Notizie Notizie Mondo Cina: nuovi stimoli economici, cosa cambia per l’Europa

Cina: nuovi stimoli economici, cosa cambia per l’Europa

25 Settembre 2024 16:33

I nuovi stimoli varati dalla banca centrale cinese hanno dato una spinta al mercato azionario locale, con riflessi positivi anche in Europa, sebbene molti analisti mettano in dubbio l’impatto di lungo termine delle misure annunciate. Ecco nel dettaglio i provvedimenti di Pechino e i settori europei più esposti, che potrebbero dunque beneficiare maggiormente di un’accelerazione economica della Cina.

Gli stimoli della Cina per rilanciare la crescita

La Banca popolare cinese (PBOC) ha annunciato un pacchetto di misure per sostenere la crescita, nel tentativo di centrare l’obiettivo annuale di espansione del Pil pari al 5%. Gli stimoli includono un abbassamento dei tassi di interesse, interventi a sostegno del mercato azionario e del settore immobiliare.

Nel dettaglio, la PBOC ha annunciato un taglio di 20 punti base dei tassi di interesse a breve termine a 7 giorni (dall’1,7% all’1,5%) e una riduzione di 10 bp del tasso a 14 giorni (dall’1,95% all’1,85%). Il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche è stato tagliato di mezzo punto percentuale, con l’indicazione di ulteriori riduzioni dello 0,25-0,5%.

Oggi, inoltre, la banca centrale ha tagliato il tasso sulle linee di credito a medio termine dal 2,3% al 2%.

Con riferimento all’azionario, spicca un fondo da 71 miliardi di dollari per finanziare gli acquisti di titoli da parte di società finanziarie. Per quanto riguarda il mercato immobiliare, tassi sui mutui esistenti in calo di 50 bp e anticipo minimo per l’acquisto di seconde case in diminuzione dal 25% al 15%.

Le misure di Pechino non convincono gli analisti

Nel complesso, i provvedimenti annunciati dalla Cina non hanno scosso particolarmente gli economisti, che mantengono una view generalmente cauta. Per quanto gli stimoli siano più incisivi rispetto alle attese e possano effettivamente sostenere la crescita nel 2024, molti dubitano sul loro impatto di lungo termine, alla luce delle complesse sfide che l’economia cinese si trova ad affrontare.

Per Gianni Piazzoli, Chief Investment Officer di Vontobel Wealth Management SIM, si tratta di “misure finanziarie utili, anche se la Cina avrebbe bisogno di chiari stimoli fiscali per rilanciarsi e portare a termine gli interventi strutturali.”

Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, parla di un pacchetto “insolitamente molto ampio”, che “segnala un crescente malessere a Pechino dopo una serie di numeri deludenti su andamento del mercato azionario, situazione del lavoro, crescita economica e inflazione”.

Tuttavia, prosegue l’esperto, “riteniamo che le misure di sostegno senza radicali riforme strutturali non siano in grado di rilanciare nel lungo periodo l’economia cinese caratterizzata dalla grave crisi del mercato immobiliare, dal peggioramento dei rapporti commerciali, dalla dipendenza dalle esportazioni e dalla domanda esterna, dalla debolezza del mercato interno, dal rallentamento della crescita demografica e dall’elevato indebitamento. Un pacchetto una-tantum può portare rialzi significativi nel breve periodo sui mercati azionari ma non di lungo termine”.

Per Robert Gilhooly, Senior Emerging Markets Economist di abrdn, “superare le basse aspettative di crescita è ben lungi dall’essere in grado di risollevare l’economia e il sentiment del mercato”.

I settori europei più esposti alla Cina

L’annuncio dei nuovi stimoli ha innescato un rimbalzo di alcuni settori europei particolarmente esposti alla Cina, come il lusso, l’automotive e la sanità. Aziende dell’alta moda come LVMH, Kering, Hermes International, Prada e Brunello Cucinelli hanno registrato rialzi fra il 3% e il 4%, in scia alla prospettiva di una ripresa della domanda di beni di lusso da parte dei facoltosi consumatori cinesi.

Il mercato auto cinese è il più grande del mondo, anche se qui i produttori europei devono vedersela con la crescente concorrenza dei carmaker locali, in grado di vendere veicoli a costi decisamente più contenuti rispetto alle grandi case del Vecchio Continente, come ben noto a Volkswagen.

Un altro settore fortemente legato alla Cina è quello minerario, dato che la superpotenza asiatica rappresenta il principale importatore di materie prime. Le società europee di questo settore sono prossime a registrare il terzo trimestre peggiore dal 2021, frenate dal rallentamento della domanda di metalli industriali da parte di Pechino e dalle forniture a basso costo da Australia e Brasile, che hanno portato ad un surplus di offerta di minerale di ferro. Ieri i future sul rame hanno registrato il maggior rialzo da quasi due anni, tornando sui livelli di luglio.

La view degli esperti su stimoli Cina e impatto in Europa

Nel complesso, gli investitori sono divisi sulla misura in cui gli stimoli di Pechino possano effettivamente dare sollievo alle aziende europee precedentemente colpite dal rallentamento economico cinese.

Secondo gli strategist di Citigroup e Barclays, i tagli dei tassi e le politiche a sostegno del mercato immobiliare e dell’azionario possono sostenere le azioni cicliche europee, mentre Goldman Sachs è più scettica sull’effettiva utilità di queste misure nel lungo periodo.