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I 10 cigni neri che potrebbero stravolgere il 2023

16 Gennaio 2023 14:54

Ci sono ben 10 Cigni Neri che potrebbero cambiare le carte in tavola relative al 2023, in un contesto in cui non è certamente un periodo ottimo per i mercati e la finanza. E se la storia ci insegna qualcosa è che nulla è mai definitivo.

I 10 Cigni Neri sono stati presentati da Colin Graham, Head of Multi-Asset Strategies di Robeco.

Si tratta di eventi positivi e negativi non prevedibili, importanti per le importanti conseguenze che potrebbero provocare forti conseguenze sui mercati.

La rivincita di Riccioli d’Oro

Il primo scenario è quello di una “rivincita di Riccioli d’Oro”, ossia di una ricetta economica alla giusta temperatura, né troppo calda né troppo fredda” dice l’esperto, secondo cui “in questo contesto l’inflazione statunitense segna il picco in assenza di una recessione, il dollaro si deprezza e la Federal Reserve può dormire sonni tranquilli, pur rimanendo vigile”.

“L’espansione fiscale post-Covid rallenta, agendo da freno all’eccesso di domanda. Agli occhi degli investitori multi-asset, la riduzione del rischio di default rende molto attraenti le obbligazioni high yield”.

Stato di emergenza

In alternativa –continua Graham – la Fed potrebbe stancarsi dei bassi tassi di lungo periodo e rivedere il suo obiettivo di inflazione, adducendo una rottura strutturale con il precedente regime che vige sostanzialmente dai tempi della crisi finanziaria globale”.

Secondo l’esperto, la Fed “potrebbe sostenere che l’obiettivo del 2% è troppo vicino allo zero, affermando che la prossima recessione rischia di far precipitare l’economia in una vera e propria deflazione. Seguirebbe il panico e, per le obbligazioni denominate in dollari USA, rendimenti negativi per il terzo anno consecutivo“.

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Deflazione disastrosa

Ancora peggiore è la prospettiva deflazionisticasostiene Graham, secondo cui “il calo dei prezzi sembra un’ottima notizia ma in realtà spingerebbe i consumatori a non acquistare più, in attesa che i beni diventino ancora più a buon mercato nel breve periodo, e causerebbe quindi una vera e propria recessione”.

Prima greenwashing e ora impact washing

L’impegno a migliorare il profilo ambientale, sociale e di governance (ESG) delle aziende ha assunto un’importanza enorme” , fa notare l’analista. “Il problema è che ha portato anche a un aumento dell’ecologismo di facciata, il greenwashing.

“Un altro problema crescente riguarda l’impact washing o finto impatto positivo, quando cioè le aziende o gli investitori affermano di generare un impatto sul territorio che tuttavia è difficilmente dimostrabile o misurabile”.

“È possibile che le dichiarazioni di sostenibilità divengano soggette a controlli più severi da parte di autorità di regolamentazione, media e investitori. Di conseguenza, le grandi istituzioni finanziarie faranno fatica a dimostrare le proprie caratteristiche di sostenibilità in tutti gli aspetti della loro attività”.

Premi per il rischio

Una questione meno nota riguarda la propensione al rischio, in cui si chiede agli investitori multi-asset di indicare il livello di rischio che sono disposti ad accettare. Questi fondi vengono in genere suddivisi in tre categorie”.

  1. “prudenti”, ossia a basso rischio e investiti soprattutto nei titoli di Stato più sicuri.
  2. “moderati”, che offrono un mix bilanciato tra azioni ed obbligazioni;
  3. oppure “aggressivi”, con un’allocazione azionaria predominante.

Il problema è che nel 2022 queste etichette non mostravano grandi differenze – sostiene Graham – A fine dicembre lo scarto di performance tra questi profili non superava i 20 punti base (in euro). Se ciò dovesse ripetersi nel 2023, avremmo un secondo anno di rendimenti negativi per i fondi bilanciati, analogamente a quanto accaduto allo scoppio della bolla tecnologica del 2001-2002″.

Ucraina, diamo una possibilità alla pace

Ma non ci sono solo cattive notizie” continua l’esperto, secondo cui “nella visione consensuale prevale la convinzione che la guerra in Ucraina, che nel 2022 ha causato tanta volatilità sui mercati e ha scatenato una forte inflazione in tutto il mondo, continuerà”.

Tra i 10 cigni neri c’è però anche la prospettiva di una pace.

Se tuttavia la pace prendesse il sopravvento, ci sarebbe uno stravolgimento più favorevole – continua  il responsabile della divisione di strategie multi-asset di RobecoPotremmo assistere ad un dividendo di pace: l’Ucraina metterebbe in sicurezza i suoi confini con gli ‘aiuti’ europei e i flussi di grano, petrolio e gas riprenderebbero, ponendo fine alle strozzature. Le economie mondiali, in particolare quelle europee, avrebbero un vantaggio in termini di costi energetici”.

Media antisociali

Potrebbero tornare alla ribalta i problemi di protezione dei dati, con conseguente nuovo giro di vite contro i social media e inasprimento della regolamentazione delle grandi piattaforme tecnologiche e dei social media. Ciò cambierebbe la leadership del mercato azionario: le società value con un’attenta gestione del capitale e la capacità di generare utili di qualità ne otterrebbero i maggiori benefici su base relativa”, aggiunge l’analista.

Cambio di governo shock

C’è poi la possibilità di un “cambio di governo shock, come nel caso del Regno Unito che – ricorda Graham, “nel 2022 ha visto avvicendarsi tre primi ministri. Potremmo assistere a un importante cambio di politica al cadere di un governo ‘importante’, come è accaduto a Boris Johnson e un mese dopo a Liz Truss, con conseguenti picchi di volatilità”.

Stravolgimento di ogni piano

La breve premiership di Truss e il disastroso piano di tagli fiscali, che ha costretto la Banca d’Inghilterra ad assumere misure d’emergenza per proteggere il settore pensionistico, hanno dimostrato quanto possano essere ancora fragili alcuni sistemi finanziari”.

“In questo scenario, gli asset privati subiscono una fuga di liquidità, gli investimenti liability-driven (LDI) vengono messi in discussione e le banche sono sottoposte a maggiori controlli in seguito a un crollo delle criptovalute”, continua Graham, nella presentazione dei 10 Cigni Neri del 2023.

Progressi nell’azzeramento delle emissioni nette

Infine, l’impegno economico ad azzerare le emissioni nette potrebbe sorprendere in positivo. Non si può fare marcia indietro sul clima: le prove del cambiamento climatico continuano ad aumentare e la COP27 ha evidenziato come la politica giochi un ruolo chiave per determinare l’equilibrio tra ambizione e attuazione climatica”.

“Potremmo assistere alla creazione di un ’super-fondo’ multinazionale per agevolare la transizione verso le emissioni zero, sostenuto da diversi governi”, aggiunge l’esperto secondo cui “nessuno possiede una sfera di cristallo in grado di prevedere perfettamente gli eventi che influenzano i rendimenti di mercato.

Siamo pronti ad affrontare un altro anno turbolento con un approccio contrarian, che nel 2022 ha generato valore” conclude l’Head of Multi-Asset Strategies di Robeco.