Petrolio: c’è il taglio record dell’Opec+ ma potrebbe non bastare, Ing rivede view prezzi di breve e medio periodo
Accordo storico per diminuire la produzione di petrolio di ben il 10% dell’offerta globale. Dopo quattro giorni di discussioni, l’OPEC + che comprende i membri Opec più alcuni dei maggiori produttori mondiali quali Russia e Messico ha concordato ieri di ridurre la produzione di 9,7 milioni di barili al giorno (bpd) a maggio e giugno per sostenere i prezzi del petrolio. Un taglio record che al momento non sta scaldando i prezzi del petrolio con il WTI volatile in area 22,6 $ dopo un picco balzo in avvio di giornata, mentre il Brent fa peggio scendendo a 31 dollari (-1,5%). Emerge già il timore che tali tagli non saranno sufficienti a superare l’eccesso di offerta con la domanda di martellamento della pandemia del coronavirus.
I tagli andranno a diminuire con il tempo, i dettagli dell’accordo
Rispetto a quanto concordato giovedì dall’Opec, che prevedeva che la produzione mondiale di petrolio sarebbe diminuita di 10 milioni di barili al giorno, l’accordo finale in sede Opec+ vede un taglio leggermente inferiore (9,7 mln barili) andando incontro alle richieste del Messico che non era disposto ad accettare l’intero taglio assegnato. Questo taglio dell’output sarà quindi ridotto a 7,7 mln di barili al giorno nel secondo semestre dell’anno e ulteriormente ridotto a 5,8 mln di barili da gennaio 2021 fino a fine aprile 2022.
“Sebbene questi tagli siano significativi – rimarcano gli analisti di Ing – si prevede ancora un notevole surplus produttivo nel secondo trimestre. Pertanto, riteniamo ancora che a breve termine vi sia un rischio al ribasso dei prezzi del petrolio rispetto ai livelli attuali. Tuttavia, il floor per il mercato è probabilmente un po’ più alto”. Ing ha così deciso di rivedere al rialzo le previsioni sul Brent per il 2° trimestre da 20 a 25 $ al barile.
Resta incognita su recupero domanda in 2° semestre
“Data l’entità dei tagli fino alla fine di quest’anno – prosegue Warren Patterson, Head of Commodities Strategy di Ing – insieme ai cali organici di altri produttori, come gli Stati Uniti, le prospettive per i prezzi per il 2° semestre ora sembrano più costruttive. Ciò è particolarmente vero se ipotizziamo un recupero della domanda nell’ultima parte dell’anno”. Di conseguenza Ing ha rivisto più in alto le previsioni sul Brent per il 3° trimestre da 35 a 37 $ bbl, mentre le previsioni 4Q20 sono state riviste da 45 a 50 $ bbl.
Chiaramente l’evoluzione della domanda rimane la variabile più incerta in quanto c’è il concreto rischio che i lockdown permangano nei vari paesi anche nel secondo semestre e che quindi il il recupero della domanda previsto per l’ultima parte di quest’anno non sia tale.