Pochi vantaggi per chi diversifica con le criptovalute, lo dice uno studio della Fed

Negli ultimi due anni, il mercato delle criptovalute si è notevolmente ampliato in termini di volumi di transazioni, capitalizzazione di mercato e numero di valute digitali esistenti. Basti pensare che se a gennaio 2018, le capitalizzazioni di mercato di Bitcoin ed Ethereum erano rispettivamente di $ 226 miliardi e $ 75 miliardi, a maggio 2021, la capitalizzazione di mercato di Bitcoin aveva raggiunto quasi $ 1 trilione e quella di Ethereum di $ 478 miliardi. Numeri impressionanti. Ma qual è il grado di connessione tra le varie criptovalute? Da uno studio della Federal Reserve Bank di Chicago arriva la risposta: i prezzi delle criptovalute tendono a muoversi in una direzione simile e reagiscono agli shock sui mercati nello stesso modo, è quindi un mercato altamente interconnesso.
La misurazione dell’interconnessione (o connessione), come spiega Filippo Ferroni economista senior presso la Fed, è importante sia per misurare che per gestire il rischio. Più il mercato è connesso, più è sensibile agli shock. Sebbene il mercato delle criptovalute non sia molto ampio rispetto agli altri mercati studiati in letteratura, sta crescendo a un ritmo veloce e viene sempre più preso in considerazione da parte degli investitori. Come fa notare l’analista della Fed, il rischio associato a un portafoglio di criptovalute non è semplicemente una somma ponderata dei rischi delle sue componenti; piuttosto, il rischio complessivo dipende da come interagiscono i pezzi, se e come sono collegati.
L’interconnessione tra le criptovalute viene valutata tramite i prezzi e gli spillover di volatilità. Per spillover, si intende la propagazione delle variazioni del prezzo o della volatilità (un proxy per il rischio) di una valuta digitale a tutte le restanti criptovalute sul mercato e viceversa, la propagazione delle variazioni di prezzo nel mercato a una specifica valuta digitale. È importante capire il livello di interconnessione perché ci permette di quantificare la quantità di rischio che caratterizza il mercato delle criptovalute.
I risultati dei test indicano che i valori dell’indice di connessione variano tra l’86% e il 97% (dove 100% indica la massima connessione). In altre parole, l’analisi mostra come il mercato delle criptovalute sia estremamente interconnesso.
Questo significa che “la maggior parte delle variazioni dei prezzi delle valute nel mercato derivano dalle ricadute del mercato e solo una piccola parte può essere attribuita alle caratteristiche idiosincratiche delle singole valute digitali”. Queste forti ricadute potrebbero essere il risultato di shock aggregati o comuni che influenzano il mercato nel suo insieme. Bitcoin, la valuta di gran lunga più grande in termini di capitalizzazione di mercato, ha solo un’influenza limitata sul prezzo e sulla volatilità delle altre criptovalute. In effetti, le fluttuazioni dei prezzi di Bitcoin spiegano solo il 10% delle fluttuazioni delle altre valute sul mercato.
Questa forte interconnessione nel mercato delle cripto ha un impatto sulla gestione e creazione di un portafoglio. Infatti, dal punto di vista della gestione del rischio, questo suggerisce che “sarebbe molto difficile creare un portafoglio diversificato di criptovalute”.
Come si vede dal grafico i prezzi delle cripto sono molto correlati e molti sono gli esempi di come il mercato delle criptovalute tenda a muoversi nella stessa direzione. Ad esempio durante la tendenza al ribasso nel 2018 e in quella al rialzo nel 2020, ma anche nel ribasso dei primi mesi del 2022. Tuttavia, lo studio ha evidenziato anche che una piccola frazione dei movimenti di prezzo può essere attribuita alle caratteristiche individuali delle singole valute digitali nonostante l’elevata interconnessione. Ad esempio, Ether la seconda criptovaluta più grande, nelle ultime due settimane ha registrato un aumento maggiore rispetto a Bitcoin.