Notizie Criptovalute Bitcoin: sarà anche strumento di hedge anti-inflazione, ma il suo trend è sempre più legato a quello degli asset speculativi

Bitcoin: sarà anche strumento di hedge anti-inflazione, ma il suo trend è sempre più legato a quello degli asset speculativi

24 Novembre 2021 10:32

Bitcoin come strumento di hedge per proteggersi dall’inflazione, ma ben diverso, sicuramente, dalla natura di bene rifugio per eccellenza che ha l’altro hedge anti fiammata prezzi, per molti l’unico vero hedge: l’oro. Tra l’altro, il fatto che il trend negativo della criptovaluta numero uno al mondo si affianchi ai ribassi dell’azionario, segnala un articolo di Bloomberg, non è di fatto una coincidenza.

Bitcoin: cresce la correlazione con gli asset considerati più rischiosiA confermarlo è un parametro stesso: si tratta del coefficiente a 100 giorni della correlazione tra il Bitcoin e l’indice S&P 500, che viaggia a quota 0,33, tra i valori più alti di quest’anno.

La correlazione implica che, quando l’azionario sale, è molto probabile che il Bitcoin faccia lo stesso, e viceversa. A tal proposito, vale la pena di ricordare che un coefficiente pari a 1 significa che la relazione tra gli asset è direttamente proporzionale, mentre un valore a -1 indica una correlazione inversamente proporzionale.

“Il calo recente del Bitcoin e del resto dell’ecosistema delle criptovalute è legato da un po’ al sell off sui titoli growth considerati più rischiosi – ha commentato a Bloomberg Art Hogan, responsabile strategist di mercato di National Securities – Dunque, stiamo assistendo alle criptovalute che vanno giù e ai nomi dei titoli growth (come le Big Tech), che fanno la stessa cosa”.

A conferma del parallelismo tra le due categorie di asset è la seduta di lunedì, che ha visto protagonisti gli smobilizzi sui titoli tecnologici caratterizzati da valutazioni particolarmente elevate: il calo è stato provocato principalmente dall’annuncio del presidente americano Joe Biden, che ha confermato alla guida della Federal Reserve l’attuale numero uno Jerome Powell, rinfocolando così le aspettative dei mercati di una banca centrale ormai pronta a lasciarsi alle spalle le misure ultra-accomodanti anti-Covid inaugurate nel 2020 (non per niente, è in corso già il tapering degli acquisti di bond).

La prospettiva di una politica monetaria più restrittiva ha sostenuto al rialzo il trend dei tassi dei Treasuries, pesando sui titoli tecnologici scambiati sul Nasdaq e anche sul Bitcoin, che ha perso lunedì fino a -6,5%, proseguendo la fase ribassista che ha portato la moneta digitale numero uno al mondo a scendere di quasi il 20% dal record di sempre testato il 9 novembre scorso.

I prezzi si sono poi stabilizzati nella sessione di martedì, con il token digitale che è salito dell’1% circa. Lievi rialzi nella seduta di oggi, con la moneta scambiata attorno a $56.800.

“I nomi delle big cap tecnologici sono diventati sinonimo di un trade risk on/risk off. Quando questi nomi si muovono in modo significativo, altri asset di rischio si muovono in tandem – ha commentato a Bloomberg Matt Maley, chief market strategist di Miller Tabak.

In questo contesto, gli economisti di Bloomberg Economics ritengono che, se la metà circa dei recenti guadagni messi a segno dal Bitcoin può essere spiegata con la paura dell’inflazione – molti sono gli strategist che vedono nel cripto asset uno strumento di hedge, l’altra metà è legata all’esuberanza del mercato e al momentum trading.

La view sul Bitcoin non è in ogni caso univoca, visto che alcuni fanno notare che l’asset non ha alle spalle un passato abbastanza lungo che possa avallare lo status di hedge contro l’inflazione. Piuttosto, c’è chi come Cam Harvey, professore della Duke University e socio di Research Affiliates, crede che la criptovaluta si comporti anche fin troppo come un asset speculativo e che sia destinato a soffrire crash periodici.