Notizie Notizie Italia M5S-Lega, contratto di governo: Bce cancelli 250 miliardi debito, da euro si deve poter uscire

M5S-Lega, contratto di governo: Bce cancelli 250 miliardi debito, da euro si deve poter uscire

16 Maggio 2018 08:49

Scoop dell’Huffington Post, che rivela il contenuto del contratto di governo M5S-Lega, mentre i due partiti sono assediati da critiche che offendono l’Italia intera. Un rimprovero shock è sicuramente quello che porta la firma del Financial Times: il quotidiano britannico attacca il M5S e la Lega con un titolo che fredda tutti gli italiani, a prescindere dal loro orientamento politico:

Roma apre le porte ai barbari”. Tutto questo, mentre l’Ue non manca di strigliare l’Italia, intimando al nuovo governo, qualunque esso sia, di continuare a fare i compiti in materia di debito e di deficit; il capo dei debiti sovrani di Moody’s, Dietmar Hornung, sottolinea infine che l’agenzia di rating è tornata a monitorare gli sviluppi politici ai fini della valutazione del merito sul credito. Dichiarazione che potrebbe lasciar presagire il peggio se si considera che, proprio nelle ultime ore gli analisti di Société Générale hanno individuato esattamente in Moody’s il “grande rischio” per l’Italia.

L’agenzia, hanno fatto notare, è l’unica ad avere un outlook negativo sul paese, e il pericolo è che una doppio giudizio negativo finisca per strappare ai BTP il giudizio di “investment-grade” , facendoli così scivolare nel girone dei junk.

La pubblicazione della bozza del contratto di governo da parte dell’Huffington Post scatena una forte reazione sul mercato dei titoli di stato: lo spread BTP-Bund a 10 anni si impenna di oltre +10% superando anche quota 143 e salendo fino a 143,70 punti base nei massimi intraday. I rendimenti sui BTP scattano oltre la soglia del 2%, con un rally del 3,80%, a fronte di un forte calo dei tassi sui BTP, pari al 3% circa.

Intanto dal M5S e dalla Lega arrivano segnali di progresso nelle trattative per la formazione di un nuovo governo.

Così il leader del Carroccio Matteo Salvini, dopo l’ennesimo incontro nella serata di ieri con Luigi Di Maio:

Siamo al tratto finale: se riusciremo a trovare un punto di equilibrio tra Lega e centrodestra e M5s si parte. Lavoro per vedere fino all’ultimo se ci sarà possibilità di trasformare in fatti i nostri programmi”.

Di Maio, dal canto suo, sottolinea che “il punto nevralgico è il contratto, qui ci sono alcuni temi da chiarire, alcuni punti da dirimere. I nomi vengono dopo. Serve coraggio, non dico di Salvini, ma è il momento del coraggio”.

Contratto governo M5S-Lega: lo scoop dell’Huffington Post

Proprio a proposito del programma, in via esclusiva l’Huffington Post pubblica il documento integrale del contratto di governo su cui stanno lavorando M5S e Lega.

L’esclusiva è dei giornalisti Lucia Annunziata, Gianni Del Vecchio, Alessandro De Angelis, Carlo Renda, Claudio Paudice.

In realtà i diretti interessati si sono affrettati a smentire parte di quanto riportato dall’Huffington Post. In una nota congiunta, il M5S e la Lega hanno affermato di fatto che “il contratto di governo pubblicato dall’Huffington Post è una versione vecchia che è stata già ampiamente modificata nel corso degli ultimi due incontri del tavolo tecnico. La versione attuale, dunque, non corrisponde a quella pubblicata. Molti contenuti sono radicalmente cambiati. Sull’euro, ad esempio, le parti hanno già deciso di non mettere in discussione la moneta unica. La versione pubblicata, dunque, non è fedele a quella attuale”.

Sta di fatto che il documento esiste, anche se in versione bozza, e pochi credono che tutti i contenuti possano essere stati cancellati con un colpo di spugna.

