Bce taglia tassi. Lagarde non si sbottona su dicembre, ma il mercato ci crede già
Nella riunione odierna, la Bce ha decretato all’unanimità un taglio di 25 punti base dei tassi di interesse, portando al 3,25% il tasso sui depositi, tramite il quale orienta la politica monetaria. Tra le motivazioni che hanno portato alla riduzione odierna, il Consiglio direttivo cita le recenti “sorprese al ribasso” sul fronte della crescita economica. Christine Lagarde non si sbilancia su un eventuale nuovo taglio a dicembre.
Bce taglia di 25 bp, tasso depositi al 3,25%
Nel dettaglio, il Consiglio direttivo ha deciso di portare il tasso di interesse sui depositi al 3,25%, mentre i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale verranno ridotti rispettivamente al 3,40% e al 3,65%.
La mossa è stata resa possibile dalla discesa dei prezzi e in particolare “scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”. Proprio stamani, sono stati diffusi i dati finali di settembre sui prezzi al consumo, in rallentamento all’1,7% su base annua.
Discesa inflazione “ben avviata”
Secondo quanto si legge nella nota, “il processo disinflazionistico è ben avviato”. Secondo le previsioni della Bce, l’inflazione potrebbe aumentare nuovamente nei prossimi mesi, ma in seguito dovrebbe diminuire fino a raggiungere il target del 2% nel corso del 2025.
“L’inflazione interna resta elevata, in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto”, spiega la nota dell’Eurotower. “Al tempo stesso, le pressioni sul costo del lavoro dovrebbero seguitare ad attenuarsi gradualmente, in un contesto in cui i profitti ne mitigano parzialmente l’impatto sull’inflazione.”
Il Consiglio direttivo, si legge nel comunicato, resta “determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine” e “manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine”. Il comunicato conferma inoltre l’approccio guidato dai dati e ribadisce che non esiste un percorso predeterminato per i tassi di interesse.
La crescita stagnante dell’eurozona preoccupa la Bce
Come si legge nella nota diffusa, “le prospettive di inflazione sono influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economica”.
Il deterioramento dell’economia, in particolare della Germania che si avvia verso il secondo anno consecutivo di contrazione del Pil, hanno convinto i responsabili ad accelerare la normalizzazione della politica monetaria, per non rischiare di gravare eccessivamente sull’economia del blocco.
Pertanto, oltre ai prossimi numeri sull’inflazione, i funzionari osserveranno meticolosamente i dati sulla crescita.
La reazione dei mercati al taglio della Bce
Dopo la pubblicazione del comunicato della Bce, i listini azionari europei hanno accelerato, con l’Eurostoxx 50 a +1,1% e il Ftse Mib a +1,3%.
Sul mercato obbligazionario, il rendimento del Btp a 10 anni resta in area 3,4% e il Bund tedesco viaggia intorno al 2,2%, con lo spread fra i due poco mosso a 120 punti base, sui minimi dal 2021.
Sul Forex, cambio euro/dollaro in calo in area 1,083.
Le aspettative dei mercati monetari sui prossimi tagli della Bce puntano su un’altra riduzione da 25 bp a dicembre, prezzando anche un taglio da 50 bp al 20%, e almeno altre quattro nelle cinque riunioni successive, fino a luglio 2025.
La view di ING sul taglio dei tassi
Secondo Carsten Brzeski, Global Head of Macro presso ING, “la decisione odierna di accelerare il ritmo dei tagli dei tassi segnala chiaramente un cambiamento nel modo in cui la Bce guarda all’economia dell’eurozona“.
A settembre, ricorda l’analista, il Consiglio direttivo “si aspettava un breve indebolimento dell’economia nella seconda metà di quest’anno e un successivo ritorno alla crescita potenziale dall’inizio del 2025 in poi. Allo stesso tempo, si prevedeva che l’inflazione sarebbe scesa al 2,0% entro la fine del 2025.”
Ora, invece, “la Bce sembra molto più preoccupata per la mancanza di crescita e per l’inflazione sottostimata rispetto a cinque settimane fa”. Per questo, il taglio di oggi segnala una certa “fretta di abbassare i tassi di interesse a un livello più neutrale”.
I punti chiave della conferenza di Lagarde
Nelle prime battute della conferenza stampa, Christine Lagarde ha posto l’accento sull’attività economica “un po’ più debole del previsto” e sui rischi “orientati al ribasso”, chiedendo ai governi di dare seguito alle indicazioni di Draghi per rilanciare la crescita, anche con nuove regole fiscali.
Per quanto riguarda i prezzi, la presidente ha sottolineato che l’inflazione dei servizi è scesa al 3,9% a settembre, sotto il 4% solo per la seconda volta in due anni, mentre la maggior parte delle misure dell’inflazione di fondo è diminuita o è rimasta invariata. Tuttavia, è prevista un’accelerazione nei prossimi mesi, anche a causa di effetti base sui prezzi energetici (che erano diminuiti molto un anno fa).
Nel complesso, la Bce vede ancora rischi bilaterali per l’inflazione: salari e tensioni geopolitiche potrebbero spingerla al rialzo, ma una domanda economica più debole potrebbe frenarla.
Interrogata su un taglio nella prossima riunione, Lagarde non si è sbottonata, affermando che i funzionari “riceveranno più dati, alcuni soft, alcuni hard, e più letture” fino a dicembre e questo aiuterà a decidere la posizione appropriata della politica monetaria.