Notizie Notizie Mondo Weidmann torna a pungolare Draghi e ‘risponde’ a timori Letta. Euro lo snobba, buca $1,20

Weidmann torna a pungolare Draghi e ‘risponde’ a timori Letta. Euro lo snobba, buca $1,20

8 Gennaio 2018 10:01

La Bce dovrebbe stabilire una data di scadenza precisa per la fine al suo programma di Quantitative easing. E’ quanto auspica il numero uno della Bundesbank, Jens Weidmann. Quello che viene considerato il più probabile successore di Mario Draghi alla guida della Bce ha lanciato anche un appello alle banche perchè riducano il carico degli NPL.

In un’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo El Mundo, il falco tedesco ha motivato il suo appello alla Banca centrale europea – di cui fa parte nelle vesti di componente del Consiglio Direttivo, con il ritorno della crescita e, a suo avviso, dell’inflazione.

“Le prospettive dell’evoluzione dei prezzi corrispondono a un ritorno dell’inflazione, a un livello tale da assicurare la stabilità dei prezzi. Per questa ragione, a mio avviso, sarebbe giustificabile mettere fine in modo chiaro agli acquisti di debiti sovrani, stabilendo una data concreta (per la fine del programma)”.

In realtà una scadenza per il QE, la Bce di Mario Draghi l’ha fissata al prossimo settembre del 2018. E’ stato lo stesso Draghi, tuttavia, a sottolineare più volte che il piano deve essere considerato aperto, nel senso che in qualsiasi momento può essere esteso, e modificato nella composizione e nel valore degli acquisti (di titoli di debito pubblico e di corporate bond).

Le dichiarazioni di Weidmann non sembrano avere ripercussioni bullish sull’euro, che in mattinata, dopo il solido rally che ha caratterizzato gli inizi del 2018, perde terreno nei confronti del dollaro bucando la soglia di $1,20.

D’altronde, gli ultimi dati arrivati dal fronte macroeconomico dell’Eurozona hanno confermato come l’inflazione rimanga ostinatamente bassa, nell’area, ben al di sotto di quella considerata target dalla Banca centrale europea, pari a un valore poco al di sotto del 2%.

Stamattina è stato diffuso inoltre il dato relativo agli ordini alla fabbrica in Germania, che hanno riportato un calo a sorpresa.

Dal canto suo, il dollaro resiste alla pubblicazione, lo scorso venerdì, del report occupazionale Usa, che ha messo in evidenza una crescita dei posti di lavoro, nel mese di dicembre, inferiore alle attese, e una dinamica dei salari che non ha sorpreso in positivo.

Tornando a Weidmann, il numero uno della Bundesbank ha risposto anche a una domanda sulle preoccupazioni mostrate lo scorso anno dall’ex presidente del Consiglio Enrico Letta in merito a una sua candidatura a prendere il posto di Draghi.

Nel mese di luglio del 2017, Letta aveva affermato che una eventuale nomina del funzionario tedesco alla carica di numero uno della banca centrale sarebbe “un disastro”.

In quell’occasione, l’ex premier aveva avvertito l’Italia sull’estate del 2018, a suo avviso un periodo destinato a confermersi molto delicato, “perchè si inizierà a discutere del successore di Mario Draghi, che con la sua politica monetaria ha tenuto in piedi l’euro e l’Italia“.

Letta aveva così continuato:

“Con la politica monetaria di Draghi per un verso e con la flessibilità che la Commissione ha dato all’Italia e ad altri Paesi in difficoltà dall’altro il nostro Paese ha avuto un ‘bonus’ che è valutabile in 30 miliardi di euro nel 2015 e nel 2016″.

Nette erano state le parole con cui aveva definito Weidmann praticamente un bastone tra le ruote della ripresa italiana.

“Si è già parlato di un possibile candidato (Weidmann) e se fosse lui penso che sarebbe un disastro. Quel candidato è l’anti Draghi, ha regolarmente votato contro Draghi nel consiglio della Bce”.

La questione è stata riaffrontata nell’intervista di Weidmann a El Mundo. Ma il probabile successore di Draghi ha praticamente sbolognato Letta, limitandosi a dire che la nazionalità dei candidati non dovrebbe essere un problema chiave nella questione.