Bitcoin in tempi di guerra: hedge anti-inflazione o asset di rischio? Da Google Trends verità su interesse crypto

Bitcoin e criptovalute in tempi di guerra: come si sta confermando il trend di quegli asset visti da qualcuno come hedge contro l’inflazione, una sorta di digital haven addirittura migliore dell’oro, considerati da qualcun altro semplici asset di rischio, come le azioni?
Come in tanti altri casi che riguardo il mondo crypto, le indicazioni sono diverse: un articolo di Coindesk mette in evidenza, numeri alla mano, la forte correlazione tra il Bitcoin e l’indice S&P 500 degli ultimi 90 giorni, pari allo 0,49% (dati di venerdì scorso).
Si tratta, stando a quanto emerge dalle rilevazioni di Arcane Research, della correlazione più alta dall’ottobre del 2020.
Nella newsletter settimanale di Arcane Research, si legge per la precisione che “la correlazione del Bitcoin con l’indice S&P è stata più alta soltanto in altri cinque giorni della storia del Bitcoin, a conferma che la correlazione attuale è senza precedenti“.
Il trend smentisce la credenza, molto diffusa tra gli appassionati delle criptovalute, secondo cui il Bitcoin sarebbe per l’appunto una sorta di bene rifugio digitale per proteggersi dall’inflazione:
“Vorrei poter dire che i crypto stanno davvero reagendo ai fondamentali (di una elevata inflazione). Ma credo che stiano rispondendo piuttosto all’aumento dei corsi azionari“, ha commentato a Coindesk TV Marc Chandler, managing director e responsabile strategist di mercato di Bannockburn Global Forex, commentando il recente rialzo della moneta digitale.
Il Bitcoin è salito dell’8% dal 16 marzo scorso, giorno in cui la Fed di Jerome Powell ha alzato i tassi sui fed funds per la prima volta dal 2018, con una stretta di 25 punti base al nuovo range compreso tra lo 0,25% e lo 0,50%; il rialzo della criptovaluta ha portato qualcuno a chiedersi se per caso gli investitori non stessero facendo incetta di Bitcoin come hedge contro l’inflazione.
Ma Chandler e altri strategist hanno fatto notare come i buy siano stati molto simili a quelli che hanno interessato la borsa Usa. Dalla stretta della Fed, lo S&P 500 è salito infatti del 6%, mentre il Nasdaq ha segnato un rally dell’8,7%. Non per niente Chandler ha fatto notare che la “correlazione tra la criptovaluta e il Nasdaq è superiore al 60%“.
Da Google Trends arriva intanto una curiosità ripresa da un articolo pubblicato da Yahoo Finance:
il Bitcoin, così come l’intero universo crypto, interessa sempre di meno. Dal motore di ricerca è emerso, stando ai dati di DataTrek, che l’interesse globale nei confronti delle monete digitali è inferiore del 70% rispetto al record testato nel 2021.
In picchiata anche i volumi di ricerca del termine NFT (non-fungible tokens), crollati del 65% dai massimi del gennaio di quest’anno.
L’articolo ricorda che il Bitcoin viaggia attorno a $42.448, in calo del 39% circa dall’inizio di novembre del 2021, quando era scambiato a $69.000. Dall’inizio dell’anno, l’asset ha perso l’8,5%, rispetto alla flessione dello S&P 500 pari a -5,4%.
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