Bitcoin accelera con supporto Trump, i punti chiave del suo discorso a Nashville
Fonte immagine: Karolina Grabowska
Il Bitcoin è tornato a ridosso dei 70.000 dollari, sui livelli di metà giugno, dopo il discorso di Donald Trump alla Bitcoin Conference di Nashville. Il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti ha espresso la propria posizione favorevole alle criptovalute, delineando un ruolo chiave per gli Stati Uniti nel settore in caso di vittoria nelle elezioni di novembre.
Trump: “Usa capitale delle criptovalute e del Bitcoin”
Nella conferenza di questo fine settimana, Donald Trump ha promesso di rendere gli Stati Uniti la “capitale globale delle criptovalute e la superpotenza del Bitcoin”, in caso di vittoria nella corsa alla Casa Bianca.
Il leader dei repubblicani ha anche annunciato che imporrà al governo statunitense di astenersi dal vendere criptovalute sequestrate per vicende penali. Viceversa, i token verranno utilizzati come base per la costituzione di una riserva strategica di Bitcoin.
Le parole di Trump hanno consolidato la questione come un tema chiave della campagna elettorale, con l’ex presidente ormai calatosi nel ruolo di paladino delle criptovalute.
I 4 punti chiave del discorso di Trump su Bitcoin
Secondo Ferdinando Ametrano, amministratore delegato CheckSig ed esperto di criptovalute, al netto della demagogia elettorale le parole di Trump contengono almeno quattro temi cruciali.
Innanzitutto, “in soli 15 anni, Bitcoin è passato dall’essere semplicemente un’idea pubblicata anonimamente su un forum internet ad essere il nono asset per capitalizzazione al mondo. Presto supererà l’intera capitalizzazione di mercato dell’argento e un giorno probabilmente supererà l’oro”.
In secondo luogo, “Bitcoin rappresenta libertà, sovranità e indipendenza dalla coercizione e dal controllo del governo”.
Il terzo punto riguarda il ruolo del regolatore. Secondo Trump, le norme del settore dovranno essere scritte da soggetti interessati a far “prosperare, non affondare” l’industria delle criptovalute. In caso di vittoria, Trump promette che “la persecuzione si fermerà e la strumentalizzazione finirà. L’America tornerà a essere una nazione che protegge i diritti di proprietà, la privacy, la libertà di transazione, la libertà di associazione e la libertà di parola”.
L’ultimo punto rappresenta potenzialmente una novità epocale: “Se sarò eletto, la politica della mia amministrazione sarà di mantenere il 100% di tutti i Bitcoin che il governo degli Stati Uniti attualmente possiede o acquisirà in futuro. Questo servirà, in effetti, come il nucleo della scorta nazionale strategica di Bitcoin”.
La reazione del settore
In scia alle parole di Trump, il Bitcoin ha toccato il livello più alto da sei settimane. Il maggior asset digitale avanza di oltre il 2% stamani e ha toccato un picco a circa 69.850 dollari. Il movimento rialzista coinvolge anche token più piccoli come Ether (+3,8%), Solana (+3,6%) e Dogecoin (+3,5%).
Bitcoin viaggia a circa 4.500 dollari dal massimo storico di 73.797 dollari raggiunto a marzo. Gli afflussi negli ETF spot negli Usa, approvati a inizio 2024, hanno contribuito a spingere gli acquisti, così come l’omologo provvedimento nei confronti di Ether.
Gli asset digitali beneficiano in parte anche della prospettiva di un abbassamento dei tassi di interesse. Questa settimana, nella riunione che si concluderà mercoledì, la Federal Reserve dovrebbe aprire la strada al primo taglio atteso per settembre.
Il dietrofront di Trump sulle cripto
Il discorso di sabato rappresenta il culmine di una netta inversione di rotta da parte di Trump sulla questione Bitcoin. Nel corso del suo precedente mandato presidenziale, il tycoon ha sempre mantenuto le distanze dall’asset digitale e nel 2021 l’ha paragonato ad una truffa.
Negli ultimi tempi, però, ha iniziato a offrire parole di sostegno e a consultarsi con gli addetti ai lavori del settore.
Il suo dietrofront gli ha consentito di guadagnarsi il sostegno da parte di alti esponenti dell’industria, come l’appassionato di Dogecoin Elon Musk e i fondatori di Andreessen Horowitz, venture capital che investe in cryptovalute.
Settore deluso da Biden, incognita Harris
Gli stessi Marc Andreessen e Ben Horowitz hanno sottolineato la loro delusione per l’approccio dell’amministrazione Biden, che ha “sovvertito sostanzialmente lo stato di diritto per attaccare l’industria delle criptovalute”.
Inoltre, la Securities and Exchange Commission ha avviato azioni esecutive contro alcuni dei più grandi attori del settore, tra cui Coinbase Global e Robinhood.
La situazione, dal lato dei Democratici, potrebbe cambiare con l’ascesa di Kamala Harris, nota per il suo dialogo aperto con i leader tecnologici su questioni chiave come l’intelligenza artificiale, anche se le sue opinioni sugli asset digitali non sono note.
Le richieste del settore al nuovo presidente Usa
Quel che è certo è che la comunità delle criptovalute chiede dal prossimo presidente degli Stati Uniti una regolamentazione più favorevole allo sviluppo del settore.
Più nel dettaglio, le richieste includono tagli alle tasse e legislazione sulle stablecoin, ma anche regole che distinguano quali token crittografici sono titoli e quindi rientrino sotto il controllo della SEC. Infine, l’industria delle crypto vuole che l’autorità dei mercati riduca la sua aggressiva repressione del settore.
L’organizzatore della Bitcoin Conference, David Bailey, ha affermato che “Donald Trump è prima di tutto un uomo d’affari e sa riconoscere una buona opportunità: Bitcoin rappresenta la più grande opportunità per questo paese”.
Questa convergenza di vedute si sta traducendo in un appoggio del settore, anche economico, alla campagna elettorale di Trump. Inoltre, il candidato repubblicano avrebbe tra i propri obiettivi quello di indebolire il dollaro per agevolare i produttori e questo potrebbe rafforzare il ruolo di alcune criptovalute, in particolare Bitcoin, come riserva di valore.