Notizie Notizie Mondo Novanta anni fa il crash di Wall Street. Ma fu davvero quell’ottobre maledetto a scatenare la Grande Depressione?

Novanta anni fa il crash di Wall Street. Ma fu davvero quell’ottobre maledetto a scatenare la Grande Depressione?

28 Ottobre 2019 10:13

Giovedì, 24 ottobre 1929: Wall Street fa crash. Quella data incisa nella storia, che risale a ben 90 anni fa, come è stato ricordato lo scorso 24 ottobre 2019, è tra le più memorabili e più terribili della storia della finanza americana e globale.

Per molti – ma questa tesi non viene accettata da tutti, come spiegato sotto – quella data, quasi un secolo fa, ha rappresentato solo l’inizio del crash che ha messo in ginocchio prima i mercati americani e poi la stessa economia degli States, provocando la Grande Depressione.

A tal proposito, leggi il paper del professore di Harvard sui prossimi crash.

I sell off che si abbatterono su Wall Street non interessarono certo soltanto il 24 ottobre. Le sessioni in stile horror per l’azionario Usa furono infatti quelle comprese tra il 24 e il 29 ottobre, che videro il Dow Jones capitolare in quattro sessioni del 25%.

Il 24 ottobre fu, piuttosto, l’inizio del dramma, con una perdita dell’11% del Dow Jones subito in avvio di contrattazioni in quel giovedì maledetto: fu la data in cui iniziò ufficialmente il panico.  Tuttavia la flessione archiviata dal listino, attorno all’11%, non fu mostruosa, visto che nel finale il Dow riuscì a ridurre i cali. Venerdì 25 ottobre, inoltre, tornarono i buy e i  guadagni continuarono anche nella giornata di sabato, quando all’epoca i mercati erano aperti, anche se solo per metà giornata.

Il vero dramma si compì lunedì 28 ottobre del 1929, quando gli smobilizzi ricominciarono, con perdite del 13%. Il giorno dopo, martedì 29 ottobre, il calo fu di un altro -12% su volumi che balzarono a un record che non venne battuto per i 40 anni successivi.

Quello fu il martedì nero in cui iniziarono a diffondersi rumor su azionisti disperati che, ormai sul lastrico, decisero di porre fine alla loro vita, lanciandosi dai grattacieli.  Episodi di isteria furono all’ordine del giorno al New York Stock Exchange.

Eppure, ancora, quei giorni furono solo l’alba di un disastro che si sarebbe protratto per altri anni: il crollo sarebbe finito nell’estate del 1932, e avrebbe lasciato il Dow Jones con un bilancio pesantissimo: il listino aveva perso quasi il 90% del suo valore.

Sia l’America che il Regno Unito, oltre ad altre economie mondiali, avrebbero sofferto gli effetti collaterali della Grande Depressione.

Allo stesso tempo, c’è da dire che, quando si parla della peggiore perdita della storia di Wall Street, si fa riferimento al Black Monday, il Lunedì Nero del 19 ottobre 1987 quando, su base percentuale,  il Dow Jones registrò un tonfo pari a -22,6%: quella perdita fu superiore anche a quella subita nel 1929, poco prima della Grande Depressione.

E neanche gli attacchi terroristici dell’11 settembre del 2011 e la crisi finanziaria del 2008 videro protagoniste flessioni così importanti.

Tornando al dramma del 1929, il Dow Jones non avrebbe ritoccato il picco di quell’anno fino al novembre del 1954.

Ma fu davvero crash a provocare Grande Depressione?

Per avere un’idea precisa di cosa accade in quei giorni terribili di ottobre del 1929, in occasione del 90esimo anniversario di quel dramma, il Time ha intervistato lo storico esperto di finanza Richard Sylla, professore emerito di economia, ex professore di Storia delle Istituzioni finanziarie e dei mercati presso la New York University Stern School of Business e presidente del board del Museum of American Finance a New York.

Sylla ha risposto, facendo riferimento al Giovedì Nero che siglò l’inizio della tragedia che il Black Thursday “fu interessante, visto che il mercato fece crash durante il giorno, ma entro la fine della sessione recuperò terreno, grazie all’intervento di alcuni banchieri,  volto a proteggere i loro ricchi clienti, così come a frenare il panico”.

