Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Bce taglia spread tassi ORP-depositi in tempi di QT. Liquidità banche: cosa cambia?

Bce taglia spread tassi ORP-depositi in tempi di QT. Liquidità banche: cosa cambia?

15 Marzo 2024 15:56

C’è un altro spread che la Bce di Christine Lagarde ha monitorato in questi ultimi anni, oltre allo spread che riguarda l’Italia, ovvero lo spread BTP-Bund.

E’ lo spread tra i tassi di interesse a breve termine dell’area euro, o anche tassi ORP, e i tassi sui depositi che le banche del blocco parcheggiano presso l’istituzione.

E’ su questo spread tra i tassi, oltre che sulle riserve obbligatorie minime che gli istituti di credito devono garantire, che è arrivato l’altroieri il grande annuncio della Banca centrale europea.

Bce alle prese con il QT. Il processo di revisione annunciato con fine QE

“ECB announces changes to the operational framework for implementing monetary policy”, ovvero La Bce annuncia modifiche all’assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria”:

è questo il titolo del comunicato che la Banca centrale europea ha diffuso mercoledì 13 marzo 2024, atteso con ansia dai mercati.

Con quell’annuncio, la Bce ha reso noto di avere concluso il riesame del modello operativo con cui dà attuazione alle sue decisioni di politica monetaria, iniziato nel dicembre 2022.

Il processo di revisione era stato lanciato nell’intento di stabilire il modo in cui il Consiglio direttivo dell’istituzione avrebbe indirizzato i tassi a breve termine del mercato monetario, in linea con il processo di normalizzazione della politica monetaria, avviato nel 2022 non solo con l’aumento dei tassi, ma anche con il lancio del piano QT-Quantitative Tightening.

A fronte dei tassi dell’area euro che Lagarde & Co. hanno deciso di lasciare invariati anche con il secondo atto del 2024 il QT, infatti, procede.

L’annuncio del QT nel dicembre del 2022

L’annuncio dell’avvento del QT risale al dicembre del 2022.

Da un punto di vista operativo, la Bce ha iniziato a sfoltire concretamente la quantità di asset  presente nel suo bilancio –  tra questi BTP e altri titoli di Stato – nel marzo del 2023, per poi continuare.

Il portafoglio del PAA si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza”, si legge infatti nel comunicato relativo alla decisione di politica monetaria presa dalla Bce lo scorso 7 marzo.

QT anti QE o anche PPA di Mario Draghi

Per PPA, si intende il piano con cui la Banca centrale europea ha avviato gli acquisti di asset, per blindare l’Eurozona, ovvero il QE o anche Quantitative easing, nel 2015.

Il piano venne sfornato dalla Bce dell’ex presidente del Consiglio Mario Draghi. Obiettivo: inondare il sistema finanziario dell’Eurozona, scosso da una crisi dei debiti sovrani che aveva messo a rischio la stessa sopravvivenza dell’euro, con una maxi iniezione di liquidità.

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La fine del QE venne annunciata il 1° luglio del 2022, a conferma dell’intenzione di Francoforte di porre fine agli acquisti netti di attività.

La Bce rese noto però anche che avrebbe continuato a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PAA.

In qualche modo, dunque, il PPA andò avanti. Nel dicembre del 2022, venne decretata la fine dei giochi, con l’annuncio del programma diametralmente opposto, ovvero, per l’appunto, del QT-Quantitative Tightening.

Ma quali sarebbero state le ripercussioni della scelta storica della Bce, ovvero dello smobilizzo, seppur graduale, dello stock di asset precedentemente acquistati, sulla liquidità presente nel sistema finanziario?

La Bce decideva di rispondere a questa domanda, sempre nel dicembre del 2022, lanciando concretamente un processo di revisione per capire come scansare il pericolo di eventuali scossoni che si sarebbero potuti verificare con l’attuazione di scelte del tutto opposte a quelle che erano state fatte anni prima.

Veniva evidenziata insomma la necessità di introdurre un nuovo assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria, che fosse capace di continuare a garantire un sostegno alle banche anche in presenza di misure atte a drenare liquidità dal sistema finanziario.

Occhio a qualche dato: da quando la Bce ha attivato il QT, il suo bilancio si è ridotto di 2 trilioni di euro .

Risultato: il valore totale degli asset ammontava alla fine di febbraio a €6,83 trilioni, al minimo dal novembre del 2020.

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Bce e il grande annuncio sullo spread tassi ORP-depositi

Con il processo di revisione iniziato nel dicembre del 2022 giunto alla sua conclusione, la Bce ha annunciato il nuovo modello operativo di attuazione della politica monetaria, in tempi, per l’appunto, di QT.

