Notizie Notizie Mondo Jeffrey Gundlach short sulle azioni: non solo bond, è colpa anche del Bitcoin

Jeffrey Gundlach short sulle azioni: non solo bond, è colpa anche del Bitcoin

5 Aprile 2018 10:33

Niente da fare, “l’azionario non può tollerare tassi sui bond più alti”: Jeffrey Gundlach, noto come re dei bond, fondatore di DoubleLine Capital e tra le voci più ascoltate dalla comunità finanziaria internazionale, ritiene che le azioni scenderanno a Wall Street, fino a terminare l’anno in territorio negativo.

L’era della bassa volatilità – dice, in un’intervista esclusiva rilasciata alla Cnbc – è terminata, e a pagare il conto saranno gli investitori che puntano sulle azioni.

A suo avviso i segnali di un dietrofront dell’azionario arrivano dal rialzo dei tassi dei bond e dal crollo delle criptovalute come il Bitcoin.

Riguardo alla questione bond, Gundlach ha reiterato quanto detto in precedenza, ovvero che la linea scritta nella sabbia, “di cui abbiamo parlato in passato, è rappresentata dal 2,63% dei tassi decennali (dei Treasuries)”. Nel mese di gennaio, il guru di Wall Street aveva infatti affermato che l’aumento dei rendimenti decennali avrebbe iniziato a danneggiare l’azionario nel momento in cui fosse stata superata la soglia del 2,63%.

“Ho detto che ci sarebbero potuti essere problemi per le azioni. E quanto è vero! Nel secondo in cui la soglia del 2,63% è stata superata, l’azionario ha iniziato a barcollare, e i tassi hanno continuano a salire, mentre noi pensavamo che, una volta superata la linea del 2,63%, sarebbero arrivati fino al 3%“.

Questa previsione di Jeffrey Gundlach, in realtà, non si è avverata, e a dirlo è lui stesso, facendo notare tuttavia che le sue stime si sono rivelate comunque azzeccate:

“Non siamo arrivati al 3%, ma al 2,95%, ma chiamatemi pure bugiardo se volete, solo per cinque punti base. Il punto è che la soglia del 2,63% è stata davvero problematica. E credo che sia necessario che i rendimenti (decennali) scendano al di sotto del 2,63%, affinché le azioni possano avere una chance di tornare a riguadagnare terreno. Ma non credo che ciò accadrà perchè, guardando a diversi dati sull’inflazione, anche se è vero che nessuno di essi è spaventoso, si evince come tutti indichino che dobbiamo aspettarci una inflazione più alta, misurata dall’indice dei prezzi al consumo, nei prossimi mesi”.

Tra l’altro, per l’esperto è il momento di pagare il conto, visto che ora “ci troviamo in un regime di volatilità, che è completamente ed evidentemente diverso rispetto a quello che abbiamo vissuto nel 2017”. D’altronde il 2017 “è stato l’anno più facile di tutti i tempi per investire. I ritorni risk-adjusted del mercato azionario sono stati probabilmente i migliori della storia”.

Ma cosa c’entrano le criptovalute e il Bitcoin?

Per Gundlach, questi asset monitorano la propensione al rischio degli investitori, confermandosi una sorta di termometro per valutare anche il sentiment sull’azionario. D’altronde, il Bitcoin ha testato il suo record storico nel 2017, vicino alla soglia di $20.000, balzando di pari passo con i massimi storici che sono stati segnati a Wall Street, per poi crollare dall’inizio del 2018, precedendo il dietrofront delle azioni.

“E’ molto chiaro che il Bitcoin è in testa agli asset rischiosi”, ha detto Jeffrey Gundlach. Per poi aggiungere “E’ così ovvio che il Bitcoin è la dot-com del mondo di oggi, una mania così simile a quella del 1999”.