Notizie Notizie Mondo Charlie Munger: muore a 99 anni l’alter ego di Warren Buffett. I consigli di investimento dell’Abominable No-Man

Charlie Munger: muore a 99 anni l’alter ego di Warren Buffett. I consigli di investimento dell’Abominable No-Man

29 Novembre 2023 12:16

Charlie Munger, RIP: il mondo dell’alta finanza, dei trader e degli investitori, piange la morte del braccio destro di Warren Buffett e vice presidente di Berkshire Hathaway.

Charlie Munger è morto ieri, martedì 28 novembre, all’età di 99 anni, in un ospedale della California. Avrebbe compiuto 100 anni il 1° gennaio.

La notizia è stata data dalla holding Berkshire Hathaway , con un comunicato diramato alle ore 3.57 PM Eastern Standard Time.

“Qualche minuto fa Berkshire Hathaway è stata informata dai membri della sua famiglia che Charlie Munger si è spento serenamente, questa mattina, in un ospedale della California”.

“Warren Buffett, ceo di Berkshire Hathaway – si legge nella nota – ha detto che ‘Berkshire Hathaway non sarebbe arrivata dove è oggi senza l’ispirazione, la saggezza e la partecipazione di Charlie”.

Non è stata riferita la causa del decesso.

Addio a Charlie Munger: si spegne a 99 anni il socio di una vita di Buffett,

Pilastro della storia non solo di Berkshire Hathaway, ma della stessa finanza Usa e mondiale, simbolo del self made man in quanto artefice del proprio successo, Charles Thomas Munger, noto come Charlie Munger, era nato il 1° gennaio del 1924, a Omaha, in Nebraska, la stessa città natale di Warren Buffett.

Munger e Buffett si incontrarono la prima volta nel 1959, a Omaha, dove Munger era tornato per il funerale di suo padre.

L’amicizia tra quelli che sarebbero diventati colonne portanti del mondo degli investimenti fu questione di un attimo.

In un’intervista rilasciata alla CNBC nel 2021, lo stesso Buffett ricordò che, dopo quel primo incontro, avvenuto in un ristorante di Omaha, pensò che non avrebbe “mai incontrato un’altra persona come lui”. Come Charlie Munger.

“Ho saputo subito, dopo aver incontrato Charlie, dopo pochi minuti in quel ristorante, che questa persona sarebbe stata nella mia vita per sempre. Che ci saremmo divertiti insieme, che avremmo fatto soldi insieme, che ci saremmo scambiati delle idee. Che ognuno di noi si sarebbe comportato in modo migliore rispetto a quanto avrebbe fatto se non ci fosse stato quell’incontro”.

Qualcosa li aveva già uniti in passato, prima che si conoscessero.

Il lavoro nel negozio del nonno di Buffett. Quei $2 dopo turni di 12 ore

L’oracolo di Pasadena, così come è noto Charlie Munger per essere un genio della finanza, aveva lavorato nel negozio di generi alimentari del nonno di Warren Buffett, Ernest Buffett, presso la catena “Buffett & Son”, quando era appena adolescente, facendo turni di 12 ore per appena 2 dollari.

All’epoca Munger e Buffett ( più giovane di Charlie di 6 anni e mezzo), non si incontrarono mai.

In molti, successivamente, avrebbero raccontato di ricordare quel teenager impiegato in quel negozio, dove lavorò tra l’altro, lo stesso Buffett, in un altro periodo.

Il 1959 fu dunque l’anno in cui i due si incontrarono per la prima volta e che inaugurò un’amicizia e un sodalizio che sarebbero durati 60 anni.

Munger, nato nel 1924, sperimentò sulla sua pelle l’incubo della Grande Depressione che colpì gli Stati Uniti negli anni 30:

un’esperienza che lasciò il segno e che Munger, l’anno scorso, ricordò di nuovo, facendo notare il seguente paradosso:

La gente è meno soddisfatta dei propri affari, rispetto a quanto lo è quando le cose vanno peggio”, disse in occasione della riunione annuale del Daily Journal, quotidiano di cui era direttore. Ed “è’ strano – ammise Munger – per una persona che ha la mia età, che si è trovata nel mezzo della Grande Depressione, in un momento di avversità impressionanti”.

Probabilmente, quell’uomo che si era fatto da solo, più volte durante la sua vita aveva guardato anche con un certo disprezzo a chi si lamentava in tempi di prosperità economica.

Munger e la vice-presidenza a Berkshire Hathaway dal 1978 fino alla fine

Charlie Munger diventò vicepresidente di Berkshire Hathaway, carica che ha conservato fino alla fine dei suoi giorni, nel 1978.

