Notizie Notizie Italia Più l’economia Ue va male più le Borse salgono, ecco perchè

Più l’economia Ue va male più le Borse salgono, ecco perchè

19 Aprile 2019 13:40

L’economia europea fatica a riprendersi e i Pmi di aprile hanno fatto intravedere soli timidi segnali di ripresa con l’arrivo della primavera. Le Borse del Vecchio continente sembrano non curarsi molto dei riscontri macro e anche ieri, dopo una prima reazione negativa di Borse ed euro alla diffusione degli indici PMI, la chiusura è stata più che buona con il Dax (+0,57%) ai massimi da inizio settembre.

 

Draghi e il ‘rischio’ che l’economia migliori prima del 6 giugno

Come giustificare questi movimenti? Una spiegazione prova a darla Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte: “I mercati non stanno ‘comprando’ uno scenario macro migliore quanto piuttosto un forte supporto delle banche centrali, per ottenere il quale occorre un’economia in peggioramento. Per quanto possa sembrare paradossale, vale un po’ l’adagio di una vecchia pubblicità: più la mandi giù (l’economia) e più ti tiran su (le banche centrali)”.

 

In tal senso l’eventuale arresto del forte trend calante della congiuntura dei mesi scorsi potrebbe rimettere in dubbio la possibilità di una TLTRO molto forte in base ai dettagli che verranno annunciati il 6 giugno, data del prossimo meeting Bce. Sintetizzando: più l’economia migliora/si stabilizza prima del 6 giugno, meno forti saranno le revisioni al ribasso delle stime su Pil e inflazione da parte dello staff BCE e più sarà difficile per Draghi far passare una linea ultra-accomodante.

 

Ancora nessun traino da ripresa Cina

Difficile spiegare l’andamento delle Borse europee anche perchè al momento non si vede alcun effetto di traino dal rimbalzo ciclico in atto in Cina. E ancora “forse un po’ presto per attendersi quest’effetto, visto che di solito il lag temporale è di 6 mesi – rimarca  Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr – Personalmente, mi ero illuso che il rientro di alcuni fattori specifici (emissioni auto in Germania, gilet gialli in Francia, volatilità su spread in Italia) unitamente all’estremo livello di divergenza tra settore manifatturiero e servizi, garantissero i presupposti per un rimbalzo. Ma sembra che effettivamente ci sia ancora da attendere”.

Aumentano gli short sulle azioni europee

La debolezza post Pmi è durata poco più di un’ora con un movimento che molti hanno attribuito alla scadenza delle opzioni (rispettivamente attorno alle 12 e alle 13 per Eurostoxx e Dax). Sersale prova a spiegare questa reazione contro intuitiva dell’azionario europeo con quanto confermato anche questo mese dalla survey di Merril Lynch. Il “corto azionario eurozone” come il trade più di consenso secondo gli investitori, e questo nonostante in media gli istituzionali intervistati abbiano aumentato dell’8% il peso di azioni europa nell’ultimo mese. “La percezione di corto Eurozone è addirittura aumentata, il che è coerente con l’accentuata tendenza degli investitori a comprare aggressivamente il minimo storno – argomenta lo strategist di Anthilia  – . E poi, vedere Eurostoxx e Dax partire cosi, dopo un report deludente, e alla vigilia di un periodo di 4 giorni di borse chiuse, da proprio l’idea dello short squeeze”.

 

Unica fuori dal coro ieri è stata l’Italia (-0,2% il Ftse Mib tornato sotto i 22mila punti), che è anche la principale sospettata di deprimere i PMI Eurozone visto che è la terza d’Europa. “Non a caso anche lo spread ne ha risentito, anche se non in misura eccessiva”, aggiunge Sersale.

 

Piazza Affari da inizio anno è la migliore Borsa continentale con un balzo del 20% sostenuto nelle ultime settimane dalla forza relativa delle banche.

 

Fine del rally azionario vicina?

In tale scenario va seguito anche l’umore dell’euro, tenuto a bada negli ultimi mesi da una BCE si è ri-fatta più accomodante iniziando pertanto a scartare l’ipotesi di un rialzo dei tassi nel prossimo futuro. “In tale contesto dubitiamo fortemente che l’euro possa tornare a intraprendere con decisione una risalita – asserisce Arnaud Masset, analista di Swissquote, – . Infatti, nelle scorse settimane nonostante ci sia stato un considerevole aumento della propensione al rischio e gli investitori siano corsi all’acquisto di titoli più speculativi come le azioni, la moneta unica si è mossa anch’essa al rialzo ma in maniera meno evidente. Pertanto riteniamo che i guadagni delle Borse siano ormai a fine corsa consentendo agli investitori di prendersi una pausa salutare. Un fatto che comporterebbe inevitabilmente un’inversione di marcia verso il risk-off mood e che impatterà certamente anche il mercato valutario”.