Notizie Notizie Italia Assist Bce a fusioni tra banche. Sul Ftse Mib raffica di buy su Unicredit (+6%), Banco BPM e Intesa Sanpaolo 

Assist Bce a fusioni tra banche. Sul Ftse Mib raffica di buy su Unicredit (+6%), Banco BPM e Intesa Sanpaolo 

2 Luglio 2020 11:29

Giovedì avanti tutta per le banche a Piazza Affari. Sul Ftse Mib la migliore è Unicredit arrivata a +6% a 8,56 euro. Molto bene a +5,4% Banco BPM e +3,6% per Intesa Sanpaolo. In generale a volare è l’intero settore bancario europeo con lo Stoxx 600 Europe Banks che segna oltre +3% oggi.

Ieri la Bce ha pubblicato una guida in cui chiarisce che non sarà necessariamente richiesto capitale addizionale alle entità risultanti da fusioni. La bozza di guida chiede agli attori del mercato commenti entro il prossimo primo ottobre. La Bce sottolinea la propria responsabilità relativamente al fatto che le nuove entità che nascono da un’aggregazione debbano presentare modelli di business sostenibili, rispettino i requisiti prudenziali, abbiamo una buona governance e un adeguato sistema di controllo dei rischi.

Covid come acceleratore dell’M&A

Covid-19 è visto come un’opportunità per le aggregazioni nel medio periodo, mentre nel breve il rischio concreto è che nei bilanci delle banche tornino ad aumentare i flussi di crediti deteriorati.

La voglia di incoraggiare le operazioni di M&A tra le banche europee era già emersa nel recente passato dalla parole del presidente del Consiglio di Vigilanza Bce, Andrea Enria, circa l’atteggiamento favorevole dell’Eurotower vero processi di aggregazione tra banche in modo da accelerare la redditività delle banche dell’eurozona aiutandole ad ottenere economie di scala, ad essere più efficienti sui costi.

La Bce non intende quindi chiedere requisiti patrimoniali più alti per le fusioni nel settore bancario nella zona euro. Edouard Fernandez-Bollo, membro dell’Ssm della Bce, spiega in un post pubblicato ieri che l’atteggiamento favorevole alle aggregazioni è dettato dalla situazione di eccesso di capacità produttiva in Europa e dalla bassa redditività che esprime il settore.

Fernandez-Bollo si sofferma poi su due elementi in particolare in merito all’atteggiamento Bce verso le aggregazioni. In primo luogo l’avviamento negativo, ossia il badwill, che l’autorità si aspetta venga utilizzato per rendere il modello di business della nuova entità più sostenibile, ad esempio aumentando gli accantonamenti sui crediti deteriorati, o per coprire i costi dell’integrazione o altri investimenti. La Bce invece si attende che i potenziali utili dal badwill non vengano distribuiti agli azionisti della nuova entità almeno fino a  quando non si consoliderà la sostenibilità del modello di business. Il secondo aspetto è il fatto che la Vigilanza Bce accetta l’uso temporaneo dei modelli interni delle banche per il calcolo dei requisiti patrimoniali della nuova entità.

Intesa Sanpaolo non si fermerà alla sola UBI

Relativamente allo scenario italiano, in attesa del via dell’OPS di Intesa Sanpaolo su UBI il 6 luglio, ieri erano emersi rumor di un possibile avvicinamento tra Banco BPM e Banca MPS. Di M&A fuori dall’Italia parla la stessa Intesa Sanpaolo nel documento di offerta approvato dalla Consob relativo all’OPS su UBI Banca. La banca guidata da Carlo Messina nei prossimi anni si aspetta un consolidamento nel settore in Europa. “È interesse di Intesa Sanpaolo raggiungere dimensioni che le consentano di svolgere un ruolo proattivo nel panorama bancario europeo – si legge nel documento di offerta – Pertanto, la crescita dimensionale per vie esterne è, ad oggi, la strategia obbligata che permette il raggiungimento di quest’obiettivo”.

Unicredit dal canto suo prima dello scoppio dell’emergenza Covid aveva più volte ribadito di non considerare l’opzione M&A nel breve-medio termine. Jean Pierre Mustier, ceo di Unicredit, a febbraio in occasione della presentazione dei conti 2019 ha escluso categoricamente operazioni di M&A per tutta la durata del piano, ossia fino al 2023.

Intanto, oggi UniCredit ha ceduto a Banca Ifis degli NPL unsecured, appartenenti prevalentemente al segmento consumer, per complessivi 335 milioni di euro di valore nominale.