Amazon: bene gli utili, ma paura cloud gela il titolo
Amazon: titolo vola post trimestrale, poi vira in rosso. Pesano timori cloud
Amazon incassa nel primo trimestre dell’anno utili e un fatturato migliori delle attese.
Il titolo brinda alla trimestrale nelle contrattazioni afterhours di Wall Street, segnando un rally del 10% circa, per poi azzerare i guadagni e virare in rosso.
Motivo, la cautela manifestata dal colosso americano dell’e-commerce sul trend della sua divisione cloud, ovvero su Amazon Web Services.
Già dai numeri la decelerazione del business è evidente.
Su base annua, nel primo trimestre del 2023, il fatturato di AWS è salito del 16% a $21,35 miliardi, al di sopra dei $21,22 miliardi attesi dal consensus degli analisti. Fin qui, tutto bene.
Tuttavia, il ritmo di crescita ha chiaramente rallentato il passo, rispetto al +20% segnato nel trimestre precedente.
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AWS: timori cloud azzerano la corsa del titolo
L’indebolimento del tasso di crescita è dovuto alla decisione delle aziende clienti di ridurre gli investimenti nel cloud, in un contesto economico sfidante, in cui si teme l’arrivo imminente di una recessione.
Il titolo Amazon ha così sbandato dopo l’avvertimento del direttore finanziario Brian Olsavsky che, nella call con gli analisti, ha detto chiaramente che i clienti della Big Tech continuano a tenere ben stretti i propri portafogli, frenando gli investimenti.
“Così come previsto, i clienti hanno continuato a valutare il modo di ottimizzare le spese sul cloud in risposta a queste difficili condizioni economiche, nel corso del primo trimestre – ha detto Olsavsky – E riteniamo che queste ottimizzazioni continueranno nel secondo trimestre, con tassi di crescita nel mese di aprile inferiori di 500 punti base rispetto a quelli a cui abbiamo assistito nel primo trimestre”.
E così il titolo Amazon, che era volato del 10% circa subito dopo la pubblicazione dei conti, ha iniziato a puntare verso il basso, nonostante una trimestrale migliore delle attese.
Trimestrale Amazon: i numeri sull’utile e il fatturato
L’utile netto di Amazon si è attestato a $3,2 miliardi, o 31 centesimi per azione, rispetto alla perdita netta di $3,8 miliardi, o 38 centesimi per azione, del primo trimestre del 2022.
Non è chiaro tuttavia se l’eps di 31 centesimi, possa essere paragonato ai 20 centesimi di utile per azione attesi dal consensus.
L’utile operativo è balzato a $4,77 miliardi, rispetto ai $3,67 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.
Il gigante continua a dipendere in modo significativo dal business cloud AWS, in termini di redditività: nei primi mesi dell’anno, l’unità del cloud ha generato di fatto un utile operativo di $5,1 miliardi.
Su base netta, le vendite di Amazon sono ammontate nel primo trimestre a $127,36 miliardi, meglio dei $124,7 miliardi attesi dal consensus e in crescita del 9% su base annua, rispetto ai $116,4 miliardi del primo trimestre del 2022.
Il fatturato netto della divisione Amazon Web Services si è attestato a $21,35 miliardi, oltre i $21,03 miliardi stimati.
Il margine operativo di Amazon è stato pari al 3,7%, molto meglio del 2,38% atteso.
Riguardo alla guidance, le vendite del secondo trimestre, su base netta, sono attese in un range compreso tra $127 miliardi e $133 miliardi, rispetto ai $129,8 miliardi previsti dagli analisti intervistati da Refinitiv.
L’outlook implica che Amazon prevede un aumento del fatturato del 5-10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Entrate pubblicitarie battono le stime
Migliori delle attese anche le entrate pubblicitarie del primo trimestre, pari a $9,5 miliardi, rispetto ai $9,1 miliardi attesi da StreetAccount.
“Il nostro business pubblicitario continua a garantire una crescita robusta, soprattutto grazie ai nostri investimenti continui nel machine learning, che aiuta i nostri clienti ad acquisire informazioni rilevanti nel momento in cui si relazionano con noi: fattore che, a sua volta, assicura risultati insolitamente solidi per i marchi” delle aziende, ha detto il ceo di Amazon, Andy Jassy.
Così come altre Big Tech del calibro di Meta, anche Amazon ha lanciato un imponente taglio dei costi che include il licenziamento, tuttora in corso, di 27.000 dipendenti, il più forte dei 29 anni di storia del gigante dell’e-commerce.
In totale, Amazon ha già messo alla porta fino alla fine del primo trimestre 76.000 dipendenti, riducendo la propria forza lavoro a 1,46 milioni.
Così Josh Gilbert, market analyst di eToro, commenta la trimestrale di Amazon:
“Le vendite di Amazon sono cresciute nel primo trimestre, sconfiggendo i timori di Wall Street di un rallentamento dei consumi. Il fatturato, salito a 127 miliardi di dollari, ha battuto le stime su tutta la linea: un risultato forte, se si considera l’impennata dell’inflazione e i crescenti rischi di recessione”.
Gilbert ha fatto notare che “la riduzione delle spese ha dato i suoi frutti”.
Di fatto, “i margini operativi e il reddito sono stati più forti del previsto, con una crescita del 30% rispetto all’anno precedente”.
Gilbert ha posto l’accento sulla resilienza del business cloud, al di là della cautela manifestata dalla stessa Amazon:
“L’attività di cloud computing di Amazon, AWS, ha mostrato una buona resistenza, con una crescita del 16%, un risultato molto positivo per gli investitori dopo la forte crescita del cloud di Microsoft. AWS è la parte principale della storia di crescita di Amazon e la sua forza è la chiave di lettura del risultato”.
Per il market analyst di eToro, “è stato un ottimo inizio della stagione degli utili per il settore tecnologico, con risultati migliori del previsto e indicazioni solide in un contesto macro incerto. Da Netflix la scorsa settimana ad Amazon questa settimana, questi risultati erano necessari per sostenere il rally di quest’anno. Il testimone passerà ora ad Apple per tenere il passo”.