Notizie Notizie Italia Conti correnti Fineco, quel diktat ‘Investi o ti chiudo il conto’. Fine procedimento Antitrust: ecco cosa sarà rimborsato. La chance BTP

Conti correnti Fineco, quel diktat ‘Investi o ti chiudo il conto’. Fine procedimento Antitrust: ecco cosa sarà rimborsato. La chance BTP

18 Novembre 2021 12:17

Ricordate l’annuncio sui conti correnti di Fineco, che aveva scioccato il mondo della finanza e soprattutto dei correntisti?

Nelle ultime ore è arrivato l’annuncio dell’Antitrust, ovvero dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, relativo alla chiusura del “procedimento istruttorio avviato il 1° aprile scorso nei confronti della società FinecoBank S.p.A. per una presunta pratica commerciale scorretta”.

“L’istituto di credito – si legge nella nota ufficiale – con lettera del 18 marzo 2021, aveva infatti comunicato ai titolari di conti correnti una modifica del rapporto secondo cui, in presenza di una giacenza di una liquidità pari o maggiore a 100.000 euro e in assenza di investimenti o di finanziamenti collegati al conto, avrebbe potuto recedere dal rapporto”.

A seguito dell’avvio di quel procedimento, l’Autorità ha reso noto di aver “accolto gli impegni presentati da FinecoBank per risolvere tale criticità” precisando che “fra questi, spicca quello secondo cui la società non eserciterà il recesso in caso di correntisti privi di un conto in un altro istituto di credito, che subirebbero nella massima misura gli effetti della chiusura del rapporto”.

E, “nel caso in cui i correntisti privi di altro conto corrente, in seguito alla lettera di marzo, avessero già effettuato finanziamenti o investimenti, FinecoBank rimborserà le commissioni pagate per l’esecuzione di ordini di investimento e concederà la possibilità di restituire i finanziamenti senza spese o penali”.

Una vittoria per il risparmio in sé, e non per il risparmio necessariamente gestito, che sembra essere diventato, più della normale attività tradizionale di intermediazione bancaria, il nuovo diktat delle banche. Diktat in un certo senso comprensibile, visto che le banche sono comunque imprese che rispondono ai loro azionisti, e che per questo ambiscono ovviamente a conseguire una certa redditività.

Da Fineco messaggio stile ‘Investi o ti chiudo il conto’. E arrivava anche shock ING

Ma quel messaggio in stile ‘Investi, o ti chiudo il conto’ aveva gelato diversi correntisti, che si erano sentiti di colpo spogliati perfino del loro diritto a lasciare i soldi in banca, senza farci necessariamente qualcosa.

E che dire dell’altro shock ING?

ING dice addio al contante in Italia. Dopo batosta tassi a clienti Conto Arancio, la banca chiuderà tutti i suoi Atm e casse automatiche

Il tutto era nato quando la digital bank guidata dall’AD Alessandro Foti aveva comunicato via lettera ai propri clienti che si sarebbe avvalsa del diritto di chiudere i conti dei clienti inattivi.

L’informativa avvisava i clienti che, a partire dal 18 maggio, la banca avrebbe avuto il diritto di rescindere il rapporto di c/c qualora al momento del recesso e nei 3 mesi precedenti si fossero presentate contemporaneamente tre condizioni: 1) presenza sul conto di una giacenza media di liquidità per un controvalore uguale o superiore a 100 mila euro; 2) assenza di qualsiasi forma di finanziamento, anche se già concesso ma non utilizzato, a eccezione delle carte di credito; 3) assenza di qualsiasi forma di investimento in prodotti di risparmio gestito o amministrato.

Colpa dei tassi di interesse negativi inaugurati dalla Bce, della liquidità boom riversatasi in generale nelle banche, della corsa dei correntisti a gonfiare i risparmi depositati negli istituti, invece di spendere soldi, in tempi di crisi Covid-19.

