Tesla: per Musk nuove consegne trimestrali record. Nei radar ora i target 2019
“Congratulazioni al team di Tesla e un grazie a tutti i nuovi possessori di una Tesla“. Così su Twitter Elon Musk, il numero uno del colosso Usa delle auto elettriche, lascia tutta trasparire la sua soddisfazione per i risultati trimestrali sulle consegne e produzione che segnano un record. Una piccola rivincita dopo il deludente avvio d’anno che aveva sollevato le perplessità degli analisti.
La risposta positiva da parte del mercato non si è fatta attendere, con Tesla che ha messo il turbo nell’after-hours a Wall Street (guadagni superiori al 7%) proprio grazie all’annuncio di consegne trimestrali record e oltre le attese del mercato. Il big californiano delle auto elettriche ha annunciato di avere chiuso il secondo trimestre con 95.200 vetture consegnate, ben oltre il consensus Bloomberg a 87.749 pezzi e sopra le 63.000 del primo trimestre. Nel dettaglio, la Model 3 ha visto le consegne attestarsi a 77.550 e la Model S/X a 17.650. Nel tre mesi al 30 giugno Tesla ha prodotto 87.048 vetture contro le 77.100 di gennaio-marzo. “Abbiamo compiuto notevoli progressi nella logistica globale e nelle attività di consegna con volumi più elevati, consentendo l’ottimizzazione dei costi e miglioramenti sul fronte dei capitali”, spiega la società in un comunicato stampa.
Per centrare però i target di Musk per l’intero 2019 sia in termini di consegne sia produzione è necessaria una ulteriore accelerazione. Presentando i conti dei primi tre mesi dell’anno, Tesla ha confermato la precdente guidance, con consegne attese tra 360.000 a 400.000 vetture nel 2019, rappresentando una crescita tra il 45% e il 65% rispetto al 2018. Nella nota ufficiale di ieri Tesla non ha citato questa previsione, ma ha solo ricordato che l’aggiornamento sull’andamento finanziario del secondo trimestre arriverà con la presentazione dei conti del secondo trimestre.
Prima dell’aggiornamento sulle consegne trimestrali, arrivato a mercati chiusi, il titolo Tesla ha archiviato la seduta in calo dell’1,15% a 224,55 dollari, ma ha accelerato al rialzo nel dopo mercato a +7 per cento. Il saldo da inizio anno vede l’azione cedere oltre il 32%.
Le ultime critiche erano arrivate da Wedbush che aveva abbassato il target price su Tesla da 275 a 230 dollari. L’analista Daniel Ives aveva motivato il downgrade con la presenza di “importanti preoccupazioni” riguardo al piano di crescita del colosso delle auto elettriche fondato da Elon Musk, così come anche con l’incertezza sulla domanda Usa del modello Model 3.
Il punto tecnico (a cura dell’ufficio studi di Fol)
Il titolo Tesla, dopo lo scivolone di maggio che ha portato i corsi sul minimo di 176 dollari, cerca di rialzare la testa e recupera parte del terreno perso. Tesla ora si confronta con una resistenza di breve periodo a 231 dollari.
Un primo segnale positivo dunque arriverebbe dal break di tale livello, ma un cambio di sentiment effettivo si avrebbe solo sulla rottura della trend line rialzista di medio periodo, descritta dai massimi di dicembre 2018 e gennaio 2019 e soprattutto della resistenza statica di 248 dollari. Sopra tale livello il titolo avrebbe le carte per tornare verso i 300 dollari. Quanto detto è anche funzione del forte ipervenduto con cui Tesla ha raggiunto i minimi 2019. Quindi serve un segnale forte sui prezzi per sventare il rischio di nuovo test dei citati minimi.
Al contrario sarebbe negativo il fallimento del test di 231 dollari e ritorni verso 200 dollari. Già il break di 200 dollari darebbe un segnale di grande debolezza del titolo con ritorni sui minimi 2019 a 176 dollari.