Notizie Dati Bilancio Mondo Analisti mai così negativi su Apple, dilemma liquidità e il tabù acquisizioni

Analisti mai così negativi su Apple, dilemma liquidità e il tabù acquisizioni

29 Aprile 2019 13:46

I massimi storici toccati da Apple lo scorso ottobre sono ancora lontani 12 punti percentuali nonostante il rally di oltre +29% da inizio 2019. La giornata di domani sarà molto importante per Apple da molti punti di vista, a partire dalle indicazioni che darà circa l’impiego della massiccia liquidità che da anni riempie le casse del colosso di Cupertino.

Le scelte di come gestire la maxi liquidità, maxi acquisizioni rimangono un tabù

Alla fine del 2018 la società aveva una liquidità netta di $ 130 miliardi. Difficile aspettarsi novità di rilievo con il colosso degli smartphone che con ogni probabilità confermerà la sua strategia basata su un imponente buyback e su dividendi generosi. Va però considerato il rallentamento delle vendite di iPhone e la ricerca del ceo Tim Cook di scovare nuovi modi per rinvigorire l’attività del gruppo. Lo scorso anno Apple effettuò un aumento record del suo programma di riacquisto di azioni per $ 100 miliardi. L’aumento dovrebbe essere più attenuato quest’anno: Aaron Rakers di Wells Fargo prevede che la società aggiunga $ 35 miliardi al programma, ossia lo stesso ammontare del 2016 e del 2017.

 

Si va verso un ritocco al rialzo anche del dividendo. Ma di quanto? Probabilmente sarà nell’ordine del +10%, meno consistente del +15,9% dell’anno scorso.

Non appare dietro l’angolo una svolta sul fronte M&A. In passato era più volte circolato il nome di Tesla come possibile target. La più grande acquisizione di Apple è stata la casa produttrice di cuffie Beats Electronics per ‘soli’ 3 miliardi di dollari. con il gruppo che ha sempre privilegiato ampliare le sue offerte di contenuti originali e restituire il denaro ai propri azionisti.

Meno del 50% degli analisti dice Buy sul titolo

Tra gli analisti inizia a serpeggiare un minore ottimismo circa le prospettive per Apple. I giudizi Buy, tra i 46 analisti tracciati da Bloomberg, sono ‘solo’ 22, pari al 47,8%. Un anno fa erano il 60%. Si tratta della percentuale più bassa da quando Bloomberg monitora il sentiment degli analisti (ottobre 2010). Nel 2010 era oltre il 95% a dire Buy su Apple.

Situazione opposta per l’altra Big Tech Amazon che vede il 100% degli analisti che dice Buy. 

L’attuale target price medio è di 202,4 dollari, ossia l’1% sotto i livelli attuali.

Il consensus per il II trimestre

Domani sera sono attesi i conti del secondo trimestre fiscale 2019. Gli analisti intervistati da FactSet si aspettano che Apple riporti 2,37 dollari di utile per azione, in calo rispetto a 2,73 dollari l’anno prima. Il consenso di FactSet prevede ricavi per 57,6 miliardi nel secondo trimestre, nella parte mediana della previsione della compagnia che è tra $ 55 miliardi a $ 59 miliardi. Apple ha registrato $ 61,1 miliardi di vendite un anno fa.

 

Le vendite di iPhone, sempre secondo le stime Factset, sono previste a quota 31,1 miliardi di dollari, le vendite di iPad a 4,1 miliardi di dollari, le vendite di Mac a 5,9 miliardi di dollari, mentre il fatturato di software e servizi è previsto a 11,3 miliardi di dollari, mentre le “altre” entrate – che includono Apple Watch e le vendite di accessori – sono previste a 4,8 dollari miliardi.

Le reazioni in Borsa dopo i conti

Il titolo Apple ha sofferto enormemente in Borsa nei mesi finali del 2018 per poi riprendersi in questi primi 4 mesi del 2019 (+29% ytd rispetto al +22% del Nasdaq e al +14% del Dow Jones). I massimi storici del 3 ottobre 208 sono però ancora lontani circa il 12% e gli investitori guardano con cautela ai riscontri in arrivo domani (dopo la chiusura di Wall Street).

Nel giorno dopo la diffusione dei conti le azioni Apple hanno guadagnato solo in cinque degli ultimi 10 trimestri; inoltre il rialzo dopo l’ultimo trimestre segnalato la società è arrivato dopo che nelle settimane precedenti la società aveva lanciato un profit warning considerevole.