Notizie USA Cina risponde a Trump con tariffe da $50 miliardi. Sell off su azionario globale

Cina risponde a Trump con tariffe da $50 miliardi. Sell off su azionario globale

4 Aprile 2018 15:54

Stavolta la Cina ha risposto subito al nuovo attacco commerciale targato Trump. Qualche ora dopo la notizia dell’imposizione di nuove tariffe punitive su 1.300 prodotti cinesi, per un valore di $50 miliardi, Pechino ha risposto con nuovi dazi del 25% su $50 miliardi di beni americani. Nella lista nera, compaiono i semi di soia, le automobili, i prodotti chimici e gli aerei made in Usa.

Occhio per occhio, dente per dente: la Cina ha risposto all’America First di Trump a tono, senza esitazioni, e Gao Qi, strategist presso Scotiabank a Singapore, intervistato da Bloomberg, ha fatto notare che la reazione cinese “è stata più forte di quanto il mercato si aspettasse“.

In particolare, ha fatto notare l’esperto, “gli investitori non si aspettavano che Pechino avrebbe imposto tariffe su prodotti importanti e sensibili come i semi di soia e gli aerei“.

A questo punto, ha continuato Gao Qi, i mercati “credono che una guerra commerciale danneggerà entrambi i paesi e le rispettive economie”.

Si spiega così il sell off che sta colpendo l’azionario globale. Le borse europee, inclusa Piazza Affari, hanno accelerato al ribasso scontando i timori di un’escalation del protezionismo a livello mondiale e i futures sugli indici di Wall Street hanno anticipato un avvio decisamente negativo, nonostante le rassicurazioni arrivate da Washington.

Il segretario al Commercio Usa Wilbur Ross, in particolare, ha detto di ritenere che la risposta di Pechino non provocherà danni all’economia, sdrammatizzando la mossa e dicendo, intervistato dalla Cnbc, che la reazione cinese, proporzionata alle tariffe Usa, “non dovrebbe essere motivo di sorpresa”.

Le tariffe cinesi, ha proseguito, ammontano a 0,3 punti percentuali del Pil Usa “dunque, è difficile che rappresentino una grave minaccia”.

Insomma, ha continuato Ross, gli Stati Uniti non stanno entrando nella “Terza Guerra Mondiale”, e la porta è spalancata per eventuali negoziati. D’altronde, “anche nelle guerre dove ci si spara, si arriva, alla fine, a trattare“.

E lo stesso presidente americano Donald Trump, con un post su Twitter, ha cercato di rassicurare il mondo:

“Non siamo in una guerra commerciale contro la Cina, quella guerra è stata persa molti anni fa da quelle persone sciocche, incompetenti, che hanno rappresentato gli Usa”.

Non che le rassicurazioni abbiano prodotto qualche effetto: tutti gli undici settori dello S&P 500 hanno aperto in rosso, con l’indice che è scivolato sotto il suo valore medio degli ultimi 200 giorni.

Il Dow Jones è crollato di 450 punti, Boeing ha aperto con un tonfo di quasi il 5% e i titoli delle società di semiconduttori sono scivolati di quasi il 3%.

Il sell off globale non ha risparmiato l’Europa, con l’indice di riferimento Stoxx Europe 600 in calo di oltre -1%; male i mercati emergenti, con l’MSCI Emerging Market Index capitolato al minimo in quasi otto settimane; e male anche l’Asia-Pacifico, con l’MSCI Asia Pacific Index al valore più basso, anche in questo caso, in quasi otto settimane.