Nel contratto di governo ci sono vere e proprio proposte bomba, che includono “la richiesta alla Bce guidata da Draghi di cancellare ben 250 miliardi di titoli di stato che l’istituto di Francoforte avrà in pancia alla fine del quantitative easing”.”La loro cancellazione vale circa 10 punti percentuali”, quantifica il documento.

Ancora l’Huffington Post rivela che un’altra misura shock è la vendita del patrimonio immobiliare pubblico alle famiglie italiane, e in subordine agli investitori. In poche parole, i due partiti di governo “impacchetteranno” 200 miliardi di patrimonio pubblico (caserme, palazzi, monumenti e via dicendo) e lo trasformeranno in un titolo finanziario da vendere al risparmio domestico. Si tratta del classico meccanismo di cartolarizzazione, tanto criticato negli ultimi anni. “Di fatto questo equivale a trasferire il risparmio degli italiani dal debito pubblico al patrimonio immobiliare”, si legge. Quanti punti di debito verranno abbattuti? Dieci, secondo il contratto”.

Il punto che poi sicuramente sarà stato accolto con un boato di proteste dai tecnocrati di Bruxelles è quello in cui i due partiti sottolineano che dall’euro si deve poter uscire. Intanto, viene messa in dubbio l’irreversibilità della moneta unica, frase proferita più volte dal numero uno della Bce, Mario Draghi, e osannata dai mercati.

Lega e M5S puntano a varare “specifiche procedure tecniche di natura economica e giuridica” che consentano a singoli Stati di uscire dall’euro e “recuperare la propria sovranità monetaria“, o di “restarne fuori attraverso una clausola di opt-out (rinuncia,) permanente” per avviare un “percorso condiviso di uscita concordata” in caso di “chiara volontà popolare”.

Altra proposta esplosiva è la “creazione di una struttura parallela al Consiglio dei ministri, il Comitato di Riconciliazione, sede in cui regolare i dissensi nella cooperazione fra le due forze politiche o prendere nuove decisioni”.

“Sul reddito di cittadinanza l’impronta è chiaramente a 5 stelle. Qui si addensano quei pochi numeri presenti nel contratto. Si parla di 780 euro mensili, per i quali è previsto uno stanziamento di 17 miliardi annui. La cosa interessante è che altre risorse dovrebbero arrivare da Bruxelles: “Andrà avviato un dialogo nelle sedi comunitarie al fine di applicare il provvedimento A80292/2017 del parlamento europeo, che garantirebbe l’utilizzo del 20 per cento della dotazione complessiva del Fondo Sociale Europeo per istituire un reddito di cittadinanza anche in Italia”.

Sulla parte fiscale il documento – continua l’Huffington Post – prevede solo un breve passaggio sul cavallo di battaglia della Lega (della flat tax). Tre righe, senza alcun numero, per scoprire che la tassa piatta, piatta non lo sarà affatto. Sono previste infatti più di una aliquota e rimarranno in piedi le deduzioni. Ecco lo striminzito passaggio:La parola chiave è flat tax, caratterizzata dall’introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni per garantire la progressività dell’imposta in armonia con i principi costituzionali”.

Sul fronte del mercato del lavoro e delle pensioni, l’Huffington Post scrive che “Salvini e Di Maio sembra che si siano accorti che “la cancellazione dei voucher ha creato non pochi disagi ai tanti settori per i quali questo mezzo di pagamento rappresenta uno strumento indispensabile”. E quindi ne promettono una reintroduzione anche se con un nome diverso: “Bisogna introdurre un apposito strumento, agile ma chiaro e semplice, che non si presti ad abusi per la gestione dei rapporti di lavoro accessorio”. Per quanto riguarda la legge Fornero, invece, molto sorprendente la formulazione usata: non si parla di abolizione ma semplicemente di “superamento”, stanziando 5 miliardi “per agevolare l’uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse”. In particolare, la ricetta utilizzata è quella presente nel programma elettorale pentastellato. “Daremo fin da subito la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell’età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con l’obiettivo di consentire il raggiungimento dell’età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva, tenuto altresì conto dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti”.

