Notizie Notizie Mondo Usa: i Repubblicani conquistano anche il Senato nelle elezioni di metà mandato. Quali conseguenze?

Usa: i Repubblicani conquistano anche il Senato nelle elezioni di metà mandato. Quali conseguenze?

5 Novembre 2014 08:27
Dura sconfitta per i Democratici e Barack Obama. Nelle elezioni di metà mandato, che si sono svolte ieri negli Stati Uniti, i Repubblicani hanno rafforzato la loro maggioranza alla Camera e riconquistato dopo otto anni il controllo del Senato. Un esito che segna a tutti gli effetti la fine dell’epoca Obama, con due anni di anticipo dalla fine del suo mandato. Le prossime elezioni presidenziali si terranno nel 2016.
Le elezioni di metà mandato
I repubblicani hanno mantenuto la maggioranza della Camera, rafforzandola con 240 seggi contro i 226 della precedente legislatura, e hanno strappato il controllo del Senato ai Democratici, passando da 45 a 52 seggi. Era dal 2006 che il Senato non era a maggioranza repubblicana. L’esito infligge una dura sconfitta al partito dei Democratici e al loro leader e presidente americano, Barack Obama. Ma il risultato era atteso. Secondo gli ultimi sondaggi infatti Obama ha affrontato questa campagna elettorale con i tassi di gradimento vicini al livello più basso mai registrato durante la sua presidenza. 
Le conseguenze
Perdere il controllo del Senato potrebbe ora aumentare l’impressione di un presidente politicamente impotente e peggiorare lo stallo che caratterizza da tempo la politica a Washington con ricadute soprattutto sulla politica estera e sull’economia. Tra i settori economici che subiranno conseguenze significative, gli esperti, individuano le aziende energetiche e quelle sanitarie. Le banche e il comparto finanziario di Wall Street, che aspiravano all’adozione di un tono più favorevole al mondo degli affari, dovrebbe invece salutare con un sollievo la vittoria dei Repubblicani. Ieri la Borsa di New York ha chiuso contrastata, complice il crollo dei prezzi del petrolio, che ha pesato sul comparto energetico. Ciò che è certo è che il voto segnerà il destino dell’agenda dei futuri due anni di mandato del presidente Obama.