Ampere: target di crescita ambiziosi in attesa dell’Ipo nel 2024
Ampere, la divisione dei veicoli elettrici di Renault, è pronta a spiccare il volo. L’azienda ha iniziato ad operare in autonomia e potrebbe essere quotata entro tra aprile e maggio dell’anno prossimo per raccogliere risorse da destinare alla crescita nel settore dei veicoli elettrici. Tuttavia, l’Ipo presenta alcuni ostacoli e potrebbe non rappresentare la soluzione migliore. Ecco tutti i dettagli noti ad oggi.
Target ricavi €10 mld entro 2025 per Ampere
Renault ha presentato i dettagli del progetto di crescita di Ampere, la sua divisione attiva nei veicoli elettrici e software, la cui quotazione è attesa nella prima metà del 2024.
Ampere ha iniziato a operare autonomamente dalla casa madre il 1° novembre e quest’anno dovrebbe registrare ricavi per circa €2,8 miliardi, previsti in crescita a oltre 10 miliardi nel 2025 (con quattro modelli elettrici) e a 25 miliardi nel 2031 (con sette veicoli), per un CAGR (tasso medio annuo di crescita) del 30% fra il 2023 e il 2031. Il raggiungimento del break-even in termini di margine operativo e free cash flow è atteso per il 2025, mentre dal 2030 il margine operativo dovrebbe superare il 10%.
Ampere impiega oltre 11.000 persone, di cui il 35% ingegneri, e punta a produrre circa 1 milione di veicoli elettrici per il marchio Renault nel 2031. L’Ipo potrebbe realizzarsi tra aprile e maggio del prossimo anno, a patto che le condizioni di mercato siano favorevoli, con Nissan pronta a investire fino a 600 milioni e Mitsubishi Motors 200 milioni. Tra i partner dell’operazione ci sarà anche il colosso tecnologico statunitense Qualcomm, come confermato dal direttore finanziario di Renault, Thierry Pieton. In ogni caso, la casa madre francese manterrà una “forte maggioranza” nel capitale di Ampere.
Renault rinnova la sfida ai rivali nell’elettrico
Il modello entry-level Legend, un veicolo elettrico compatto prodotto in Europa (forse in Slovenia), verrà venduto ad un prezzo inferiore a 20.000 euro. Ampere lancia così la sfida ai colossi del settore, l’americana Tesla di Elon Musk e i produttori cinesi, in un mercato dell’elettrico sempre più intasato dalla concorrenza e caratterizzato da una guerra di prezzi. Il tutto, in un contesto di inflazione ancora elevata, seppur in calo, e di crescita debole, che penalizzano i consumi.
Grazie ad Ampere, Renault punta a ridurre il divario con i competitor, tra cui Stellantis. Quest’anno, secondo la società di ricerca Jato Dynamics, la casa automobilistica francese ha perso quote di mercato nell’elettrico in Europa a causa della graduale eliminazione del modello Zoe.
Le vendite della Megane E-Tech – che Renault sperava potesse rivaleggiare con la Model 3 di Tesla – stanno procedendo a rilento, con soli 35.000 veicoli a fine settembre rispetto ad un obiettivo iniziale di oltre 100.000 auto all’anno.
L’IPO consentirebbe ad Ampere di accelerare il suo ambizioso piano di sviluppo, in un momento in cui la velocità di innovazione è cruciale. Oltre alla Megane E-Tech, entro il 2030 ci saranno altri cinque veicoli elettrici del marchio Renault, tra cui la Scenic e la nuova Renault 5.
Le alternative all’Ipo di Ampere
L’Ipo di Ampere non è affatto scontata, viste le condizioni apparentemente incerte dei mercati finanziari che scoraggiano le nuove quotazioni. Inoltre, c’è il rischio che la vendita di una partecipazione possa essere eccessivamente diluitiva per gli azionisti attuali.
Il Ceo di Renault, Luca de Meo, mira a realizzare l’IPO di Ampere ad aprile o a maggio, ma non esclude di accantonare l’operazione laddove non vengano soddisfatte le aspettative di una valorizzazione tra gli 8 e i 10 miliardi di euro per l’azienda.
In tal caso, la casa madre potrebbe valutare altre opzioni, ad esempio uno spin-off. Una soluzione caldeggiata anche da Jefferies, che sottolinea la significativa volatilità e i rischi di perdita di capitale per gli investitori in fase di IPO.
“La distribuzione di azioni Ampere agli azionisti esistenti minimizzerebbe la diluizione, otterrebbe i benefici della separazione e minimizzerebbe il rischio di perdita di capitale, consentendo ai mercati di determinare la valutazione assoluta e relativa dei componenti del motore a combustione e dei veicoli elettrici di Renault”.
Renault pronta a cedere il 28% di Nissan
Nel caso la quotazione di Ampere venga messa in standby, Renault è pronta a raccogliere risorse per accelerare lo sviluppo dell’elettrico in altri modi, in primis attraverso la cessione del 28% di Nissan Motor, attualmente depositato presso un fondo fiduciario in vista della vendita. Le due case automobilistiche hanno ora una partecipazione incrociata del 15% con obblighi di lock-up e standstill. La dismissione della quota potrebbe essere avviata all’inizio del 2024, in maniera coordinata con la stessa Nissan.
In ogni caso, Mitsubishi e Nissan continuerebbero a investire in Ampere anche se “in una forma diversa”, come rimarcato dal Cfo di Renault, Thierry Pieton. “Vogliono essere parte di questa storia. Ampere è unica, è una vera azienda che già produce automobili. Oggi in Europa non c’è nessun altro player di veicoli elettrici puri”.