Notizie Notizie Italia Con recessione riduzione debito utopia: per l’Ocse di Gurria sale a record 135%, deficit al 3% Pil

Con recessione riduzione debito utopia: per l’Ocse di Gurria sale a record 135%, deficit al 3% Pil

1 Aprile 2019 17:15

Un rapporto sull’Italia firmato Ocse di 153 pagine, che viene presentato e commentato al Mef dal segretario dell’ente parigino, Angel Gurria, e dal titolare del Tesoro, Giovanni Tria. E un rapporto –  ‘Economic Survey of Italy 2019’ – in cui, oltre a rimarcare le previsioni sul Pil da recessione, l’Ocse ammonisce il governo M5S-Lega per la riforma sulle pensioni nota come Quota 100. Più di una riserva viene espressa anche sul reddito di cittadinanza.

Gurria mette in evidenza le pecche dell’Italia; mentre Tria, interpellato dai giornalisti, dimostra come al solito una fiducia incrollabile nell’efficacia delle misure che sono state varate dall’esecutivo.

Nell’analisi stilata, il think tank scrive che le finanze pubbliche dell’Italia soffriranno un deterioramento ulteriore, sia quest’anno che il prossimo, assistendo a una crescita sia del debito che del deficit.

Il motivo è duplice: recessione e spesa pubblica più alta.

In particolare il deficit salirà al 2,5% del Pil nel corso del 2019, dunque ben al di sopra del target del 2,04% che l’esecutivo ha accettato come compromesso nelle trattative sulla manovra con la Commissione europea, lo scorso dicembre. Ed è superiore anche al target iniziale fissato dal governo nella Nota di aggiornamento al Def e prima che i negoziati con l’Ue entrassero nel vivo, pari al 2,4%.

D’altronde, l’Italia concluderà l’anno con il segno meno: il Pil, si legge nell’analisi che ha confermato le stime dell’Ocse comunicate il mese scorso, scenderà infatti dello 0,2%, prima di segnare una ripresa da zero virgola nel 2020, pari ad appena +0,5%. Insomma, per l’Italia sarà recessione in tutto il 2019.

L’Ocse lo dice chiaro e tondo: l’incertezza politica e i costi di rifinanziamento del debito più elevati compenseranno le scelte di politica fiscale espansiva adottate dal governo.

“L’Italia continua a soffrire per la presenza di problemi sociali ed economici di lunga data”, si legge nell’analisi, che elenca questioni che vanno dalla bassa occupazione all‘aumento della povertà, alle differenze marcate tra le regioni e a una produttività che rimane stagnante. Basti pensare, viene messo in evidenza, che il Pil pro-capite aggiustato tenendo conto dell’inflazione rimane al di sotto di quello del 2000: un particolare che rende l’Italia unica tra i 36 paesi appartenenti all’Ocse.

Come se non bastasse, “la scarsità di opportunità di lavoro costringe molti giovani a emigrare, esacerbando l’invecchiamento già veloce della popolazione italiana e privando il paese di energia, talento e imprenditorialità“.

Per il 2020, l’Ocse stima inoltre un deficit in rialzo fino al 3%, in caso di mancato aumento dell’Iva.

Ma Tria a tal proposito interviene: “In termini di deficit nominale avremo un risultato migliore di quello stimato dall`Ocse”, garantisce. “Manterremo gli impegni sul deficit strutturale e cercheremo di avere anche un miglioramento. Tutte le stime sulla crescita si sono corrette a cascata e il governo terrà conto anche di questo. L’importante è mantenere il controllo sul deficit nominale e questo dipende anche dal ciclo”.

Per l’Ocse, però, non ci sarà nessun recupero neanche per il mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione atteso in crescita dal 10,6% del 2018 al 12%.

Sempre peggio il debito-Pil, previsto in rialzo al valore record del 133,8% nel 2019 e al 134,8% nel 2020: valori che spiazzano le stime del governo, che prevede  un calo al 130,7% dal 132,1% del 2018 per quest’anno e una ulteriore flessione al 129,2% nel 2020.

Così Angel Gurria: in Italia “sappiamo che il denominatore, ovvero il Pil, sarà piatto, mentre il fabbisogno pubblico sarà positivo. Di conseguenza, fino a quando la crescita sarà pari a zero, il rapporto debito-Pil salirà nel corso dei prossimi anni”.

In questo contesto, si è chiesto Gurria, “come trovare un equilibrio che porti a una riduzione del debito pubblico con una crescita inclusiva?”

Il segretario generale dell’Ocse risponde che la chiave è nelle riforme strutturali e in misure che puntino ad “accrescere la concorrenza nei mercati protetti, come nel mercato dei servizi pubblici locali”. E’ cruciale “favorire l’innovazione inclusiva, lanciare incentivi mirati, come quelli previsti da industria 4.0, procedendo contestualmente a una revisione del sistema fallimentare, alla rimozione degli ostacoli alla crescita e al miglioramento dell’efficienza della PA, della Giustizia e del codice degli appalti”.