Gli “acquisti – ha ricordato Sylla – vennero effettuati da Richard Whitney, che rappresentò un pool di finanziamenti che arrivò da fonti, tipo House of Morgan. Tutti pensavano che si trattasse di un panic selling che avrebbero potuto fermare se avessero iniziato ad acquistare azioni. E così lui (Whitney) acquistò a destra e a sinistra, riuscendo a invertire il crash e a far tornare il mercato ai livelli quasi precedenti il Giovedì Nero. Ma quando poi le azioni scesero di oltre -10% sia il Lunedì che il martedì della settimana successiva (Black Monday e Black Tuesday), il mercato fece crash senza più invertire il trend. Nell’arco di due settimane, l’azionario aveva perso un terzo circa del suo valore”.

Sylla non è d’accordo sulla teoria prevalente, ovvero su quella secondo cui fu il crash dei mercati a causare la Grande Depressione.

Il grande mito è che fu il crash del mercato azionario a provocare la Grande Depressione. Questo è parte di ciò che gli studenti apprendono, ma gli storici della finanza non credono che ci siano prove molto forti che dimostrino questo legame. Il crash avvenne alla fine di ottobre e all’inizio di novembre del 1929. Se si va dal Giovedì nero al Good Friday del 1930, della metà di aprile, si nota che il mercato azionario era appena tornato agli stessi livelli (precedenti). La gente ignora il fatto che l’azionario segnò un forte recupero dopo il crash, perchè non è conveniente da raccontare”.

E dunque? Qual è la verità?

“Le banche fecero troppi prestiti che diventarono NPL; le banche specularono troppo. Lo stesso libro A Monetary History of the United States, 1867–1960 di Milton Friedman e Anna J. Schwartz sottolineò che non c’era stato alcun legame tra il crash di Wall Street nel 1929 e la Grande Depressione – ha continuato Sally – La Grande Depressione è iniziata davvero quando le banche hanno iniziato a fallire nel 1930, e quando i fallimenti delle banche sono aumentati nel 1931 e 1932, fino al Bank Holiday, quando Frank Delano Roosevelt divenne presidente, nel ’33. A quei tempi non c’era alcuna assicurazione sui depositi, dunque quando le banche chiudevano, la gente perdeva i propri risparmi. Una banca fallisce quando i suoi asset valgono meno delle sue passività e quando non riceve indietro i soldi prestati. (..) C’è stato un contagio quando alcune grandi banche sono fallite a New York. A quel punto la gente si preoccupò e ritirò i propri risparmi dalle banche. Il crash di mercato del 1929 non aiutò, ma per qualche ragione ci siamo convinti che fu quel crash a dare il via alla Depressione, quando ci sono molte prove secondo cui non andò così”.

Ma c’è qualche similitudine tra i mercati di allora e i mercati di oggi?, ha chiesto il Time all’esperto.

Un elemento in comune, ha spiegato Sylla, “è che anche oggi il mercato vive una fase rialzista, visto che è praticamente dal 2009 che continua a salire, dunque sono dieci anni, così come il trend positivo si era manifestato nella maggior parte degli anni Venti. Oggi si dice che le azioni appaiono sopravvalutate e che sono sostenute da tassi di interesse estremamente bassi; e il credito era facile anche negli anni Venti, almeno fino a quando la Fed iniziò ad alzare i tassi. La Fed ora non sta invece lanciando alcuna politica monetaria restrittiva. E, anzi, all’inizio di quest’anno ha riferito che non varerà alcun rialzo dei tassi.  Infatti il mercato è tornato a salire”.

“Credo – ha sottolineato  Sylla – che una grande differenza sia che nel 1929 la gente era euforica sull’azionario, prima del crash. Oggi vedo tanto scetticismo. Per ciascuno che dice che il mercato va alla grande, ci sono tante persone rispettabili che credono che sia sopravvalutato. E questo significa che probabilmente non assisteremo a un altro grande crash”.

Ma lo storico ha messo in guardia anche verso un fenomeno che si ripete nella storia: quello di dimenticare la storia:

“Abbiamo parlato di esempi particolari di crisi finanziarie, ma queste cose accadono periodicamente. Alcuni credono che la ragione per cui queste cose continuano a verificarsi sia perchè la gente tende a dimenticare che possono accadere. A mala pena quelli che lavorano oggi a Wall Street ricorda il crash del 1987 , e alcuni credono che il motivo per cui la Grande recessione è avvenuta (nel 2008-2009) sia perchè nessuno ha ricordato il 1929. Siamo fatti così. Io dico alla gente che lavora a Wall Street: studiate di più la storia finanziaria, in modo tale da riuscire a proteggervi nel caso in cui capiste che qualcosa di brutto sta per arrivare. Ma in generale, la comunità finanziaria non presta attenzione alla storia tanto quanto dovrebbe fare”.