Notizie Notizie Mondo Russia, Putin: ci prepariamo ad affrontare due anni di problemi economici

Russia, Putin: ci prepariamo ad affrontare due anni di problemi economici

19 Dicembre 2014 09:56

Vladimir Putin non è stato avaro di chiarezza nella lunga conferenza stampa di fine anno tenuta ieri. Verso i russi e verso il blocco dei Paesi occidentali che alla Russia si contrappongono. Ed è forse l’aver tratteggiato le linee di una nuova guerra fredda e di una Nazione circondata dal nemico, il dato più rilevante delle parole del leader del Cremlino. “La Russia non aggredisce nessuno – ha risposto Putin alla domanda rivoltagli da un giornalista – Non siamo noi ad aver aggredito qualcuno. La Russia ha due sole basi all’estero, in Kirghizistan e in Tajikistan, gli Stati Uniti le hanno ovunque. Il budget del Pentagono è dieci volte superiore al nostro. Davvero saremmo noi quelli che aggrediscono? Noi difendiamo i nostri interessi, in maniera dura, come fanno tutti. E questo non va bene ai nostri partner“.

E’ quasi banale dire che le reazioni mostrate ieri da Putin sono sembrate quelle di un orso, la Russia, intrappolato. Eppure così è apparso il presidente, in particolare quando ha visto messa in dubbio dalle domande la sua presa sulla guida del Paese: “Il Cremlino è ben difeso!” è stata la secca risposta. Segnali di forza o segnali di debolezza? Sia l’una sia l’altra cosa verrebbe da dire. Segnali di forza verso l’esterno mandati però con l’obiettivo di mascherare il rischio di apparire debole all’interno, il rischio che l’immagine del condottiero si appanni. Questo sì sarebbe pericoloso per il suo potere.

“Putin ha attribuito tutta la colpa dei problemi economici del Paese agli altri – commenta Jasper Lawler, analista di CMC Markets – con una sola concessione: la Russia avrebbe dovuto diversificare di più la sua economia dal petrolio”. D’altro canto, ha chiosato lo stesso presidente “il petrolio è l’asset più attraente ed è normale che riceva la gran parte degli investimenti sia domestici che dall’estero”. Petrolio e sanzioni sono il binomio che ha costretto la Russia all’angolo e ha fatto precipitare il rublo. “Nella conferenza stampa – riprende Lawler – Putin ha preparato i suoi concittadini per due anni di potenziali problemi economici e ha sottolineato che il Paese deve prepararsi a gestire un prezzo del petrolio a 40 dollari al barile”. Anche in questo caso non per colpa della Russia ma dei partner occidentali.

Putin è ben conscio che lo stallo della Russia è un problema anche per i partner, soprattutto per l’Europa. E gioca le sue carte mostrandosi duro all’esterno per rinsaldare il suo potere all’intero mentre la diplomazia lavora dietro le quinte. La Russia, l’Ucraina, le sanzioni e la necessità di raffreddare la nuova guerra fredda sono stati i temi di cui si è parlato ieri in serata dopo il Consiglio europeo che ha segnato la fine del semestre di presidenza italiana dell’Unione europea, con uno sguardo preoccupato rivolto anche agli Stati Uniti dove il Congresso, ora a maggioranza repubblicana, ha approvato nuove e più dure sanzioni nei confronti di Mosca.