Notizie Notizie Italia Cottarelli riceve incarico governo, parola al Parlamento: Italia rischia ricatto spread e aumento Iva

Cottarelli riceve incarico governo, parola al Parlamento: Italia rischia ricatto spread e aumento Iva

28 Maggio 2018 13:12

La parola passa, ora, al Parlamento: Carlo Cottarelli, incaricato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella di formare un nuovo governo, dopo il flop delle trattative per un esecutivo M5S-Lega, è stato chiaro. Subito dopo aver incontrato Mattarella ha fatto capire che non c’è tempo da perdere:

“Mi presenterò al Parlamento con un programma che, in caso di fiducia, prevede l’approvazione della legge di bilancio per il 2019, in seguito alla quale il Parlamento verrebbe sciolto con le elezioni a inizio 2019. In assenza di fiducia, il Governo si dimetterebbe immediatamente e il suo principale compito sarebbe la gestione ordinaria dell’amministrazione, accompagnando il Paese alle elezioni dopo il mese di agosto”.

L’ex commissario della Spending Review dei governi Letta e Renzi, l’uomo che ha fatto del risanamento dei conti pubblici quasi la missione della propria vita, ex funzionario dell’Fmi e di Bankitalia, si è detto onorato di aver ricevuto l’incarico, ben consapevole del rischio di non ricevere la fiducia.

Mi impegno a non candidarmi alle prossime elezioni e chiederò la stessa cosa agli altri membri del governo – ha continuato Cottarelli –  Negli ultimi giorni sono aumentate le tensioni nei mercati finanziari,  ma voglio sottolineare che l’Italia assiste a un’economia in crescita, i conti pubblici sono sotto controllo. Un governo da me guidato assicurerebbe la gestione prudente dei conti pubblici“.

Ma le parole di Cottarelli non sortiscono alcun effetto sui mercati: lo spread BTP-Bund balza fino a 13 punti percentuali, testando un record intraday a un valore superiore a 237 punti base, a fronte di tassi che volano fino al 2,77%, prima di rallentare un po’ la corsa. Banche italiane nel mirino, UniCredit viene sospesa nuovamente per eccesso di ribasso, e i risultati dell’ asta odierna di titoli di Stato alimentano la tensione di trader e investitori.

La crisi istituzionale rimane aperta, e i mercati stanno tutti scontando il rischio che il governo Cottarelli non riceva la fiducia in Parlamento, tanto che lo stesso neo premier incaricato non si fa grandi illusioni.

In caso di mancata fiducia, tuttavia, l’Italia rischia di soccombere non solo al rischio spread, ma anche al rischio di un aumento dell’Iva: in assenza di un governo nel pieno dei poteri che sia capace di varare una legge di bilancio, l’aumento dell’Iva scatterebbe infatti dal 1° gennaio del 2019.

Qualche settimana fa, quando la stessa ipotesi M5S-Lega era in forse, Barclays aveva parlato del rischio di elezioni anticipate affermando che, tornare al voto a settembre, avrebbe dato “un tempo molto limitato per identificare misure fiscali alternative necessarie per evitare di innescare, dal 1 ° gennaio 2019, clausole di sicurezza fiscale legislative, compresi aumenti dell’IVA di 2,2 punti per l’aliquota normale (al 24,2%) e 1,5 punti per quella agevolata (11,5%), per un valore di circa 15 miliardi di euro”.

Ancora prima, uno studio de Il Sole 24 Ore aveva affermato che un aumento di Iva ed accise porterebbe nel 2019 ad un aggravio di spese per le famiglie di circa 317 euro.

Così aveva detto inoltre lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’inizio di maggio, quando si era fatta l’ipotesi di tornare alle urne il prossimo 22 luglio.

“Non ci sono i tempi per votare entro giugno – aveva avvertito Mattarella – Sarebbe possibile svolgere (le elezioni anticipate) in piena estate ma finora si è sempre evitato di farlo perché questo renderebbe difficile l’esercizio del voto agli elettori. Si potrebbe quindi fissarle per l’inizio dell’autunno” (quanto praticamente ha detto Cottarelli, affermando che in caso di mancata fiducia il paese tornerebbe al voto “dopo il mese di agosto”).

Mattarella aveva parlato in quel discorso del rischio che, con un voto in autunno, “non ci sarebbe stato “il tempo di elaborare e approvare la manovra finanziaria e il bilancio dello Stato. Con il conseguente e inevitabile aumento dell’Iva e con gli effetti recessivi che questo aumento provocherebbe”.