Cina promette di centrare target, ma arriva nuova data su dettagli stimoli. Goldman vede ancora rialzi

La Cina è fiduciosa di centrare gli obiettivi di crescita per il 2024 e promette di sostenere ulteriormente l’economia. Tuttavia, la mancata indicazione di nuove misure di stimolo specifiche ha riacceso alcuni dubbi sull’impegno di Pechino nel garantire che la seconda economia mondiale possa uscire dal crollo più grave dopo la pandemia globale e raggiungere una crescita del 5%. Frena così il rally del mercato, dopo la pausa festiva della Golden Week, ma gli esperti rimangono positivi sugli sviluppi futuri del gigante asiatico. Tra questi, c’è Goldman Sachs, secondo cui la Cina ora è overweight.
I piani di Pechino, ma senza alcun dettaglio sui nuovi stimoli
In Cina, la Commissione Nazionale per lo Sviluppo e la Crescita (NDRC), ovvero l’agenzia di pianificazione economica del paese, ha confermato la volontà di raggiungere il target di crescita del 5%. Secondo quanto raccolto dalle agenzie di stampa internazionale, Zheng Shanjie, presidente della NDRC, ha dichiarato: “Siamo pienamente fiduciosi di raggiungere gli obiettivi annuali di sviluppo economico e sociale”.
Ribadita anche la volontà di aumentare il sostegno all’economia. Il principale organo di pianificazione economica del gigante asiatico ha infatti dichiarato stimoli per incrementare gli investimenti, attraverso emissioni di bond ultra long per supportare grandi progetti e l’anticipo a quest’anno di una parte dei 200 miliardi yuan programmati per il 2025 in aree strategiche chiave. L’anticipo sarebbe di 100 miliardi di yuan (circa 14 miliardi di dollari) entro la fine del mese.
Confermati anche gli interventi sul fronte consumi, con più sussidi e prestiti agli studenti. Tuttavia, Pechino non ha annunciato alcun nuovo piano di stimolo e non ha fornito dettagli precisi, deludendo gli investitori e indebolendo il rally dei mercati cinesi.
Rally mercato perde vigore, prossimo appuntamento il 24 ottobre
La mancata indicazione di nuove misure di stimolo specifiche ha prodotto una certa delusione sui mercati.
Se in avvio il CSI 300 della Cina continentale era schizzato oltre il 10% al ritorno dalle lunghe festività per la Golden Week, l’indice ha poi ridotto i guadagni per finire con un +5,93%. Prima della pausa festiva, la Cina aveva annunciato le misure di stimolo più aggressive dopo la pandemia e il CSI 300 aveva guadagnato il 25% in cinque sedute.
Tornando a oggi, lo Shanghai Composite ha chiuso in rialzo del 4,6%, mentre l’indice Hang Seng di Hong Kong è crollato brevemente oltre il 10%, prima di recuperare leggermente e registrare una perdita del 9%, appesantito soprattutto dal settore immobiliare. Ora, dopo la delusione, l’attenzione si sposta sul Politburo del 24 ottobre che potrebbe fornire maggiori dettagli.
In Europa, occhio al settore lusso (ma non solo)
La delusione per l’assenza di nuove misure di stimolo in Cina appesantisce anche i mercati in Europa, soprattutto il settore del lusso con il colosso francese LVMH fortemente penalizzato (oltre -4%). A Piazza Affari, male Moncler e Brunello Cucinelli, entrambi sul fondo del listino principale con un calo di oltre 2 punti percentuali.
Ma non solo. Anche il settore degli alcolici risente della presentazione da parte di Pechino di misure protezionistiche in questo settore. La Cina ha infatti annunciato l’introduzione di misure protezionistiche temporanee contro le importazioni di alcune categorie di alcolici dall’Unione Europea a partire dall’11 ottobre, secondo quanto riportano le agenzie di stampa internazionale citando il Ministero del Commercio cinese. Rémy Cointreau perde oltre l’8% e Pernod Ricard cede quasi il 4% questa mattina.
L’introduzione di queste misure provvisorie arriva dopo che nei giorni scorsi la Commissione europea ha deciso di mantenere il suo piano di dazi doganali sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi, nonostante le divergenze di opinione tra gli Stati membri, alcuni dei quali temono lo scoppio di una guerra commerciale con la Cina.
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Ottimismo sulla Cina, Goldman Sachs dice overweight
Le misure adottate finora dalla Cina, con il primo pacchetto annunciato a fine settembre, hanno comunque suscitato un certo ottimismo sugli sviluppi futuri del gigante asiatico (si ricorda il 30 settembre, quando si è assistito al più grande rally di un giorno che i titoli cinesi hanno registrato dal 2008). Non solo. La scorsa settimana, quando i mercati finanziari della Cina continentale erano chiusi per la festività nazionale, gli investitori hanno riversato 5,2 miliardi di dollari di nuovi asset negli ETF con sede negli Stati Uniti che puntano ai mercati cinesi, secondo i dati Morningstar.
L’ottimismo sarà duraturo? “Occorre precisare che le manovre del governo non sono sufficienti a risolvere tutte le sfide che deve fronteggiare l’economia cinese, ancora alle prese con le conseguenze della crisi immobiliare e della perdita di fiducia dei consumatori, senza contare le questioni demografiche a lungo termine che il Paese, come molte altre potenze occidentali, dovrà affrontare nei prossimi anni – risponde Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm -. Ad ogni modo, le dichiarazioni dei policymaker, che hanno promesso di farsi carico di questi temi e di impegnarsi a migliorare il sentiment degli investitori, dovrebbero essere sufficienti a sostenere l’azionario cinese ancora per un po’ di tempo.
Solo qualche giorno fa, Goldman Sachs ha alzato la Cina al gradino overweight, ovvero “sovrappesare nel portafoglio” sulla scia dello straordinario rally del suo mercato azionario, considerato ora “ipervenduto, sottovalutato e sottoposizionato”.
Insomma, la Cina è passata nel giro di qualche mese da uno dei mercati peggiori a uno dei più performanti a livello globale e la casa d’affari americana prevede che la corsa possa continuare, stimando un potenziale rialzo del 15-20% nonostante il rally già messo a segno. Certo, non si può ancora affermare che sia iniziato un mercato Toro strutturale, precisa Goldman Sachs, “perché le sfide macro della Cina restano significative (mercato immobiliare, demografia, mercato del lavoro, tensioni geopolitiche, bassi consumi, ecc) e l’entità e i contorni della risposta della politica fiscale non sono ancora stati annunciati”. Tuttavia, ci sono valide ragioni per rimanere positivi e se il rally della Cina continuerà i settori che potrebbero essere maggiormente avvantaggiati saranno soprattutto quello auto, internet e media, retail, minerari e assicurazioni.