Sulle misure cardine del contratto di governo, l’Ocse sottolinea che è giusta l’intenzione dell’esecutivo di aiutare i più poveri, ma, anche, che il reddito di cittadinanza richiede miglioramenti significativi nelle attività di ricerca del lavoro e di programmi di training, per aiutare davvero i disoccupati a trovare una occupazione.

A non convincere l’istituzione è poi quota 100, che viene sonoramente bocciata:

L’idea di abbassare l’età pensionabile a 62 anni, con almeno 38 di contributi, si legge nell’analisi, “rallenterà la crescita nel medio termine, riducendo l’occupazione tra le persone anziane e, se non applicata in modo equo sotto il profilo attuariale, accrescerà la diseguaglianza generazionale e farà aumentare il debito pubblico”.

L’Ocse raccomanda di conseguenza all’Italia di “abrogare le modifiche alle regole sul pensionamento anticipato introdotte nel 2019″ con i meccanismi di “quota 100”, puntando invece a “mantenere il nesso tra l’età pensionabile e la speranza di vita”.

Tria difende però la riforma delle pensioni targata soprattutto Lega:

“Quota 100 non è solo una misura temporanea – spiega a Gurria – E’ temporanea ma anche sperimentale, perché serve ad affrontare un problema di transizione”.  Ora, “è ovvio che il risultato andrà monitorato” ed è opportuno “vedere come va questa misura che ha un costo per il bilancio dello Stato”.

Detto ciò, le riforme sulle pensioni varate nel passato “hanno creato problemi di transizione e hanno determinato nel breve periodo un’interruzione del turn-over. In Italia la pubblica amministrazione ha i dipendenti più anziani in media rispetto a tutti gli altri paesi avanzati”.

Il ministro dà invece ragione all’Ocse facendo riferimento alla parte del rapporto in cui viene certificato il miglioramento delle condizioni delle banche italiane“. Miglioramento che, dice, a suo avviso sta “contribuendo a far ritornare gli investimenti privati”.

Tuttavia, “il vero problema è che questa liquidità non si trasforma in investimenti, questo è il punto su cui dobbiamo interrogarci”.

In ogni caso, non si può non notare il progresso degli istituti  nello smantellamento degli NPL, i crediti deteriorati:

“Lo stock di crediti deteriorati si è ridotto considerevolmente mentre il credito bancario è aumentato, in particolare per le imprese in buone condizioni”.

Il sistema bancario italiano, continua il ministro, ” è uno dei più sani del mondo” e  difficoltà che ha avuto, “anche negli anni scorsi derivavano essenzialmente dalla recessione e dalla crisi economica: era un impatto dell’economia reale, forse diversamente da quanto è accaduto in altri sistemi bancari e finanziari”.

In un comunicato del Mef sull’incontro tra il ministro Tria e Angel Gurria, si legge inoltre che l’esecutivo e l’ente parigino concordano sulla “necessità di un significativo rilancio degli investimenti pubblici, come previsto dalla strategia di Governo, da realizzarsi attraverso il miglioramento della capacità di progettazione dell`Amministrazione sia centrale che locale”.

In tal senso Tria ha ricordato la recente istituzione di un’unità di coordinamento a livello governativo, per supportare sotto il profilo tecnico la pianificazione e l’esecuzione delle infrastrutture nonché promuovere l’adozione di best practice da parte delle amministrazioni territoriali.

Un comunicato, quello del Mef, sobrio. Il vicepremier Matteo Salvini invece ribatte con decisione all’attacco dell’Ocse contro quota 100:

“Quota 100 darà un lavoro sicuro a più di 100.000 giovani italiani e ne sono orgoglioso. Questo significa costruire il futuro, questa sarà vera crescita sociale ed economica”.

Dal canto suo l’altro vicepremier Luigi Di Maio risponde così all’Ocse: No alle “intromissioni” dell’Ocse, il governo è convinto che “stiamo andando nella giusta direzione” perchè “sappiamo quello che stiamo facendo”.

Così il leader del M5S all’Ocse di Angel Gurria:

“L’Ocse a settembre 2018 ci chiedeva di non cancellare la Fornero. Oggi in un nuovo report scrive che bisogna subito abrogare Quota 100 perché crea debito e disuguaglianze. Poi scrive che il Reddito di cittadinanza ‘incoraggia l’occupazione informale’ e crea ‘trappole della povertà’. Sapete cosa significa tutto questo? Che stiamo andando nella giusta direzione. Rispetto l’opinione di tutti, ma quando non perdi occasione per sparare contro il mio Paese e contro gli italiani no, mi dispiace, ma questo non lo accetto”.

Su questo, i due vicepremier sono sicuramente d’accordo.