Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Bce, dilemma su tagli tassi: più rischi per inflazione o crescita?

Bce, dilemma su tagli tassi: più rischi per inflazione o crescita?

16 Ottobre 2024 14:55

La Bce si avvia verso un altro taglio dei tassi da 25 punti base nella riunione di domani, ma lo scenario per i prossimi appuntamenti è alquanto incerto. Per decidere in che misura e quanto velocemente tagliare i tassi Christine Lagarde e gli altri banchieri dovranno scegliere se enfatizzare maggiormente i rischi per l’economia dell’eurozona o quelli di una risalita dell’inflazione. La crescita dei prezzi potrebbe anche rimanere sopra il target del 2% della Bce nel medio termine, come emerge da un sondaggio dell’istituto tedesco Ifo.

Inflazione prevista sopra target Bce

Secondo i risultati di un sondaggio trimestrale condotto dall’Ifo insieme allo Swiss Economic Policy Institute, l’inflazione della zona euro si attesterà al 2,6% quest’anno, al di sopra dell’obiettivo fissato dalla Bce. Nel dettaglio, il tasso di crescita dei prezzi acquisito per il 2024 è previsto al 2,4% in Germania (2,3% nel 2025 e 2,2% nel 2027), al 2,3% in Francia e addirittura al 3,1% in Austria.

A livello globale, l’inflazione potrebbe raggiungere il 4,0% nel 2024, il 3,9% l’anno prossimo e il 3,6% nel 2027. “A differenza del trimestre precedente, i partecipanti non prevedono più alcun ulteriore calo dei tassi di inflazione nel 2024”, afferma Niklas Potrafke, ricercatore dell’Ifo.

“A causa di queste aspettative di inflazione stagnante, le banche centrali potrebbero trattenersi dal tagliare ulteriormente i tassi di interesse”, aggiunge Potrafke.

Il dilemma di Lagarde, Bce al bivio

La questione riguarda da vicino la Bce, alle prese con un quadro macroeconomico caratterizzato da crescita stagnante e da un’inflazione prevista in risalita. A settembre, i prezzi al consumo della zona euro sono saliti soltanto dell’1,8% su base annua, meno del target del 2% stabilito dall’istituto di Francoforte, ma potrebbero tornare ad accelerare nei prossimi mesi.

In tal caso, Christine Lagarde si ritroverebbe con un bel grattacapo da risolvere: tagliare ulteriormente i tassi per allentare il freno sull’economia, rischiando una nuova risalita dei prezzi, oppure lasciare il costo del denaro su livelli restrittivi per contenere l’inflazione, a costo di rischiare una recessione nell’area dell’euro.

Nel radar la riunione di dicembre

È improbabile che questi dubbi vengano sciolti già domani. A meno di 24 ore dalla riunione, i mercati scommettono su un altro taglio dei tassi dello 0,25%, che dovrebbe portare il tasso sui depositi al 3,25%.

Posto che questo scenario si concretizzi bisognerà comunque capire se si tratterà di un anticipo della riduzione inizialmente prevista per dicembre o se le chance di un ulteriore taglio nel meeting di fine anno resteranno intatte.

Molto probabilmente Christine Lagarde lascerà le porte aperte ad ogni eventualità, evitando di impegnarsi su un percorso predefinito e rimandando ogni decisione futura sui tassi ai dati in uscita nelle prossime settimane.

A dicembre, inoltre, la Bce disporrà di nuove proiezioni economiche aggiornate. Una revisione al ribasso delle stime su Pil e inflazione consentirebbe di accelerare l’allentamento della politica monetaria, portando più velocemente i tassi verso il livello neutrale (comunemente individuato al 2%).