Notizie Notizie Mondo Forum Sintra, Draghi in versione ‘Whatever It Takes’. Bce pronta a tagli tassi ed espansione QE

Forum Sintra, Draghi in versione ‘Whatever It Takes’. Bce pronta a tagli tassi ed espansione QE

18 Giugno 2019 12:37

Al via il Forum delle banche centrali organizzato dalla Bce che si svolge ogni anno a Sintra, in Portogallo. Ad aprire l’evento è il numero uno della Bce, Mario Draghi che, con un discorso dedicato ai venti anni di politica monetaria della banca centrale europea, torna a sfoderare il mantra tutto suo che ha salvato l’euro: il “Whatever It Takes”. Nell’elencare le varie misure che Francoforte ha adottato negli ultimi anni per risollevare i fondamentali economici dell’Eurozona e per far avvicinare l’inflazione all’obiettivo appena inferiore al 2%, Draghi conferma anche quanto ribadito nell’ultima riunione dell’istituto: ovvero, che la banca centrale è pronta a intervenire in qualsiasi momento, laddove dovesse essere necessario, tagliando i tassi ed espandendo il QE (Quantitative easing), piano di acquisto di asset terminato alla fine del 2018.

L’atteggiamento ‘dovish’ ha un effetto immediato sugli asset finanziari: l’euro scende nei confronti del dollaro, sotto la soglia di $1,12.  I mercati tornano a scommettere sull’arrivo di una iniezione poderosa di liquidità. Iniezione che, in realtà, finora è stata tanta, senza però produrre grandi effetti sull’inflazione dell’area euro.

A tal proposito, da Sintra Draghi ha ricordato che ciò che conta è che “la politica monetaria rimanga impegnata a centrare il suo obiettivo e non si rassegni a una inflazione troppo bassa“. Ha ricordato l’approccio della Bce, che ‘è paziente, persistente e prudente”.

Paziente, perchè, alle prese con shock negativi ripetuti, abbiamo dovuto estendere l’orizzonte della nostra politica; persistente, perchè la politica monetaria rimarrà accomodante in modo tale da assicurare che l’inflazione converga in modo sostenuto verso il nostro obiettivo (poco inferiore al 2%); prudente, perchè presteremo attenzione alle dinamiche sottostanti dell’inflazione, effettuando aggiustamenti di politica monetaria in modo appropriato”.

Rally dei BTP, con lo spread che scende ai minimi dal 12 dicembre scorso, sotto quota 250 punti base. Gli acquisti interessano anche i Bund, che vedono così i decennali capitolare fino a -0,30%, ai minimi storici.

La prospettiva di un ulteriore taglio dei tassi penalizza tuttavia le banche, la cui redditività è stata duramente colpita negli ultimi anni proprio a causa della politica dei tassi a zero, se non negativi (quelli sui depositi presso la Bce sono negativi a -0,40%).

Ma il Draghi del Whatever It Takes non rinuncia a niente, pur di mettere in sicurezza l’Eurozona, ed è  pronto a risfoderare sia l’arma del taglio dei tassi (“ulteriori tagli dei tassi di interesse e la necessità di mitigare le misure per contenere eventuali effetti collateraili rimangono parte dei nostri strumenti”), sia quella del Quantitative easing che, rassicura, “ha ancora un margine di manovra considerevole”.

Forum Sintra, Draghi ricorda effetto annuncio OMT

Draghi cita anche un altro strumento che non è stato mai attivato, ma è che stato sempre partorito dalla Bce: l’OMT, ovvero l’Outright Monetary Transactions, che ha ricevuto anche il benestare della Corte di Giustizia Ue. L’annuncio di questo strumento avvenne nel 2012, successivamente alla famosa frase Whatever It Takes.

Si tratta di un piano anti-spread, che prevede l’acquisto, potenzialmente illimitato, dei titoli sovrani dei paesi dell’Eurozona in condizioni di difficoltà. Il solo annunciare l’esistenza di un piano antispread, ricorda Draghi, fece crollare i differenziali.

“L’OMT non fu mai attivato – ha detto oggi Mario Draghi nell’aprire il Forum di Sintra – ma l’effetto del suo annuncio è stato equivalente a quello di un  programma di acquisto di asset su larga scala. Gli spread dei paesi più vulnerabili sono scesi in media di oltre 400 punti base nei due anni successivi”.

“L’impatto macroeconomico dell’OMT è stato analogo a quello di altri programmi di acquisto (di asset) – ha continuato il banchiere – una ricerca della Bce rivela di fatto che gli effetti che l’OMT ha avuto sul Pil e sui prezzi sono stati ampiamente in linea con le conseguenze prodotte con il QE negli Stati Uniti”.

Non solo OMT.

Draghi ha ricordato anche le altre iniziative adottate dalla Bce: ‘Abbiamo sfondato la soglia dello zero abbassando i tassi sui depositi e portandoli in territorio negativo; abbiamo lanciato le nostre operazioni di rifinanziamento di lungo termine (TLTRO) per fornire incentivi alle banche affinché erogassero prestiti, e varato un programma di acquisto di asset su larga scala (APP) di asset pubblici e privati (appunto il QE)”.

Basterà tutto questo e anche una nuova eventuale iniezione di liquidità targata Bce a far salire finalmente un tasso di inflazione, che si mantiene ostinatamente basso? Certo è che in questi anni il banchiere – prossimo a dare l’addio alla banca centrale, alla fine di ottobre – è stato spesso accusato di aver drogato i mercati con le sue varie misure di politica monetaria accomodante e bazooka vari. Ma forse a essere accusati avrebbero dovuto essere la politica e i politici dell’area euro, come ha fatto notare il Financial Times nell’articolo di Frederik Ducrozet:

“Non è stato il fallimento dei suoi stimoli monetari a costringere la Bce a continuare a lanciare misure accomodanti di politica monetaria, nel corso degli ultimi otto anni. Piuttosto, i governi nazionali hanno continuato a fare promesse che non sono mai riusciti a mantenere, così come non sono riusciti neanche ad andare al di là le loro differenze per creare una Unione monetaria che fosse più resiliente ed efficiente”.

In poche parole, la Bce ha creato quelle condizioni di crescita che i vari stati dell’area euro avrebbero dovuto creare. Per Ducrozet, di conseguenza, “proprio l’incapacità dei politici a prendere il controllo della situazione ha incastrato la Bce” costringendola a varare nuovi stimoli monetari in continuazione.

Tra l’altro, a tal proposito, nel forum di Sintra la sensazione di qualcuno è che la Bce possa davvero ormai esaurito tutte le sue munizioni.

Olivier Blanchard, ex responsabile economista del Fondo Monetario Internazionale lo ha detto, infatti, chiaro e tondo:

“Sono quasi sicuro che la Bce non potrà, da sola e a questo punto, combattere una recessione. Avrà bisogno di aiuto, è piuttosto ovvio”.