Notizie Notizie Mondo Cina: Xi delude gli investitori, mancano nuovi stimoli economici

Cina: Xi delude gli investitori, mancano nuovi stimoli economici

13 Dicembre 2023 12:14

L’incontro fra i leader del Partito Comunista della Cina, incluso il presidente Xi Jinping, ha deluso le aspettative degli investitori. Dal vertice non sono emersi segnali significativi di nuovi stimoli per ravvivare la crescita, mentre il focus dei funzionari si è concentrato prevalentemente sulla politica industriale. Ecco cosa si aspettavano gli operatori e i punti chiave emersi invece dal meeting.

Attese nuove misure per sostenere la Cina

Tra lunedì e martedì i leader cinesi si sono incontrati a porte chiuse per discutere gli obiettivi economici e delineare i piani di stimolo per il 2024, tracciando il percorso della seconda economia mondiale per l’anno prossimo.

Gli investitori si aspettavano delucidazioni sulla politica e sull’agenda delle riforme, volte a stimolare lo sviluppo economico in un contesto frenato da diversi fattori, tra cui l’aggravarsi della crisi immobiliare, le preoccupazioni sul debito pubblico locale, il rallentamento della crescita globale e le tensioni geopolitiche.

Nei giorni precedenti il Politburo, il massimo organo decisionale del Partito Comunista, aveva dichiarato che la politica fiscale verrà moderatamente rafforzata e sarà “flessibile, moderata, precisa ed efficace”. Le misure adottate finora hanno apportato modesti vantaggi, aumentando le pressioni sulle autorità affinché lanciassero ulteriori stimoli.

Obiettivo primario Cina: sviluppo industriale

Al termine dell’incontro, i leader hanno fissato come obiettivo principale la costruzione di un “sistema industriale moderno”, facendo scivolare al secondo posto il rilancio della domanda interna, che rappresentava il target primario del 2023, dopo la fine delle politiche Zero Covid. Per l’anno prossimo, invece, i funzionari hanno posto maggiore enfasi sullo sviluppo di tecnologie all’avanguardia e di intelligenza artificiale.

Questo ha parzialmente deluso gli investitori, che da mesi sperano nell’implementazione di stimoli più vigorosi per rilanciare la crescita. Inoltre, pesa la mancanza di nuovi rimedi per risollevare il fragile settore immobiliare, alle prese con default e ristrutturazioni aziendali. Da sottolineare anche l’assenza dello stesso Xi nell’ultimo giorno dell’incontro, per via della sovrapposizione di un viaggio di due giorni del leader cinese in Vietnam.

La reazione di analisti e mercati

“Le misure sembrano piuttosto tradizionali e non c’è niente di particolarmente creativo”, ha affermato Jacqueline Rong, capo economista per la Cina presso BNP Paribas. “Sarebbe necessaria l’indicazione di una politica a favore della crescita molto più forte del previsto per innescare una risposta entusiasta da parte degli investitori”.

Anche secondo gli analisti di Goldman Sachs, la mancanza di nuove discussioni sul settore immobiliare è un segnale deludente per gli investitori e potrebbe suggerire che i politici stiano ancora esplorando le modalità per stabilizzare il settore.

Negativa anche la reazione dei listini azionari, con l’indice CSI 300 in calo dell’1,7% e Hong Kong a -0,9% e perdite per alcuni dei principali sviluppatori immobiliari. Da inizio anno i due benchmark mostrano cali del 13% e del 18%, collocandoli fra i peggiori a livello globale.

Le aspettative sulla Cina restano incerte

I leader cinesi hanno riconosciuto le “aspettative sociali poco brillanti” per l’economia quest’anno, in un contesto debole per la fiducia dopo gli anni segnati dal Covid. Allo stesso tempo, il partito ha sottolineato che “le condizioni favorevoli superano quelle sfavorevoli” e che “il trend di ripresa e le prospettive positive a lungo termine rimangono immutati”.

Pechino è sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo conservativo di crescita pari al 5% nel 2023, ma l’attenzione si è già spostata sui provvedimenti per cercare di mantenere quel ritmo anche nel 2024.

Nei giorni scorsi, Moody’s ha tagliato l’outlook sui titoli di Stato cinesi a “negativo”, rimarcando le preoccupazioni per i livelli del debito.

Gli altri temi dell’incontro fra i leader cinesi

Fra gli altri spunti emersi dal vertice, il ritmo della crescita del credito dovrebbe essere in linea sia con gli obiettivi del PIL che con quelli dell’inflazione. Secondo gli economisti, questo potrebbe significare un allentamento monetario il prossimo anno per compensare la deflazione. “La politica monetaria potrebbe diventare più accomodante di fronte ai rischi deflazionistici”, il che implica ulteriori tagli ai tassi di interesse e ai requisiti di riserva bancaria nell’anno a venire, ha scritto in una nota Larry Hu, responsabile dell’economia cinese presso Macquarie Group.

I politici hanno anche accennato a misure per sostenere i beni di consumo, che fanno sperare in sussidi alle famiglie per l’acquisto di elettrodomestici, automobili e mobili. Da sottolineare anche una vaga promessa di un “nuovo ciclo di riforme fiscali” e la menzione per dei tagli alle tasse.

Rispetto all’anno scorso, è stata posta maggiore enfasi sui problemi relativi all’offerta e all’ambiente esterno, le cui “complessità, gravità e incertezza stanno aumentando”. Un probabile riferimento alle tensioni geopolitiche, come confermerebbe il focus sullo sviluppo di nuove tecnologie, il potenziamento delle industrie esistenti e la promozione di nuovi settori emergenti per aumentare la prosperità e la produttività