Notizie Notizie Italia Da Palazzo Koch segnale di speranza per economia: Italia uscita da recessione

Da Palazzo Koch segnale di speranza per economia: Italia uscita da recessione

18 Aprile 2019 17:15

Qualche timida speranza per l’economia italiana arriva da Palazzo Koch alias Bankitalia. Sì, proprio la stessa istituzione che, a inizio anno, aveva fatto infuriare diversi esponenti del governo M5S-Lega per aver rivisto al ribasso l’outlook sulla crescita del Pil italiano  a +0,6%, a fronte di un +1% atteso inizialmente da Tria & Co, poi drammaticamente rivisto al ribasso a +0,2% nel Def pubblicato appena due settimane fa.

Bankitalia stima che nel primo trimestre del 2018 il Pil italiano sia cresciuto dello 0,1% circa, a conferma di come l’istituto ritenga che il paese sia uscito dalla recessione in cui è scivolato a fine 2018, quando ha sofferto due trimestri consecutivi di contrazione della crescita (entrando nella cosiddetta recessione tecnica).

Un assist è arrivato sicuramente dalla produzione industriale, che è salita su base mensile sia a gennaio che a febbraio. E “le nostre stime indicano che questa crescita (della produzione industriale) è continuata a marzo”.

Così Palazzo Koch:

“Secondo le indicazioni più recenti l’attività economica in Italia avrebbe lievemente recuperato all’inizio di quest’anno, dopo essere diminuita nella seconda metà del 2018. La debolezza congiunturale degli ultimi trimestri rispecchia quella osservata in Germania e in altri paesi dell’area. Le aziende intervistate nell’indagine della Banca d’Italia indicano condizioni sfavorevoli per la domanda corrente, in particolare quella proveniente dalla Germania e dalla Cina, ma prevedono un contenuto miglioramento nei prossimi tre mesi”.

Tra l’altro, si legge nel rapporto trimestrale dell’istituzione, “è rimasto favorevole l’andamento delle esportazioni italiane, cresciute nell’ultima parte del 2018 a ritmi sostenuti nonostante la contrazione del commercio mondiale”.

Allo stesso tempo, e qui è presente tutta la cautela di Palazzo Koch, “gli indici qualitativi confermano che sulle prospettive gravano le incertezze del contesto globale”. In ogni caso, “il saldo di conto corrente si mantiene ampiamente in avanzo e la posizione netta sull’estero del Paese è solo lievemente debitoria”.

Viene rilevato ancora come all’inizio dell’anno gli investitori non residenti siano “tornati ad acquistare titoli pubblici italiani“.

Bankitalia mette in evidenza anche la buona performance di Piazza Affari:

“Il miglioramento delle condizioni sui mercati finanziari globali si è esteso anche
all’Italia. Dall’inizio dell’anno l’indice generale della borsa italiana è aumentato del 19 per cento, recuperando il forte calo registrato in autunno; il rialzo, in parte favorito dal prolungamento delle condizioni monetarie espansive disposto in marzo dall’Eurosistema, ha interessato anche i corsi delle aziende di credito. Dopo una temporanea risalita in febbraio, indotta dalla revisione al ribasso delle prospettive di crescita dell’economia, i premi per il rischio sui titoli di Stato italiani (ovvero lo spread) sono tornati ai livelli osservati alla fine di dicembre”.

Palazzo Koch sottolinea tuttavia che i livelli dello spread rimangono “ben al di sopra di quelli prevalenti all’inizio del 2018. Il differenziale con i rendimenti dei titoli di Stato decennali tedeschi si collocava a metà aprile attorno a 250 punti base”.

Riguardo al forex, viene segnalata la presenza di rischi di un deprezzamento dell’euro:

“L’euro si è deprezzato dall’inizio dell’anno dell’1 per cento nei confronti del
dollaro e del 2 in termini effettivi nominali. Prevalgono segnali del rischio di un ulteriore
indebolimento della valuta comune rispetto al dollaro: le posizioni speculative in euro degli operatori non commerciali sono infatti negative e il costo di assicurarsi contro un significativo indebolimento rispetto al dollaro supera quello di assicurarsi contro un forte apprezzamento”.