Alle spalle, aveva una laurea alla Harvard Law School e la co-fondazione dello studio legale Munger, Tolles & Olson LLP, che esiste tuttora.

Fin da subito, dopo averlo conosciuto, Warren Buffett iniziò a corteggiarlo, convincendolo alla fine a lasciare quel lavoro presso lo studio e che a suo avviso non valorizzava a pieno le sue competenze.

“Ci volle molto tempo prima che mi rendessi conto che Buffett aveva trovato un modo migliore di far soldi rispetto a quanto avessi fatto io – aveva confessato Charlie in un’intervista rilasciata nel 2021 – Ma alla fine mi convinse del fatto che stavo sprecando il mio tempo”.

Nel descrivere il suo rapporto con Warren Buffett, Munger così disse alla Cnbc: “Quello che mi piace di Warren è la sua irriverenza”.

E irriverente era anche lui, tanto che le sue frasi provocatorie avevano fatto più volte rumore.

Come quando disse, in occasione dell’assemblea annuale degli azionisti di Berkshire Hathaway del 2015 che, “Se la gente non si sbagliasse così tanto, noi non saremmo così ricchi”.

O come quando iniziò a parlare bene della Cina, e del suo stesso governo, snobbando le critiche dell’Occidente contro il paese, noto per le sue violazioni dei diritti civili, tanto che fece della Big Tech cinese Alibaba l’investimento numero uno del Daily Journal, non solo editore del quotidiano di Los Angeles ma anche società di investimenti che guidò dal 1977 al 2022.

Ben noto lo sprezzo con cui parlava del mondo crypto, tanto da definire il Bitcoin e le altre criptovalute una “malattia venerea”.

Charlie Munger: perchè Wall Street lo ricorda come ‘Abominable No-Man’

Stando a quanto riporta Bloomberg, al momento della sua morte, Charlie Munger aveva un patrimonio di $2,5 miliardi.

Oltre che come oracolo di Pasadena, l’alter ego di Warren Buffett era conosciuto anche con l’espressione Abominable No-Man: l’uomo che diceva no a Warren Buffett, l’uomo che frenava l’oracolo di Omaha dal buttarsi su quella che sembrava la scommessa perfetta e che invece, a suo avviso, rischiava di rivelarsi una bruciante sconfitta.

Paladino del pensiero razionale, come ricorda oggi l’articolo del magazine Fortune How Charlie Munger built the blueprint for Berkshire’s $785 billion empire and steered Warren Buffett away from ‘cigar-butt’ investing” – Charlie Munger era noto come Abominable No-Man soprattutto per la risolutezza con cui bocciava eventuali proposte di investimento che, a suo avviso, non erano degne di essere perseguite.

Lo stesso Wall Street Journal, nel titolo dell’articolo che dedica al genio che ha plasmato la finanza mondiale, ricorda quella sua caratteristica di ‘Abominable No-Man,’  e quella saggezza che hanno pilotato le scelte di intere generazioni di investitori.

Fu allo stesso tempo sempre Munger a convincere Warren Buffett, noto per la sua storica fobia verso il mondo della tecnologia, a puntare su BYD, il produttore cinese di auto elettriche, e su Iscar, la multinazionale israeliana produttrice di utensili di precisione.

Munger: la mente che convise Buffett a liberarsi della filosofia “cigar butt”

Ciò che il genio della finanza lascia in eredità è, soldi a parte, soprattutto un ricco bagaglio di conoscenze e di strategie, non solo relative alla finanza.

E’ stato anche grazie alla filosofia e ai consigli di investimenti di Charlie Munger che Warren Buffett è diventato, di fatto, l’investitore leggendario conosciuto oggi.

E’ stato anche l’oracolo di Pasadena Charlie Munger, praticamente, a creare l’oracolo di Omaha Warren Buffett.

Lo stesso Buffett raccontò che fu Munger a decretare la fine di quella logica degli investimenti “cigar-butt” che, con grande sorpresa di chi lo conosce oggi per essere un investitore che ragiona in un’ottica di lungo termine, aveva adottato agli inizi della sua carriera, seguendo l’insegnamento di Benjamin Graham: quello di andare a caccia di società a prezzi stracciati per poi sbarazzarsi dei titoli senza farsi troppi problemi.

La filosofia, per la precisione, dell’ investimento usa e getta del cigar butt.

