Notizie Notizie Mondo Usa, crescita posti lavoro al minimo in tre mesi. Party Wall Street al capolinea? Occhio a newsletter Gartman

Usa, crescita posti lavoro al minimo in tre mesi. Party Wall Street al capolinea? Occhio a newsletter Gartman

5 Gennaio 2018 15:30

La domanda torna ad assillare gli operatori di mercato: la solidità dell’economia Usa giustifica i poderosi rally che Wall Street continua a mettere a segno? A far scattare nuovamente l’interrogativo è il report occupazionale Usa diffuso nella sessione odierna, che ha messo in evidenza come, nel mese di dicembre, la crescita dei nuovi posti di lavoro sia stata negli Stati Uniti pari a +148.000 unità, al ritmo più debole in tre mesi. Gli analisti avevano puntato su una crescita più convincente, pari a +190.000 unità.

A rendere il quadro più preoccupante è stata la revisione al ribasso dei posti di lavoro creati a ottobre: in questo mese, la crescita è stata pari infatti a +211.000 unità, meno delle +244.000 unità inizialmente riportate.

E’ vero che i numeri di novembre sono stati rivisti al rialzo da +228.000 comunicati a +252.000. Su base netta, tuttavia, l’occupazione creata nei mesi di ottobre e novembre è stata inferiore di 9.000 unità rispetto a quanto reso noto inizialmente.

In media, tenendo in considerazione le revisioni, negli ultimi tre mesi l’America ha creato nuovi 204.000 posti di lavoro al mese, a fronte di un tasso di disoccupazione che è rimasto invariato a dicembre al 4,1%, al livello più basso in 17 anni.

La partecipazione alla forza lavoro si è confermata anch’essa stabile, al 62,7%, mentre i salari orari sono saliti su base mensile dello 0,3% e su base annua del 2,5%, lievemente al di sopra del 2,4% del mese precedente, ma in linea con le attese.

Un’altra notizia che non invita certo a brindare è arrivata con la pubblicazione del dato relativo alla bilancia commerciale, da cui è emerso un aumento del deficit, a novembre, pari a +3,2%, a $50,5 miliardi, al record dal gennaio del 2012, dunque in sei anni.

Eppure nell’immediato, subito dopo la pubblicazione dei dati, i futures sul Dow Jones sono balzati fino a +100 punti. Wall Street ha poi aperto inanellando nuovi record.

La reazione è stata l’ennesima prova che ha confermato come l’azionario – anche in generale, a livello globale – sia per molti versi slegato dalla realtà.

Gli avvertimenti non mancano, a partire da quelli lanciati nelle ultime ore sul rischio di melt-up.

Trader e investitori non sono rimasti indifferenti, inoltre, alla lettera che Dennis Gartman ha inviato all’inizio di questa settimana ai suoi clienti. Si tratta della famosa newsletter “The Gartman Letter”, che, parlando del rally dell’azionario Usa, ha previsto che “finirà” e che “finirà male”.

“L’impressione, ormai, è che siamo entrati nelle arene più strane di investimenti-speculazioni, in cui tutte le notizie finiscono con l’essere bullish; in cui le cattive notizie sono ignorate; in cui le buone notizie sono accolte con entusiasmo e il senso comune offuscato.. e in cui la razionalità viene messa da parte”.