Nouriel Roubini: mercati affetti da disturbo bipolare, ecco 7 possibili fonti di shock
Oggi ci troviamo in un mondo “New Mediocre” a bassa crescita potenziale sostenuto da un alto debito pubblico e privato, dall’aumento della disuguaglianza e del rischio geopolitico. La risposta populista contro la globalizzazione, il commercio, l’immigrazione e la tecnologia non farà altro che avere un eventuale impatto negativo sulla crescita e sui mercati. Così il famoso economista Nouriel Roubini, professore alla Stern School of Business della NYU secondo cui “l’ultima storia d’amore degli investitori con i mercati azionari potrebbe continuare quest’anno, ma rimarrà una relazione volubile e instabile”.
“I mercati finanziari tendono a subire cicli maniaco-depressivi – scrive Roubini in un articolo pubblicato su Project Sindicate – e questo è stato particolarmente vero negli ultimi anni. Durante i rischi, gli investitori, guidati da ‘spiriti animali’, producono mercati rialzati e talvolta vere bolle; alla fine, tuttavia, reagiscono in modo eccessivo a uno shock negativo diventando troppo pessimisti, eliminando il rischio e costringendo il mercato a una brusca correzione”.
Dopo il rischio globale avvenuto a fine 2018, una ritrovata politica accomodante da parte delle banche centrali insieme ad altri sviluppi positivi hanno finito per rianimare gli “spiriti animali degli investitori”. Ma una vasta gamma di rischi finanziari e politici all’orizzonte fa presumere che l’attuale fervore non durerà nel corso dell’anno. Quali sono questi rischi?
I sette rischi da tenere d’occhio
Il primo – dice l’economista – riguarda i margini di profitto delle società statunitensi che sono così alti che quest’anno potrebbe verificarsi una “recessione degli utili” se la crescita si aggirerà intorno al 2%. In secondo luogo, vi sono maggiori rischi associati al debito del settore corporate USA e terzo, una decisione della Fed di non tagliare i tassi potrebbe essere una sorpresa, innescando una correzione azionaria. In quarto luogo, le speranze di una risoluzione della guerra commerciale sino-americana potrebbero anche essere malriposte. Anche con un accordo, il conflitto potrebbe aggravarsi di nuovo se entrambe le parti sospettano che l’altra non adempia ai patti, senza dimenticare le altre tensioni commerciali che affiorano con l’Ue. In quinto luogo, la crescita europea è molto fragile e potrebbe essere ostacolata da una serie di sviluppi, come una netta vittoria dei populisti nelle prossime elezioni del Parlamento europeo e una crisi politica o economica in Italia. In sesto luogo, da considerare che molte economie dei mercati emergenti sono anch’esse fortemente esposte a rischi politici e politici, vedi Messico, Brasile, Argentina, Turchia, Iran e Venezuela. Da ultimo, il presidente Donald Trump potrebbe reagire al rapporto di Mueller sul Russigate con spavalderia e non con prudenza, lanciando nuove minacce al commercio attaccando la Fed. Insomma per Roubini un certo numero di delusioni potrebbe innescare un’altra correzione del rischio e quindi una forte correzione del mercato. La domanda non è se accadrà, ma quando.