FT attacca: Roma apre le porte ai nuovi barbari

L’Italia è abituata agli schiaffi del Financial Times. Fiumi di inchiostro sono stati spesi per mettere in evidenza le crepe del sistema politico e della stessa società del paese. Per non parlare degli articoli allarmanti che hanno avuto per oggetto il gigantesco debito pubblico italiano, il secondo al mondo dopo quello del Giappone (che però non deve sottostare ai vari diktat che hanno come mittente l’Unione europea, e che trovano la loro ragion d’essere nel Fiscal Compact).

Stavolta l’FT ci va giù pesante, nel definire praticamente Lega e M5S i nuovi barbari che hanno scavalcato le mura di Roma. Anzi, che sono entrati direttamente dalla porta di ingresso, vista l’incapacità dei partiti precedenti di risollevare i fondamentali economici del paese.

“L’Italia è sul punto di creare il governo più anticonvenzionale e inesperto della democrazia europea, da quando il Trattato di Roma del 1957 ha gettato le basi dell’Unione europea – scrive l’FT – Un governo creato dal movimento anti-establishment dei 5 stelle e dalla Lega, partito di estrema destra e anti immigrazione. Questi partiti considerano il sistema politico moderno dell’Italia un fallimento e ritengono allo stesso tempo che la governance e politica Ue siano piene di errori”.

L’FT ricorda come, prima delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo, nelle altre capitali dell’Unione europea e nei mercati finanziari la prospettiva di un governo M5S-Lega venisse considerata l’esito peggiore possibile.

“Ora i barbari non si sono solo riuniti alle porte di Roma. Si trovano anche dentro le mura della città“.

Detto questo, ed è lo stesso Financial Times a correggersi, “la Roma del 2018 non è la Roma del 410, e né Luigi Di Maio del M5S nè Matteo Salvini della Lega sono Alarico, il Re dei Visigoti. I due partiti godono di una legittimazione democratica indiscutibile, visto che hanno vinto le elezioni. E’ giusto che abbiano una opportunità per governare l’Italia. Ed escludere i vincitori delle elezioni dal potere non è una mossa degna di una democrazia matura, se – così come è il caso dell’Italia – chi ha vinto ha ottenuto il successo in modo giusto”.

La critica si rivolge così alla fine non tanto ai barbari, ma ai “partiti tradizionali italiani”. Per l’FT “devono dare la colpa solo a loro stessi per il fatto che il M5S e la Lega occupano i posti al comando della politica. Per almeno 20 anni, la storia dell’Italia è stata quella di una stagnazione economica, di riforme a metà e a volte di una cattiva amministrazione. Nel caso in cui salissero al potere, il M5S e la Lega dovrebbero dimostrare di saper governare l’Italia in modo più responsabile rispetto al credito che viene dato loro dai oppositori. Se falliranno, gli elettori avranno modo di punirli in elezioni future”.

detto questo, l’FT ricorda alcune delle riforme proposte dai due partiti, tra cui in primis la riforma Fornero sulle pensioni, il reddito di cittadinanza da 780 euro al mese e la flat tax. E non può esimersi dal far notare che “il costo di queste iniziative sarebbe di decine di miliardi di euro”.

Sul fronte politico, guardando al contratto di governo, viene sottolineato che i due partiti appaiano eccessivamente russofili, contrari alle sanzioni che l’Ue ha imposto a Mosca dopo l’annessione della Crimea e il sostegno militare fornito ai separatisti nell’Ucraina orientale. Per non parlare, prosegue il quotidiano, della deportazione su larga scala degli immigrati illegali auspicata dalla Lega, a cui sembra importare poco se l’adozione di tali misure finisse per contravvenire alle leggi italiane e agli obblighi internazionali del paese.

Intanto Luigi di Maio, leader del M5S, ha reagito così alla pubblicazione dell’articolo dell’FT: