salutano con favore la pubblicazione del bilancio del primo trimestre dell’anno, che ha mostrato come il colosso abbia dato prova di resilienza, nonostante l’effetto COVID-19.

JP Morgan è stata la prima tra le banche americane a diffondere la trimestrale. Grande è l’attesa per il bilanci del settore, messo a dura prova dalla pandemia.  Così come anche nel caso delle banche europee, gli istituti Usa hanno dovuto congelare per ora sia le operazioni di buyback che l’erogazione dei dividendi.

L’outlook di KBW sull’eps delle banche Usa

Le stime sull’eps delle banche Usa relative al 2020 e anche al 2021 dicono tutto sull’impatto del coronavirus, sul settore, atteso dagli analisti. Gli analisti di Keefe Bruyette & Woods (KBW) che fanno capo a Brian Kleinhanzl si sono messi in evidenza negli ultimi giorni per aver tagliato l’outlook sull’eps del 2020 e del 2021 delle cosiddette “banche universali”, rispettivamente del 58% e del 50%.

Il maxi downgrade è stato motivato con l’aumento stimato della disoccupazione Usa, con le perdite sui crediti e conseguenti bad loans e con il contesto di tassi di interesse molto bassi. Per “banche universali” KBW intende le sei principali banche americane. Nel report, Kleinhanzl ha presentato anche l’outlook per il 2022, “in quanto crediamo che, a quel punto, gli impatti dell’elevata attività di accantonamento saranno stati ridotti e, di conseguenza, gli investitori potranno valutare i titoli bancari sulla base dei ritorni riportati nella fase successiva alla recessione”.

Le sei banche universali di cui parla KBW sono Jp Morgan; Bank of America; Citigroup; Wells Fargo; Goldman Sachs; e Morgan Stanley.

Per JP Morgan, che ha per l’appunto reso noto il bilancio del primo trimestre nella giornata di oggi, le previsioni sull’eps del 2020 sono state sforbiciate da 11 dollari a 4,34; l’outlook sull’eps del 2021 è stato tagliato da $11,80 a $5,42; quello del 2022 è atteso in recupero a $7,70.

Per Bank of America, l’outlook sull’eps di quest’anno è passato da $3,05 a $1,36, quello per il 20231 da $3,30 a $1,59, per il 2022 le stime sono di una ripresa dell’attivo per azione a $2,43.

Per Citigroup: l’outlook sull’eps del 2020 è stato tagliato da $8,70 a $1,86; per il 2021 da $9,70 a $2,84; per il 2022 atteso un eps di $6,51.

Per Wells Fargo, che ha pur riportato il bilancio oggi; le stime sull’eps del 2020 sono state tagliate da $4,10 a $0,90; da $4,65 a $1,90 per il 2021; per il 2022 è atteso un eps di $3,29.

Per Goldman Sachs: l’outlook sull’eps è stato rivisto al ribasso da $24 a $10,65; quello per il 2021 da $27,05 a $17,77; per il 2022 atteso un attivo per azione pari a $22,66.

Per Morgan Stanley: l’outlook sull’eps è stato ridotto da $5,45 a $2,12; quello per il 2021 da $6,05 a $3,13; per il 2022 le stime sono di un eps di $7,70.

A dispetto del brusco taglio delle stime sull’eps, gli analisti di KBW hanno un rating “outperform” su J.P. Morgan Chase e su Goldman Sachs.