Buffett ricordò che fu Charlie Munger a rivoluzionare il suo approccio agli investimenti:

“Il piano che mi illustrò era semplice: ‘Dimentica quello che sai riguardo all’acquistare aziende giuste a prezzi meravigliosi. Piuttosto, acquista aziende meravigliose a prezzi giusti”.

Munger è stato sempre, infatti, un grande sostenitore del potere del long-term thinking” , convinto che fosse necessario guardare al di là dell’orizzonte per fare l’investimento migliore.

Pazienza e attenzione alle potenzialità dell’asset di turno erano i suoi motti, mentre le fluttuazioni di breve termine dei mercati non lo avevano mai interessato.

“Questo approccio – poi condiviso da Warren Buffett, scrive oggi Bloomberg – gli aveva consentito di identificare quegli affari che presentavano qualità capaci di far fronte a eventuali tempeste di Borsa e di garantire guadagni sostenibili”.

“Lo studio dei propri limiti più importante dello studio dei propri successi”

Charlie Munger era solito sottolineare anche l’importanza dei propri limiti.

Come scrisse Buffett nella lettera agli azionisti di Berkshire del 1985, Munger “ha sempre enfatizzato l’importanza di studiare gli errori commessi, più che i successi, sia negli affari che negli altri aspetti della vita”.

Cosa che Munger ribadì successivamente in occasione dell’assemblea degli azionisti del Daily Journal, del 2019. “Una cosa estremamente importante, è conoscere i propri limiti. Difficilmente ci si può definire competenti se non si conoscono i propri limiti. Il punto è che, se si ha una visione distorta delle proprie competenze, alla fine si è privi di una vera competenza, e dunque si è destinati a commettere errori terribili”.

Per lo stesso motivo, l’oracolo di Pasadena ha sempre promosso l’importanza dell’educazione finanziaria, incoraggiando gli investitori a rendere più ampio il proprio sapere fino a travalicarlo.

Munger era convinto che, oltre alla finanza e all’economia, gli investitori dovessero esplorare una vasta gamma di discipline, come la psicologia, la storia, le scienze, optando per un approccio disciplinare che potesse renderli informati e consapevoli nelle loro scelte di investimento.

Il braccio destro storico di Buffett aveva per certi versi anche una view contrarian sugli investimenti.

Per esempio, era contrario a una diversificazione eccessiva del portafoglio di investimenti.

“Say no to diversification“, diceva, come ricorda oggi un articolo della CNBC.

“Una delle cose sciocche che vengono insegnate nelle università moderne è che una vasta diversificazione è assolutamente obbligatoria, quando si tratta di investire nell’azionario… E’ un’idea folle“, aveva detto Munger, in occasione dell’assemblea degli azionisti di Berkshire Hathaway di quest’anno.

Charlie Munger: la tragedia del figlio morto all’età di 9 anni

Esempio illustre del self made man, dopo aver lavorato nel negozio del nonno di Warren Buffett, Munger fu costretto a lasciare gli studi e ad arruolarsi nell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale.

L’esercito lo spedì inizialmente a studiare termodinamica e meteorologia all’Università del New Mexico e nell’Istituto di Tecnologia della California, per poi assegnarlo alla base aerea di Nome, in Alaska, dove lavorò nell’ufficio di previsioni meteo.

Dopo la guerra, Munger parlò con il rettore della Harvard Law School chiedendogli di essere ammesso alla facoltà di legge anche in assenza di un diploma al college. Così fu: il braccio destro di Warren Buffett si laureò con il massimo dei voti (magna cum laude).

Charlie Munger si è sposato due volte.

La prima volta, con Nancy Huggins, da cui poi divorziò per sposare, nel 1956, Nancy Barry Borthwick, morta nel 2010.

Quattro i figli, due dal primo matrimonio, due dal secondo.

La terribile tragedia che segnò la sua vita avvenne nel 1955, quando Munger perse il figlio Teddy di 9 anni, malato di leucemia.

“Più di 60 anni dopo – ricorda un articolo del Financial News -, la voce gli si sarebbe strozzata ancora in gola, nel ricordare le sofferenze del figlio”.

Nel 1978, Charlie Munger venne sottoposto a una operazione di cataratta, che lo lasciò cieco in un occhio.

Ma l’investitore non sporse mai denuncia contro il chirurgo che lo operò, facendo notare il presentarsi di complicazioni nel 5% di questi interventi.

Un uomo e un investitore tutto di un pezzo, fedele a se stesso e ai suoi principi.

Il mondo della finanza è in lutto e l’impressione è che, in lutto, oltre che Wall Street, lo sia anche Main Street.