Così si legge nel comunicato della banca centrale, che porta la data di mercoledì, 13 marzo 2024:

Le decisioni di oggi stabiliscono i principi e i parametri fondamentali per l’attuazione della politica monetaria e l’erogazione della liquidità della banca centrale in un contesto di diminuzione graduale dell’eccesso di liquidità nel sistema bancario, che rimarrà tuttavia significativa nei prossimi anni.

Con tanto di commento da parte della presidente della Bce Christine Lagarde:

Sono lieta di annunciare che il Consiglio direttivo ha approvato tali modifiche all’assetto operativo, che colgono i cambiamenti significativi del sistema finanziario e della politica monetaria negli ultimi anni. L’assetto assicurerà che in futuro l’attuazione della nostra politica monetaria continui a essere efficace, robusta, flessibile ed efficiente durante il processo di normalizzazione del nostro bilancio”.

Tra i grandi cambiamenti c’è, per l’appunto, la decisione della Bce di tagliare lo spread, ovvero il differenziale, tra i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali (ORP) e i tassi sui depositi.

Cosa sono i tassi ORP

Intanto, vale la pena sottolineare cosa si intende per tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali o anche tassi ORP.

Come spiega la stessa Eurotower, si tratta dei tassi che le banche versano a fronte di prestiti erogati dalla Bce,  che hanno la durata di una settimana.

Il tasso è uno dei tre di riferimento i cui valori vengono decisi dalla Bce ogni sei settimane, in occasione delle riunioni di politica monetaria del Consiglio direttivo.

Nel caso specifico, si ricorda che, con la recente riunione del Consiglio direttivo, i tassi ORP sono stati lasciati invariati al 4,50%, a fronte di tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale (tassi pagati dalle banche quando assumono prestiti dalla Bce overnight) e tassi sui depositi delle banche presso la banca centrale confermati rispettivamente al 4,75% e al 4,00%.

Questo significa che, fino alle modifiche annunciate nelle ultime ore, lo spread tra tassi ORP e tassi sui depositi è stato pari a 50 punti base.

Tagliare lo spread per diminuire lo stigma per le banche che si indebitano

La situazione ora è cambiata: la Banca centrale ha deciso di ridurre infatti quello spread, praticamente il differenziale tra quanto le banche ricevono depositando i loro soldi presso la sua cassaforte (4%) e quanto dovrebbero invece pagare nel caso in cui decidessero di bussare alla sua porta per ottenere prestiti della durata di una settimana.

Il differenziale tra il tasso sulle ORP e quello sui depositi presso la banca centrale sarà ridotto a 15 punti base a partire dal 18 settembre 2024″, ha annunciato l’Eurotower.

Motivo del restringimento di questo spread è quanto era stato anticipato già in precedenza da alcune indiscrezioni, ovvero evitare quello stigma che ha spesso reso le banche dell’area euro riluttanti a indebitarsi presso la Bce, con la richiesta di un prestito.

“Il tasso sulle ORP sarà adeguato in modo tale che il differenziale tra questo tasso e quello sui depositi presso la banca centrale sia ridotto a 15 punti base, rispetto agli attuali 50 punti base”, ha precisato la Bce, spiegando di fatto che la riduzione dello spread tra il tasso ORP e il tasso sui depositi “incentiverà le richieste nelle ORP, rendendo probabile un’evoluzione dei tassi a breve del mercato monetario in prossimità del tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale” .

In questo modo, sarà limitato “il potenziale margine di variabilità dei tassi a breve termine del mercato monetario”.

La Bce ha reso noto inoltre che “sarà adeguato anche il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale (al momento pari al 4,75%) di modo che il differenziale fra tale tasso e quello sulle ORP resti invariato a 25 punti base”.

Modificando il suo modello operativo, la Bce ha annunciato anche l’intenzione di lasciare spazio all’attività sul mercato monetario e di incentivare le banche a ricercare modalità di finanziamento sul mercato.

Bce verso portafoglio strutturale di titoli

Francoforte non si è fermata tuttavia qui, comunicando che successivamente introdurrà sia “nuove operazioni strutturali di rifinanziamento a più lungo termine” che “un portafoglio strutturale di titoli, una volta che il bilancio dell’Eurosistema riprenderà a crescere durevolmente, tenendo conto delle consistenze di obbligazioni preesistenti”.

Tutto questo, al fine di contribuire “in misura sostanziale a coprire il fabbisogno strutturale di liquidità del settore bancario, derivante da fattori autonomi e requisiti di riserva obbligatoria”.

Nel commentare il nuovo modello operativo della Bce, l’esponente tedesca Isabel Schnabel del Comitato esecutivo della banca centrale ha rassicurato sul fatto che il nuovo sistema non avrà alcuna “implicazione sulla posizione di politica monetaria”, sia per quanto riguarda i tassi, che per quanto concerne il portafoglio di titoli di stato che la banca centrale sta continuando a smaltire procedendo con l’attuazione del QT.

Un commento sulle conseguenze di questo annuncio è arrivato con la pubblicazione da parte di Equita SIM della nota odierna sui mercati.

La SIM milanese ha fatto notare di ritenere che le “modifiche normative” introdotte siano “supportive per la liquidità del sistema bancario, sia in termini di costi che di disponibilità di offerta da parte di Bce”.

Equita si è concentrata nello specifico sull’altro grande annuncio arrivato ieri dalla Banca centrale, ovvero quello relativo alla decisione di lasciare invariata la richiesta delle riserve obbligatorie minime che le banche devono rispettare, allo 0,1% attuale:

“La comunicazione elimina il rischio che, almeno nel breve termine, la Bce possa optare per incrementare la riserva minima obbligatoria che, non essendo remunerata, avrebbe avuto un impatto negativo sull’NII di settore”.

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Riferendosi invece più nello specifico allo spread tra i tassi ORP e i tassi sui depositi Tomasz Wieladek, economista di T Rowe Price, ha sottolineato al Financial Times che “ci sono diversi vantaggi nell’adottare questo sistema ibrido” : così facendo la Bce distribuisce infatti liquidità ai paesi e alle istituzioni che hanno più bisogno di finanziamenti.

In questo modo, inoltre, la banca centrale ha anche un potere discrezionale maggiore nel decidere “la dimensione del proprio portafoglio” di titoli, che sta per l’appunto smobilizzando, drenando dunque liquidità dal sistema finanziario, con il QT.

Il Financial Times ha fatto notare insomma che, con il nuovo modello operativo, la Bce si affida alla combinazione di due operazioni, che la vedono da un lato continuare a erogare prestiti alle banche commerciali, facendo sì che i tassi overnight rimangano stabili, dall’altro lato lanciare un portafoglio di bond permanente, o anche “strutturale”, così come lo ha battezzato, per accertarsi che il valore degli asset presenti nel suo bilancio non cada al di sotto di un determinato livello.

E che dunque essa stessa non esageri nel processo di riduzione del suo bilancio, attraverso lo smaltimento degli asset precedentemente acquistati con il QE (Quantitative easing).

Tutto, al fine di non drenare in modo eccessivo la liquidità presente nel sistema finanziario dell’Eurozona.

Vale la pena di ricordare, tra l’altro, che la Bce ha confermato anche che continuerà a fornire liquidità alle banche dell’area euro non solo attraverso le operazioni di rifinanziamento a breve termine (ossia le ORP), ma anche attraverso le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine con scadenza a tre mesi (ORLT), per poi procedere, per l’appunto, a “operazioni strutturali di rifinanziamento a più lungo termine e un portafoglio strutturale di titoli”.

Sia le operazioni ORP che le ORLT a tre mesi, ha precisato ancora l’Eurotower, continueranno a essere condotte con procedure d’asta a tasso fisso e piena aggiudicazione degli importi.

I commenti di S&P Global e di Goldman Sachs

Un commento sul nuovo modello operativo della Bce è arrivato anche dagli analisti di S&P Global Ratings, che hanno messo in evidenza i seguenti fattori:

  • Il nuovo framework della Bce non inasprirà le condizioni di accesso delle banche alla liquidità della banca centrale e dovrebbe risultare favorevole al finanziamento e alla redditività delle banche.
  • Inoltre, non implica un’accelerazione della riduzione del bilancio della Bce (attraverso il QT), anche se non è escluso che ciò avvenga.
  • La Bce ha lasciato poco spazio a una forte ripresa delle transazioni sul mercato monetario, in particolare dei prestiti interbancari non garantiti, non da ultimo annunciando l’intenzione di ridurre il differenziale tra il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali e il tasso sui depositi a 15 punti base, da 50 punti base.

Le decisioni prese dalla Banca centrale europea sono state commentate infine anche da Goldman Sachs, che ha fatto notare come il nuovo modello operativo confermi come la Bce stia praticamente ammettendo di non voler tornare alla situazione precedente all’esplosione della grande crisi finanziaria del 2008, caratterizzata da una liquidità scarsa, pur confermando l’obiettivo di drenare la liquidità in eccesso dal sistema bancario stesso.

Banche dell’area euro blindate, insomma, anche a fronte del nuovo New Normal di inflazione dura a morire. La Bce, anche in tempi di QT, non le mollerà.