L’ulteriore riduzione del tasso Euribor a 1 mese – scriveva Fineco – non dipendente dalla sfera decisionale della banca, e la prospettiva che si mantenga su tali livelli per un periodo di tempo ancora lungo hanno determinato, tra gli altri effetti, un impatto sfavorevole sull’attività di gestione della liquidità, con particolare riferimento a quella depositata dai clienti sul conto corrente (specie se per lunghi periodi), rendendola ancora più onerosa per la banca”.

Finecobank  e salasso conto correnti: la spiegazione di Castagna

Ne era scoppiato un vero e proprio caso: i correntisti si risvegliavano di colpo con la consapevolezza che quei soldi consegnati agli istituti di credito diventavano, per il solo fatto di essere parcheggiati, e di stare lì, senza essere impiegati in alcun eventuale prodotto finanziario, una zavorra per le banche. Una zavorra di cui loro erano ‘colpevoli’ e che per questo avrebbero dovuto scontare.

Parallelamente arrivava la batosta UniCredit, che a fine marzo inviava una lettera ai clienti con tanto di “proposta di modifica unilaterale” del contratto My Genius, che comportava un aumento del canone fino a +70% su alcuni conti correnti.

Della questione e della preoccupazione dei correntisti italiani aveva parlato anche Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco BPM, nel corso di una puntata della Zuppa economica di Nicola Porro, interpellato oltre che dal conduttore Porro anche da Leopoldo Gasbarro, Direttore Responsabile Wall Street Italia.

Castagna aveva illustrato la situazione salasso conti correnti  guardandola sia dal lato dei correntisti che da quello delle banche.

 

Ora, il caso FinecoBank si chiude, con la banca che si è impegnata ad andare incontro alle esigenze dei correntisti e l’Autorità AGCM che ha accolto gli impegni presentati.

Nel comunicato dell’autorità di legge anche che:

“FinecoBank offrirà ai clienti corsi interattivi online per accrescere le loro conoscenze e le loro competenze sui vantaggi e sugli svantaggi che derivano dal mantenimento delle giacenze di liquidità sui conti correnti. Implementerà poi un sistema informatico di segnalazione giornaliera dei clienti per i quali saranno realizzate le condizioni rilevanti ai fini del recesso (giacenza di una liquidità pari o maggiore a 100.000 euro e assenza di investimenti o finanziamenti collegati al conto).

Conti correnti: gli impegni assunti da Fineco. E l’occasione BTP

Ai clienti così individuati la banca illustrerà, in modo oggettivo e senza fini promozionali, diverse opzioni per evitare il recesso:

  • la ricontrattualizzazione individuale dei costi di conto corrente secondo listini predefiniti e senza discriminazioni.
  • il trasferimento senza spese della giacenza in eccesso su eventuali conti del cliente in altri istituti di credito.
  • l’utilizzo della giacenza in eccesso per l’acquisto gratuito di titoli di Stato italiani, che potranno essere venduti senza spese, o per l’acquisto di strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, partecipazioni in Exchange Traded Fund e/o in altri OICR) tramite la piattaforma online di Fineco in modo autonomo oppure tramite il supporto di un consulente finanziario della banca. Nel prospettare le diverse opzioni, l’istituto di credito chiarirà ai clienti di aver diritto di utilizzare questi servizi senza dover sottoscrivere ulteriori contratti né investire in fondi o in altri prodotti e servizi offerti da Fineco o da altre società del gruppo.

Inoltre la banca chiarirà ai clienti che non recederà dal contratto per un periodo di 90 giorni da quando vengono contattati; tempo a disposizione del cliente per scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze tra quelle presentate.

Infine, FinecoBank darà pubblicità – con modalità grafiche chiare e intuitive – di tutti gli impegni assunti sul proprio sito internet e la clientela, nel prossimo estratto conto, verrà invitata a consultare la pagina del sito internet dell’istituto dedicata alle ‘Condizioni Conto’ per prendere visione degli impegni.