Banche Usa, qualità attivi ok ma l’outlook è incerto (Equita). Oggi Morgan Stanley e Goldman Sachs
Venerdì si è aperta la stagione di trimestrali americane con i conti delle banche JP Morgan, Bank of America e Citigroup. Oggi alzeranno il velo sui conti anche Morgan Stanley e Goldman Sachs, che completeranno il quadro dei risultati dei principali istituti finanziari a stelle e strisce.
Ecco di seguito le considerazioni degli analisti di Equita SIM sulle trimestrali pubblicate finora. Nel complesso, il settore evidenzia nel 4Q 2022 una tenuta della qualità degli attivi che compensa un outlook più cauto sul margine di interesse.
Le più grandi banche americane, intanto, si preparano ad una possibile recessione accantonando quasi $3 miliardi per crediti inesigibili conosciuti anche come non-performing loans. JPMorgan ha stanziato 1,4 miliardi di dollari nel quarto trimestre, mentre le riserve di Citigroup per crediti inesigibili sono cresciute di 640 milioni di dollari. Wells Fargo e Bank of America hanno messo da parte circa $ 400 milioni a testa.
Gli highlights dalle trimestrali delle banche Usa
Tra i temi principali emersi dalle trimestrali, Equita sottolinea innanzitutto il “picco delle aspettative di ricavi da Net Interest Income (il margine d’interesse), con outlook leggermente peggiore delle attese”. In particolare, “JP Morgan ha indicato che l’outlook sui tassi sui depositi è incerto, con i tassi medi che potrebbero passare dall’1% del 2022 fino al 2% nel 2023”.
“I ricavi da trading sono migliori delle attese, mentre l’Investment Banking resta debole”, prosegue la Sim. La crescita dei prestiti rimane “contenuta” e non si riscontra alcuna “riduzione rilevante dei costi”, mentre emerge una “leggera riduzione dei depositi “.
La qualità degli attivi è “intatta, senza un deterioramento significativo, con un aumento delle riserve e del capitale”. Infine, Equita sottolinea la “ripartenza dei piani di buy-back”.
I titoli in questione hanno chiuso la seduta di venerdì con performance positive in scia alla diffusione dei risultati. Nel dettaglio, JP Morgan ha archiviato le negoziazioni in progresso del 2,5%, Citigroup ha guadagnato l’1,7% e Bank of America il 2,2%.
Margine d’interesse sotto osservazione, anche per banche UE
“A nostro avviso l’elemento più confortante è stata la tenuta della qualità degli attivi” spiegano gli analisti della Sim milanese, che citano anche “il buy-back”. Questi due fattori “rappresentano dei messaggi incoraggianti sulle aspettative di tenuta dell’economia nei prossimi trimestri.”
Per quanto riguarda “il margine d’interesse, invece, le indicazioni sono state peggiori delle attese, ed è l’elemento che a nostro avviso andrà maggiormente monitorato nei prossimi trimestri per le banche europee, anche perché il punto di partenza in termini di performance e valutazione è decisamente diverso.”
Nello specifico, negli ultimi sei mesi, “le banche europee e italiane hanno performato decisamente meglio rispetto a quelle americane (rispettivamente +44/+53% contro un +11%).” Alla base di questa sovraperformance c’è “il maggior peso sul totale ricavi del business Investment Banking da parte delle banche statunitensi, oltre alle valutazioni più ricche rispetto alle banche europee e italiane, con un P/E medio di JP Morgan/BofA/CitiGroup di 10x, a fronte di 7,5x delle banche italiane e un P/BV di 1x contro 0,6x”.
I rischi da monitorare per gli istituti italiani
“A nostro avviso, anche per le banche italiane i temi principali da monitorare in occasione dei risultati del 4Q 2022 saranno relativi all’evoluzione del margine di interesse e dell’asset quality.”
“Ad oggi le banche italiane non hanno accelerato sul fronte del costo della raccolta, che si è mantenuto su livelli modesti. Il rischio tuttavia è che, a fronte del rischio di riduzione dei depositi da parte della clientela a fronte di forme di investimento più remunerative, le banche siano costrette a riconoscere tassi più alti sui depositi rispetto a quanto scontato attualmente sulle sensitivity (che tipicamente ipotizzano un deposit beta in area 30%).”
“Se emergesse chiaramente un beneficio da un rialzo dei tassi inferiore rispetto a quanto inizialmente previsto, coniugato con indicazioni non chiare sul fronte dell’evoluzione del costo del rischio, vediamo un rischio downside post risultati”.