Notizie Notizie Mondo Lavoro: un milione di posti in meno nel Regno Unito se vince Brexit

Lavoro: un milione di posti in meno nel Regno Unito se vince Brexit

21 Marzo 2016 15:40
L’uscita dall’Unione europea costerebbe cara alla Gran Bretagna. Agli allarmi giunti da più parti si aggiunge quello della Confindustria britannica, la Cbi. Uno studio commissionato a PricewaterhouseCoopers stima una perdita economica di 100 miliardi di sterline e un milione di posti di lavoro in meno entro il 2020. 
Il clima è già rovente in Gran Bretagna a tre mesi dal referendum che, il 23 giugno, potrebbe sancire un clamoroso abbandono dell’Unione europea. Gli allarmi sulle conseguenze per l’economia britannica e per la City di Londra, uno dei maggiori centri finanziari del paese sono arrivati da più parti. L’ultimo è quello lanciato da PricewaterhouseCoopers che, in uno studio commissionato dalla Confederation of British industry (Cbi, la Confindustria d’Oltremanica), stima un impatto di 100 miliardi di sterline e una perdita di 950.000 posti di lavoro entro il 2020. 
È lo scenario peggiore, chiamato dagli analisti di PwC “WTO scenario”, in cui le negoziazioni che seguirebbero l’uscita si rivelerebbero difficili portando all’adozione delle regole previste dalla World Trade Organisation. Le cose andrebbero meglio nello scenario “FTA” ossia con l’implementazione di un accordo di libero scambio (free trade agreement) tra Regno Unito e Unione europea. 
Nell’ipotesi migliore il calo stimato del prodotto interno lordo sarebbe di circa 55 miliardi di sterline e limitato al 3% (contro il 5% dello scenario WTO). “In entrambi i casi – spiega il report – i maggiori impatti nel breve termine arriverebbero dall’incertezza del dopo voto” mentre “entro il 2030 l’incertezza dovrebbe essere superata. Tuttavia il Pil britannico nel 2030 sarebbe dell’1,2% e del 3,5% (rispettivamente nello scenario FTO e WTO) più basso rispetto a una permanenza della Gran Bretagna nell’Unione. 
L’effetto occupazionale nel breve termine sarebbe negativo per l’1,7% nell’ipotesi FTA e del 2,9% in quella WTO con un costo in termini perdita occupazione pari a 950.000 unità entro il 2020. La stabilizzazione successiva porterebbe comunque ad avere tra i 350.000 e i 600.000 lavori in meno rispetto a una bocciatura della Brexit. 

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