Bce, giudici Ue: troppo indulgente con le banche
Bce troppo indulgente con banche in fatto di capitali. L’appunto della Corte dei Conti Ue
La Bce si dia più da fare a controllare le banche e il rischio NPL, crediti deteriorati, destinato tra l’altro a rafforzarsi a causa dell’indebolimento dell’economia.
La strigliata alla Bce è arrivata dalla Corte dei Conti Ue, che non ha risparmiato critiche alla rete di controlli con cui la Vigilanza dell’Eurotower monitora le condizioni di salute degli istituti di credito dell’area euro.
Secondo la Corte (European Court of Auditors – ECA), la Bce spesso è fin troppo indulgente con le banche, in particolare con il modo in cui gestiscono i rischi legati al credito, specialmente – e questo è il peggio – con quelle più deboli.
La lista dei difetti individuati dal Tribunale è piuttosto lunga, ed è contenuta in un’analisi che i revisori hanno stilato.
Il tema tra l’altro è decisamente attuale, vista la crisi bancaria ancora in atto negli Stati Uniti, provocata dal crac a marzo di SVB Silicon Valley Bank e di Signature Bank e rinfocolata nelle ultime sessioni dal fallimento, anche, di First Republic..
La crisi che sta investendo il settore delle banche regionali Usa ha portato la stessa Fed a fare mea culpa. Idem hanno fatto le autorità della California.
Nel mese di marzo, la grande paura per il destino delle banche e addirittura per il pericolo di un nuovo evento Lehman, dunque di un remake della crisi finanziaria del 2008, era esplosa anche in Europa, in Svizzera per la precisione, con il caso Credit Suisse (e i suoi bond).
Bce: tutti gli appunti della Corte dei Conti Ue
Per ora l’area euro, quella supervisionata dalla Bce, è blindata. Ma fino a che punto i controlli della Vigilanza sono accurati?
Dal canto suo, la Bce esercita la sua vigilanza su poco più di cento delle banche più grandi dell’Eurozona e, finora, è stata essa stessa ad avvertire gli istituti di credito in merito alla necessità di monitorare in modo oculato i prestiti che erogano alle famiglie e alle imprese, per prevenire il rischio di non vederli più rimborsati.
Sono noti gli appelli che Francoforte lancia periodicamente sulla necessità che le banche accantonino riserve per far fronte a eventuali perdite future sui crediti erogati, al fine di evitare la formazione di NPL (crediti deteriorati) e sofferenze.
Dal rapporto della Corte dei Conti Ue, emerge tuttavia che il problema ha una portata più ampia, e non può essere ricondotto alla semplice negligenza delle banche nel seguire le indicazioni delle autorità di vigilanza.
La stessa Bce non applicherebbe le regole in modo preciso:
viene messa in evidenza l’incostanza con cui l’Eurotower chiede il rispetto delle norme, e viene rimproverato a Francoforte, anche, di essere per l’appunto troppo indulgente nei confronti delle banche considerate più rischiose, così come di impiegare fin troppo tempo per prendere decisioni inerenti i livelli di capitali da detenere.
Ancora, secondo la Corte dei Conti, spesso la Bce neanche disporrebbe di un numero adeguato di supervisori.
“La Bce non ha imposto richieste di capitali più alte, in proporzione, quando le banche hanno fatto fronte a rischi maggiori. Il che significa che i rischi non sono chiaramente collegati alle richieste che sono state presentate”, si legge nell’analisi dei giudici.
Ancora, “per le banche più rischiose, (la Bce) ha costantemente presentato richieste (di capitali) più basse di range predeterminati”, nonostante la presenza di un rischio sul credito considerato elevato e sostenuto.
Il rapporto della Corte dei Conti Ue è il primo a essere pubblicato da quando la Bce, nel 2019, ha accettato di condividere i dati sensibili relativi alle banche che monitora, per fini di auditing.
Va detto che le raccomandazioni dei giudici Ue non sono vincolanti, e che sostanzialmente Francoforte potrebbe continuare a chiudere un occhio.
La Bce risponde alle critiche
Pronta la risposta della Bce, che ha ribattuto difendendo la propria strategia di supervisione, ammettendo tuttavia l’esistenza di alcuni problemi.
“La Bce ritiene che l’attuale metodologia volta a stabilire la necessità di procedere con ulteriori richieste di capitali assicura che tutti i rischi significativi a cui una istituzione è esposta vengano coperti in modo appropriato”.
Occhio al report che è stato firmato dalla stessa Bce, pubblicato di recente, relativo all’erogazione dei prestiti da parte delle banche dell’area euro.
I dati hanno messo in evidenza una crescita e una domanda dei prestiti deboli : in sostanza, una stretta al credito.
I numeri hanno segnalato, anche, che gli istituti di credito stanno, se non chiudendo, aprendo di meno i rubinetti del credito: tanto che, in un mercato in cui a causa delle strette monetarie della Bce aumentano in modo significativo le rate sui mutui e altri costi di finanziamento, la stessa richiesta di prestiti sta diminuendo in modo significativo.
Banche criticate per tasso depositi e aumento costi conti correnti
Tutto questo mentre le banche sono da un bel po’ finite nell’occhio del ciclone anche per il fatto di continuare a non alzare i tassi sui depositi, continuando a beneficiare così di elevati spread commerciali che mettono in sicurezza la loro redditività, a danno però dei correntisti.
I profitti record che le banche, nel caso particolare le banche italiane, continuano a incassare, sono sostenuti di fatto dai numeri boom dei margini di interesse (NII), la cui crescita è stata a sua volta alimentata dall’effetto rialzo tassi della Bce (ben +375 punti base di strette monetarie in meno di un anno).
Il problema tuttavia, come fa notare oggi un articolo de La Stampa è che, oltre al mancato adeguamento dei tassi sui depositi ai tassi sui prestiti, dunque oltre al danno, c’è anche la beffa: i costi dei conti correnti sono saliti, con oneri “in media aumentati del 7% su base annua solo in aprile”.
A fronte di un boom dell’utile netto delle prime cinque banche italiane, che nel 2022 è stato pari a +66% su base annua, Bankitalia ha riportato come le spese di gestione medie dei conti correnti siano cresciute e che il tasso di remunerazione sui conti correnti medio lordo sia stato di appena lo 0,17%. Roba, per i correntisti, davvero misera.